Se i Big Data sono il “nuovo petrolio”, i componenti elettronici sono le trivelle che consentono di estrarli e processarli in modo che dai numeri si arrivi alle informazioni e poi alle decisioni. La maggior parte dei chip si fanno a Taiwan, epicentro delle tensioni geopolitiche nell’area del Pacifico, ma anche nel Sud d’Italia si sta muovendo l’importante realtà di STMicroelectronics. Nei piani strategici dell’azienda ci sono i modernissimi semiconduttori al carburo di Silicio – SiC – e il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha visitato il cantiere dell’impianto che li produrrà.
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Tecnologie di frontiera che nascono al Sud
L’idea del Ministro e del Governo è quella riportata da Ansa e esemplificata “dalla visita a questo stabilimento così significativo: noi scommettiamo sulla tecnologia di frontiera. Vogliamo uno Stato stratega in condizioni di far crescere i campioni europei che vogliono diventare campioni internazionali. E cominciamo da qui, da dove sembrava più difficile, ovvero dalla Sicilia, dal Mezzogiorno, per dire che qui può diventare il più grande polo di sviluppo per quanto riguarda il carburo di Silicio a livello continentale, sicuramente un modello a livello globale”.
Il costruendo impianto di Catania produrrà quei substrati in carburo di Silicio che sono la base per produrre circuiti integrati basati su questa promettente tecnologia. Il carburo di Silicio è molto apprezzati perché è un semiconduttore di tipo Wide Band Gap e questo consente ai dispositivi che lo adottano di funzionare a tensioni, frequenze e temperature molto più elevate rispetto ai materiali convenzionali come il Silicio (Si) e l’arseniuro di Gallio (GaAs).
Questa efficienza e resistenza al calore permette di costruire per esempio inverter con meno dissipazione di calore – e quindi di energia – e più compatti. Gli inverter convertono la tensione continua delle batterie in corrente elettrica alternata, una funzione vitale non solo per i veicoli elettrici (i loro motori sono alimentati con corrente alternata) ma in generale per la decarbonizzazione della produzione e dell’industria, dato che sono la chiave per il funzionamento dei dispositivi di storage delle energie rinnovabili.
Ricerca, sviluppo e formazione
Il ministro Adolfo Urso ha visitato gli stabilimenti catanesi di STMicroelectronics accompagnato da Jean-Marc Chery, Amministratore Delegato e Presidente del gruppo, apprezzando ulteriormente una realtà che è “Un caso di successo per il Sud e per la partnership italo-francese, tanto più significativo perché sulla frontiera della tecnologia può diventare un modello nella politica industriale europea. Dobbiamo sempre più perseguire la strada di “campioni europei” che siano in condizione di diventare player internazionali”.
Si è anche sottolineata l’importanza di ricerca e sviluppo come traino dell’economia italiana ed europea, evidenziando i valori dei programmi dell’Unone sui quali si basa anche l’investimento di Catania e sottolineando l’importanza del Chips act che il Parlamento europeo dovrebbe varare nelle prossime settimane: “Il governo orienterà le risorse per sostenere gli investimenti sulle nuove frontiere tecnologiche, come semiconduttori, batterie elettriche, cyber sicurezza e intelligenza artificiale”.
Tecnologie così sofisticate richiedono personale all’altezza, con Adolfo Urso a evidenziare una formazione professionale che possa raccordare “Scuola e Università con i bisogni dell’industria italiana più avanzata. Occorre fare il punto sul fabbisogno di figure professionali in modo da orientare le università e i centri di formazione e sviluppo. In quest’ottica sarà importante anche la nuova fondazione sui semiconduttori istituita con la legge di bilancio”.
Investimenti e posti di lavoro qualificati
STMicroelectronics investirà complessivamente 730 milioni per questo impianto di produzione dei substrati di carburo di Silicio. Il progetto è parte del PNRR italiano con l’obiettivo di costruire una fabbrica integrata per la produzione dei già citati substrati epitassiali in carburo di Silicio. L’investimento consentirà l’attivazione di circa 700 posti di lavoro altamente qualificati e questo importantissimo aspetto ha catalizzato una dichiarazione del segretario generale della Camera del Lavoro di Catania, Carmelo De Caudo: “Dalle parole del ministro Urso si evince che gli investimenti nel nostro territorio non si fermeranno al solo PNRR e che alla luce della visione del Governo sulla cosiddetta Etna Valley è oggi più che mai necessario dare seguito a quello che la Cgil chiede da molti anni, ossia una zona industriale dotata di tutte le infrastrutture necessarie. Ci sono grandi opportunità per Catania e la Cgil le segue con estrema attenzione: dalla presenza di STMicroelectronics all’investimento di Enel Green Power 3Sun che punta a ridisegnare il layout aziendale e tutto questo si innesta perfettamente nei processi di transazione energetica e digitale che adesso devono concretizzarsi”.
Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, Barbara Tibaldi, segretaria responsabile del settore Fiom Cgil, e Rosy Scollo, segretaria generale Fiom Catania, in una nota stampa rilevano che “dalle dichiarazioni del ministro Adolfo Urso, in visita oggi alla StMicroelectronics di Catania, traspare la volontà del Governo di proseguire politica degli investimenti sulla microelettronica a Catania. Chiediamo sin da subito un incontro al ministero per definire i contorni di tali investimenti e per rilanciare un piano industriale organico di sviluppo della Sicilia e del Sud, a partire dalle grandi competenze e dalla vocazione industriale che quei territori esprimono”.