Al via il Fondo Rilancio: 200 milioni per sostenere le start up e PMI innovative italiane

Con i 200 milioni di euro del Fondo Rilancio il Governo aggiunge un nuovo tassello al piano di sostegno del Governo alle imprese e alle startup italiane nella fase di ripartenza dall’emergenza Covid-19.

Pubblicato il 27 Nov 2020

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Con i 200 milioni di euro del Fondo Rilancio, stanziati dal Decreto Rilancio e affidati al Fondo Nazionale Innovazione, il Governo aggiunge un nuovo tassello al piano di sostegno del Governo alle startup e alle PMI innovative italiane nella fase di ripartenza dall’emergenza Covid-19. Lo strumento è ora operativo: il 19 novembre 2020 è stato infatti pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto attuativo firmato l’1 ottobre dal Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che disciplina le modalità di impiego di ulteriori 200 milioni di euro destinati dal Decreto Rilancio al Fondo di sostegno al Venture Capital.

La scelta di creare questo fondo è motivata dalla centralità dell’innovazione tecnologica e dalla considerazione che un adeguato supporto a tutta la filiera delle imprese innovative è essenziale per garantire al Paese la possibilità di crescere, competere, generare nuove opportunità di lavoro qualificato, creare e distribuire nuova ricchezza in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Senza questi elementi infatti nessun Paese può crescere in modo stabile, sostenibile e duraturo, specie, in un settore come quello dell’innovazione, oggi dominato da operatori stranieri, usualmente extraeuropei, largamente supportati da mercati ed investitori, da grandi soggetti pubblici e privati.

Il Fondo Rilancio, istituito con delibera del Consiglio di Amministrazione di CDP (Cassa Depositi Prestiti) Venture Capital Sgr – Fondo Nazionale Innovazione, accoglie la dotazione di 200 milioni di euro affidati dal Ministero dello Sviluppo Economico e servirà per sostenere le startup e PMI innovative italiane debilitate dalla pandemia.

Saranno gli investitori a segnalare al Ministero le realtà su cui vogliono investire o su cui hanno investito nei sei mesi precedenti al DL Rilancio.

“Queste nuove risorse testimoniano la fiducia che il Ministero dello Sviluppo economico ripone in tutti gli operatori che ogni giorno lavorano in modo sinergico con l’obiettivo di rendere il Venture Capital un ecosistema di crescita e di sviluppo della cultura imprenditoriale del nostro Paese”, commenta Enrico Resmini, Amministratore delegato e Direttore Generale di CDP Venture Capital Sgr – Fondo Nazionale Innovazione. “Il rilancio dell’innovazione in Italia deve poter contare su una solida rete di investitori qualificati e regolamentati, in grado di accompagnare le start-up e PMI innovative nel loro percorso di sviluppo”.

Il fondo investirà in un ampio numero di startup tecnologiche italiane ad alto potenziale. Ma non si tratta semplicemente di “un altro fondo”, bensì di uno strumento totalmente nuovo per l’Italia e che aiuterà l’intero ecosistema a maturare.

Entriamo nel dettaglio per capire meglio come funziona questo fondo e quale ruolo hanno gli investitori.

Come funziona il Fondo Rilancio: requisiti per startup e PMI innovative

Gli investimenti sono mirati a sostenere startup e PMI innovative già impegnate in un round di investimento (o averlo chiuso da 6 mesi a partire dall’entrata in vigore del DL Rilancio) che abbiano sede legale e operativa in Italia, Paese in cui intendono crescere anche nel futuro e che abbiano concrete potenzialità di sviluppo, misurabili sulla base di indicatori quantitativi e/o qualitativi, dimostrabile attraverso il rispetto di almeno uno dei seguenti criteri:

  • crescita dei ricavi, dei clienti o degli utilizzatori dei servizi nei 12 (dodici) mesi antecedenti l’effettuazione dell’investimento da parte del Fondo;
  • sostenibilità di un piano industriale triennale approvato dal competente organo amministrativo;
  • contratti o partnership strategiche;
  • brevetti depositati con potenzialità di sfruttamento industriale, nonché in una eventuale fase di ricerca e sviluppo, sulla base della validazione della tecnologia proposta;
  • non presentare procedimenti di accertamento in corso non ancora rimediati;
  • superare le verifiche di gestione del rischio, conformità alle norme o prevenzione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo eventualmente condotte dalla SGR ai sensi di disposizioni legislative o regolamentari applicabili e della normativa interna della SGR.

