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Come agevolare un ERP con il piano Transizione 5.0

A differenza di quanto previsto dal piano Transizione 4.0, Il piano Transizione 5.0 permette alle imprese di ottenere un credito d’imposta anche per i sistemi ERP, se associati a un software per il monitoraggio dei consumi energetici. In questo articolo vediamo il contributo dei software gestionali al processo di digitalizzazione delle imprese e a quali condizioni è possibile accedere agli incentivi per gli ERP.

Pubblicato il 24 Set 2024

Gemello digitale e AI

Il Piano Transizione 5.0 ha aperto alle imprese la possibilità di usufruire del credito d’imposta fino al 45% anche per i sistemi ERP (Enterprise Resource Planning). La lista dei beni immateriali ammessi agli incentivi con il piano 4.0 infatti non consentiva l’agevolazione dei gestionali ERP, che sono stati aggiunti al nuovo piano insieme ai software per il monitoraggio dei consumi energetici.

In questo articolo vediamo quali sono le condizioni per poter fruire dell’incentivo su questi software gestionali.

Come funzionano gli incentivi del piano Transizione 5.0

Il piano Transizione 5.0 è stato lanciato dal Governo nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per favorire la transizione digitale e sostenibile delle imprese, con un investimento di 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025.

Un ruolo centrale nel processo di digitalizzazione è svolto dai sistemi ERP, che però erano esclusi dal piano di incentivi Transizione 4.0. Il piano 5.0 per la prima volta li aggiunge all’incentivo tra i beni trainanti.

Attraverso gli incentivi offerti dal Piano, le imprese possono ottenere un credito d’imposta su investimenti trainanti in beni strumentali materiali e immateriali, tra cui anche sistemi di monitoraggio energetico e ERP. Come investimenti trainati ci sono impianti di autoproduzione di energia per autoconsumo e attività di formazione del personale.

Per poter beneficiare dell’agevolazione, che condivide diversi elementi con il precedente piano Transizione 4.0, devono essere soddisfatte le seguenti condizioni:

  1. l’impresa deve aver investito in almeno uno dei beni strumentali materiali o immateriali elencati negli allegati A e B del piano Transizione 4.0 (oppure nei due nuovi aggiunti, software per monitoraggio dei consumi e ERP).
  2. i beni strumentali devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura
  3. i nuovi beni acquistati devono far parte di un progetto di innovazione in grado di generare una riduzione dei consumi energetici
  4. la riduzione dei consumi deve essere almeno del 3% rispetto ai consumi energetici della struttura produttiva, oppure del 5% rispetto ai consumi energetici dei processi interessati dall’investimento.
  5. l’aliquota spettante dipende dal risparmio energetico conseguito e dalla taglia dell’investimento e si estende anche agli investimenti trainati
  6. è necessaria una certificazione sia ex ante che ex post che attesti il minore consumo energetico sul processo interessato o sulla struttura produttiva.

Le aliquote per investimenti fino a 2,5 milioni variano dal 35% al 45% a seconda della riduzione dei consumi energetici raggiunta (per tutti i dettagli sulle aliquote e come accedere agli incentivi vi rimandiamo a questo articolo).

Il credito è cumulabile con altri incentivi finanziati da risorse nazionali, ma non con il credito d’imposta Transizione 4.0 o con il credito per investimenti nella ZES unica. Le modalità di fruizione prevedono l’utilizzo in compensazione tramite F24 in un’unica rata, con eventuale eccedenza compensabile in cinque rate annuali.

Con Transizione 5.0 gli ERP rientrano tra gli investimenti trainanti

Con il Decreto attuativo del 24 luglio 2024, il Governo ha fornito indicazioni sui beni immateriali e materiali che costituiscono investimenti agevolabili, rimandando agli allegati A e B della legge n.232 dell’11 dicembre 2016. Per quanto riguarda i beni immateriali contenuti nell’allegato B, il decreto specifica che questi comprendono anche due nuove categorie:

  • software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding)
  • i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui al punto precedente

Gli ERP rientrano in questa seconda categoria e possono quindi essere agevolati come investimenti trainanti. È da sottolineare, tuttavia, che per usufruire delle agevolazioni previste dal Piano Transizione 5.0 è necessario associare al sistema ERP un software per il monitoraggio dei consumi energetici.

