microelettronica

In legge di bilancio la norma che prevede la nascita del “Centro Italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore”

In un emendamento al Disegno di Legge del Bilancio presentato alla Camera il Governo prevede la nascita del ‘Centro Italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore’ con il compito di promuovere la progettazione e lo sviluppo di circuiti integrati, rafforzare il sistema della formazione professionale nel campo della microelettronica e assicurare la costituzione di una rete di università, centri di ricerca e imprese che favorisca l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore

Pubblicato il 21 Dic 2022

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Le tensioni sulle forniture dei circuiti integrati, con inevitabili ripercussioni sui prezzi, stanno causando molti problemi all’industria di oggi, che è sempre più informatizzata e connessa. Molti Paesi industrializzati hanno quindi predisposto piani per creare nuovi insediamenti produttivi e sviluppare capacità progettuali e costruttive nel settore dei microchip. Anche il Governo italiano ha preso atto della situazione e ha proposto un emendamento al Disegno di Legge del Bilancio – è il 58.01000 – che si propone di far nascere il ‘Centro Italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore’.

Il centro è stato costituito a novembre 2023 a Pavia.

Una contromisura per una crisi che danneggia l’industria

La scarsità dei chip a semiconduttore non sembra destinata a risolversi a breve per svariati motivi: Pat Gelsinger, Ceo di Intel, ha per esempio citato il fatto che questa carenza rallenta anche la costruzione delle macchine destinate a produrre i circuiti integrati.

Tornando all’Italia, nel testo dell’emendamento si legge che si vuole “promuovere la progettazione e lo sviluppo di circuiti integrati, rafforzare il sistema della formazione professionale nel campo della microelettronica e assicurare la costituzione di una rete di università, centri di ricerca e imprese che favorisca l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore”.

Questo Centro ha come Enti fondatori “il Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero delle imprese e del made in Italy e il Ministero dell’università e della ricerca. La vigilanza della Fondazione è attribuita al Ministero dell’economia e delle finanze”.

Fondi e competenze per il Centro italiano per il design dei circuiti integrati

Nel testo si legge che “per la costituzione della Fondazione e il suo funzionamento è autorizzata la spesa in conto di capitale di 10 milioni di euro per l’anno 2023 e 25 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2030. Gli apporti al fondo di dotazione e al fondo di gestione della Fondazione a carico del bilancio dello Stato sono accreditati su un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria dello Stato, intestato alla Fondazione”.

Per quel che riguarda il personale, è stabilito che “la Fondazione, mediante convenzione, può avvalersi di personale, anche di livello dirigenziale, a tale scopo messo a disposizione su richiesta della stessa, secondo le norme previste dai rispettivi ordinamenti, da enti e da altri soggetti individuati ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196. La fondazione può avvalersi, inoltre, della collaborazione di esperti e di società di consulenza nazionali ed estere, ovvero di università e di istituti di ricerca”.

Si capisce quindi che questo Ente è aperto anche ai contributi di università ed esperti anche non italiani nell’ottica di avere competenze multispecialistiche.

Le azioni del Ministero delle imprese e del made in Italy

Il Ministro Urso si è dimostrato piuttosto attivo nelle questioni che implicano il suo dicastero, quel Ministero delle imprese e del made in Italy che ha assunto i compiti del Mise. Ricordiamo l’impegno a rifinanziare il Piano Transizione 4.0 e le parole espresse in favore di un maggior sostegno al Digitale.

L’istituzione del Centro Italiano per il design dei circuiti integrati vuole essere il nodo italiano di quella rete di centri di competenza di semiconduttori, tecnologie di integrazione e progettazione di sistemi che saranno uno dei frutti del Chips Act europeo.

Questo variegato piano d’azione si propone di raddoppiare la quota produttiva europea nel mercato globale dei semiconduttori dal 10% di oggi ad almeno il 20% entro il 2030. L’idea di recuperare la sovranità tecnologica dell’Unione europea in questo settore ha portato a definire, per il Chips Act, 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati, una cifra importante anche se lontana dai 370 miliardi di dollari dell’Inflaction Reduction Act statunitense.