Inoltre, nei primi 6 mesi verrà data precedenza alle realtà con le seguenti caratteristiche:

  • le startup innovative dovranno aver concluso con successo il procedimento istruttorio legato alla Circolare MISE di Dicembre 2019, oltre ad aver presentato l’istanza e ricevuto l’agevolazione Smart&Start di Invitalia.
  • sia le startup innovative che le PMI innovative devono avere registrato danni causati dal Covid-19: una riduzione dei ricavi nel primo semestre del 2020 di almeno il 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, da dimostrare tramite documenti contabili o simili.

Il ruolo degli investitori nel Fondo Rilancio

Gli investitori hanno un ruolo cruciale nel processo: saranno loro a individuare startup e PMI innovative ricche di potenzialità e segnalarle al Fondo Rilancio. Quindi il Cdp Venture Capital Sgr parteciperà all’investimento insieme agli investitori privati. L’importo investito dal Fondo Rilancio sarà massimo quattro volte il valore impiegato dagli investitori regolamentati e qualificati, cioè inquadrati come incubatori, acceleratori, family office e anche business angel. Ogni azienda potrà ricevere massimo 1 milione di euro.

Tali investitori fungeranno in qualche modo da “talent scout” per stabilire su quali realtà puntare e su quali idee scommettere e sulla base di queste indicazioni stabilire le strategie di investimento e sostegno. Lo strumento utilizzato per gli investimenti iniziali del Fondo è effettuato tramite lo strumento del finanziamento convertendo, ossia prestiti che, a titolo di garanzia, consentono di offrire parte della propria stessa quota azionaria, mentre gli eventuali investimenti successivi sono realizzati mediante investimenti di equity.

Possono accedervi startup e PMI innovative che stiano effettuando round di investimento o che l’abbiano già effettuato, attraverso la mediazione degli investitori qualificati o regolamentati.

Al termine del periodo di investimento, il patrimonio del fondo dovrà essere impiegato per il 70% insieme a investitori qualificati e 30% insieme a investitori regolamentati.

La fase di crescita e sviluppo di una startup o PMI innovativa si conferma fondamentale sia per la singola realtà che per tutto il panorama italiano: avere a disposizione le risorse economiche e quindi investire in innovazione è ancora la soluzione migliore per essere competitivi e al passo coi tempi.

Un enorme passo avanti nell’attrattività del Paese

Questo Fondo quindi, per le modalità operative con cui è congegnato, costituisce un enorme passo avanti nell’attrattività del Paese nei confronti di investitori internazionali sofisticati, che non hanno mai trovato corrispondenze italiane intorno alle pratiche internazionali ed anzi trovano sempre e solo ‘strane’ modalità di investimento, nel Paese, regolarmente disallineate dalle metodologie consolidate nei paesi maturi.

Il nuovo strumento di coinvestimento introdotto con il Fondo Rilancio è un’idea eccellente, che mette per la prima volta in tanti anni l’Italia in una posizione ‘tra pari’ tra i Paesi che adottano le best practices internazionali. Lo fa con la sua intrinseca snellezza operativa (deve investire in centinaia di startup in tempi inimmaginabili per un fondo tradizionale), lo fa per come posiziona correttamente lo Stato a leva di potenziamento e mitigazione del rischio su progetti che dimostrano di meritare investimenti da parte di privati.

Il Fondo Rilancio, pur essendo fondato su criteri di mercato, ha anche alcune peculiarità legate alla crisi economica generata dalla pandemia e volute dal Governo, per cui valuterà prioritariamente startup che abbiano subito un danno dimostrabile legato all’emergenza covid-19 ovvero che siano già state oggetto di sostegno da parte dello Stato attraverso Smart & Start, ma si tratta semplicemente di una precedenza visto il momento in cui è stato lanciato. Ma l’effetto della sua discesa in campo con i cambi di paradigma che si porta dietro potrebbe essere un vero punto di svolta per l’economia dell’innovazione italiana, probabilmente ben più impattante di quanto non fu lo Startup Act del 2012, accompagnando per la prima volta l’Italia nel ventur business internazionale senza quelle distorsioni ed autoreferenzialità che ci hanno fatto rimanere indietro fino ad oggi.

Tutte le informazioni relative al Fondo Rilancio saranno disponibili nei prossimi giorni al sito www.cdpventurecapital.it, dove sarà attivato un portale dedicato per le segnalazioni di start-up e PMI innovative da parte degli investitori.

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Silvia Santoro
Silvia Santoro

Laureata in Giurisprudenza, ho maturato un'esperienza pluriennale e significativa in ambito giuridico legale presso studi professorali e in azienda. Mi occupo inoltre di finanza agevolata e contributi a fondo perduto


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