Ma vediamo ora quali sono alcuni vantaggi che abilitano questi sistemi e cosa possono oggi fare grazie all’integrazione con altre tecnologie e, in particolar modo, con l’AI.

Processo interessato o struttura produttiva?

Il meccanismo del piano Transizione 5.0 prevede che l’investimento in beni strumentali debba, nel suo insieme, generare un risparmio energetico o su uno specifico processo produttivo (cosiddetto processo interessato) o sull’intera struttura produttiva.

Il risparmio minimo da conseguire è superiore nel caso si faccia riferimento al solo processo interessato, dove è però anche più semplice da conseguire.

La scelta tra processo interessato e struttura produttiva come perimetro di riferimento per il calcolo del risparmio energetico dipende naturalmente da dove va a impattare il nuovo bene. Per la sostituzione di un macchinario, per esempio, avrà senso delimitare il confronto a uno specifico processo, mentre nel caso in cui si sostituiscano più beni che fanno riferimento a diversi processi produttivi occorrerà riferirsi necessariamente all’intera struttura produttiva.

Più delicato il discorso relativo ai software. Anche in questo caso esistono situazioni in cui è possibile “assegnare” un bene immateriale a un determinato processo produttivo e altre in cui il bene immateriale esplica la sua azione su una generalità di beni e quindi di processi. In quest’ultimo caso occorre senz’altro fare riferimento alla struttura produttiva nel suo insieme.

A questa ferrea logica esiste un’eccezione riportata nella circolare operativa, che spiega: “Qualora il bene immateriale oggetto di investimento agisca, in termini di riduzione dei consumi, su uno o più beni materiali di uno stesso processo produttivo, ma si interfacci anche con beni materiali di altri processi produttivi senza determinarne una riduzione dei consumi energetici, sarà possibile, calcolare la riduzione dei consumi energetici percentuale sia rispetto alla struttura produttiva sia rispetto al processo interessato”.

Per loro natura gli ERP agiscono a livello di struttura produttiva e non si interfacciano direttamente con i dati  di campo. Non possono quindi avere un effetto misurabile sui consumi energetici. Per quanto visto sopra, non spetta quindi all’ERP determinare il perimetro di riferimento, ma al bene (o ai beni) che hanno un impatto sui consumi. Le FAQ di prossima emanazione dovrebbero chiarire comunque ufficialmente questo punto.

Il ruolo degli ERP di ultima generazione nel supportare la Transizione 5.0

Al di là dell’aspetto prettamente normativo, vale la pena precisare che gli ERP svolgono un ruolo cruciale nel sostenere le aziende nei cambiamenti necessari ad abbracciare l’Industria 5.0, che si focalizza su resilienza, centralità umana e sostenibilità.

A differenza dei sistemi gestionali non integrati, un ERP permette di centralizzare tutti i dati aziendali e integrare diverse funzioni, offrendo una visione complessiva delle risorse e delle esigenze.

Questa centralizzazione consente alle aziende di pianificare e organizzare le operazioni in modo ottimale, migliorando l’efficienza complessiva.

L’integrazione di algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning – da quelli di analisi, simulazione, forecasting, etc. – hanno permesso a questi sistemi di compiere un ulteriore passo in avanti nel supportare le aziende in una gestione davvero integrata di tutti i dati dei processi, a vantaggio di una maggiore sostenibilità e flessibilità degli stessi.

Gli ERP di ultima generazione, in grado di dialogare direttamente con gli impianti produttivi, abilitano diversi vantaggi, tra cui:

  • il controllo in tempo reale delle attività, necessario per poter monitorare il consumo di risorse ed elaborare strategie di efficientamento
  • se integrati con algoritmi di machine learning, facilitano il monitoraggio dei consumi energetici e l’identificazione di pratiche più sostenibili, contribuendo significativamente alla riduzione dell’impatto ambientale
  • aiutano le aziende ad adattarsi rapidamente alle variazioni della domanda senza aumentare inutilmente i consumi, portando a ulteriori opportunità di risparmio e efficienza
  • supporto per una domanda orientata all’iper-personalizzazione, semplificando la gestione dei dati relativi alle preferenze dei clienti
  • miglioramento del customer service, grazie all’analisi delle preferenze dei clienti e delle loro esigenze
  • gestione integrata e semplificata di tutte le risorse dell’azienda, compresa la forza lavoro

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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