L’istituzione del Centro Italiano per il design dei circuiti integrati è un’ulteriore tassello del nuovo ruolo che l’Italia potrebbe assumere nell’industria dei semiconduttori, dopo la notizia che STMicroelectronics costruirà a Catania un impianto di produzione integrato di substrati al carburo di Silicio e che Intel ha programmato un investimento per un polo produttivo italiano, la cui location è ancora da definire.

Il testo dell’emendamento approvato

Art. 74-bis.
(Fondazione Centro Italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore)

  1. È istituita la fondazione denominata Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore al fine di promuovere la progettazione e lo sviluppo di circuiti integrati, rafforzare il sistema della formazione professionale nel campo della microelettronica e assicurare la costituzione di una rete di università, centri di ricerca e imprese che favorisca l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore.
2. Sono membri fondatori della fondazione il Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero delle imprese e del made in Italy e il Ministero dell’università e della ricerca. La vigilanza della fondazione è attribuita al Ministero dell’economia e delle finanze.
3. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze sono approvati gli schemi dell’atto costitutivo e dello statuto della fondazione, sono nominati gli organi sociali e ne sono determinati i compensi e sono altresì disciplinati i criteri e le modalità per l’adesione di enti pubblici e soggetti privati alla fondazione e per la loro partecipazione alle attività della stessa.Pag. 243
4. Il patrimonio della fondazione è costituito da apporti dei Ministeri di cui al comma 2 e può essere incrementato da ulteriori apporti dello Stato, nonché dalle risorse provenienti da soggetti pubblici e privati. Le attività della fondazione possono essere finanziate, oltre che tramite le risorse facenti parte del patrimonio di cui al primo periodo, anche da ulteriori contributi di enti pubblici e di soggetti privati.
5. Alla fondazione possono essere concessi in comodato gratuito beni immobili facenti parte del demanio e del patrimonio disponibile e indisponibile dello Stato. L’affidamento in comodato di beni di particolare valore artistico e storico alla fondazione è effettuato dall’amministrazione competente, d’intesa con il Ministro della cultura, fermo restando il relativo regime giuridico dei beni demaniali, previsto dagli articoli 823 e 829, primo comma, del Codice civile.
6. Per lo svolgimento dei propri compiti la fondazione, mediante convenzione, può avvalersi di personale, anche di livello dirigenziale, a tale scopo messo a disposizione su richiesta della stessa, secondo le norme previste dai rispettivi ordinamenti, da enti e da altri soggetti individuati ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196. La fondazione può avvalersi, inoltre, della collaborazione di esperti e di società di consulenza nazionali ed estere, ovvero di università e di istituti di ricerca.
7. Per quanto non disposto dai commi da 1 a 6 e dal decreto di cui al comma 3, la fondazione è regolata dal codice civile. Tutti gli atti connessi alle operazioni di costituzione della fondazione e di conferimento e devoluzione alla stessa sono esclusi da ogni tributo e diritto e vengono effettuati in regime di neutralità fiscale.
8. Per la costituzione e il funzionamento della fondazione è autorizzata la spesa in conto di capitale di 10 milioni di euro per l’anno 2023 e 25 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2030.
9. Gli apporti al fondo di dotazione e al fondo di gestione della fondazione a carico del bilancio dello Stato sono accreditati su un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria dello Stato, intestato alla fondazione.
10. Agli oneri di conto capitale derivanti dal comma 8 si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 23 del decreto-legge 1 marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n. 34.

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Nicodemo Angì

Metà etrusco e metà magno-greco, interessato alle onde (sonore, elettriche, luminose e… del mare) e di ingranaggi, motori e circuiti. Da sempre appassionato di auto e moto, nasco con i veicoli “analogici” a carburatore e mi interesso delle automobili connesse, elettriche e digitali.

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