Il comparto delle macchine per il packaging chiude il 2022 a 8 miliardi

Secondo i dati resi noti dal Centro Studi di Ucima, il comparto delle macchine per il confezionamento e l’imballaggio chiuderà l’anno con un valore della produzione di 7,98 miliardi, registrando un -3% rispetto al valore record del 2021. A pesare soprattutto lo shortage di componentistica. Aumentano invece gli ordini: sono ben 7,5 i mesi di produzione garantita nel 2023.

Pubblicato il 15 Dic 2022

Packaging


È un segno meno che non desta troppe preoccupazioni il -3% registrato dai costruttori di macchine per il confezionamento e l’imballaggio: secondo i dati di preconsuntivo resi noti da MECS-Centro Studi di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) il comparto infatti chiuderà l’anno con un fatturato totale di circa 8 miliardi di euro (7.986 milioni di euro), con un calo considerato accettabile rispetto al valore record registrato nel 2021, superiore al risultato del 2020 (anno della pandemia) e di poco inferiore a quello del 2019.

Il calo è stato determinato dalla riduzione dell’export, che rappresenta oltre i tre quarti delle vendite: con un fatturato di 6.186 milioni di euro le vendite oltre confine hanno infatti registrato un calo del 4,3% rispetto all’esercizio precedente.

Di segno inverso invece le performance sul mercato domestico, dove le consegne dei costruttori nazionali sono cresciute dell’1,3% in Italia toccando il valore di 1.800 milioni di euro (+1% rispetto al 2021).

Pesano i ritardi della componentistica

I numeri – sottolinea il centro studi dell’associazione –  vanno inquadrati nel contesto geopolitico degli ultimi 12 mesi, con i ritardi di consegna della componentistica che hanno gravato sulle aziende italiane per tutto l’anno (e con avvisaglie concrete già a partire dall’estate 2021), col risultato di avere macchine ordinate, ma non consegnabili per la difficoltà nel completarle.

Inoltre, hanno pesato il rincaro dei costi delle materie prime e dell’energia, oltre agli incrementi dei trasporti. Infine lo scoppio, a febbraio, del conflitto tra Russia e Ucraina ha rappresentato un ulteriore motivo di criticità.

Ordini in crescita e qualche incognita sul 2023

Per il 2023 il quadro resta sostanzialmente positivo: gli ordini infatti sono in aumento con ben 7,5 i mesi di produzione garantita nel 2023.

Rischia però di farsi sentire ancora la questione dello shortage di componenti. “Lo scenario che denunciavamo un anno fa – commenta Riccardo Cavanna, presidente di Ucima – si è purtroppo verificato: continuiamo a ricevere ordini da tutto il mondo, ma i ritmi di consegna hanno subito un brusco rallentamento per il ben noto problema della mancanza di componenti” che, secondo Cavanna, impatterà ancora i prossimi sei mesi, per poi auspicabilmente risolversi.

La domanda, insomma, c’è. “Abbiamo aree geografiche in via di sviluppo sempre più interessate alle nostre tecnologie – prosegue Cavanna – e abbiamo bisogno di ritrovare le performance di prima per dare risposte rapide. Mi auguro che le decisioni comunitarie sull’energia diano presto respiro all’intero tessuto imprenditoriale italiano, e mi auguro anche che venga fatto di più, a livello nazionale, per continuare a sostenere gli investimenti di Industria 4.0″.

Inevitabile anche un riferimento al nuovo regolamento degli imballaggi voluto dall’Unione europea, che privilegia il riuso a scapito del riciclo: “Il nuovo regolamento non ci convince, ma noi ci siamo”, prosegue Cavanna. “Abbiamo sviluppato le tecnologie per il riciclo completo degli imballaggi e abbiamo avuto sempre un ruolo da protagonisti per portare la filiera a raggiungere importanti risultati in termini di circular economy, contribuendo a sviluppare quell’Italian way to circular economy che è uno dei vanti del nostro Paese. Ora siamo pronti a spingere anche sul fronte riuso, come un leader tecnologico mondiale quale siamo deve fare. Siamo pronti a tutto, senza retaggi ideologici, ma affrontando il tema ambientale con serietà e concretezza, a partire dall’analisi della LCA di tutti i materiali e di tutti i cicli di vita, nella consapevolezza che solo un’analisi scientifica e ragionata ci possa condurre al reale miglioramento dello stato di salute del pianeta”.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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