Il 5G ha buone prospettive, ma società e aziende devono ancora comprendere bene come valorizzarle al meglio

Secondo i dati dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano l’Italia vede uno sviluppo lento dei progetti che sfruttano il 5G, ma le prospettive per il futuro sono buone. Cresce l’attenzione verso le prime reti private per rispondere alle richieste del mercato b2b

Pubblicato il 03 Nov 2022

5G network wireless systems and internet of things with  highway overpass motion blur with city skyline background .


Le nuove reti 5G si stanno sviluppando in Italia e nel mondo attraverso sperimentazioni ormai numerose e applicazioni già operative, che sono però ancora molto limitate.

Le reti a banda ultra-larga e ultra-veloce hanno nel proprio Dna potenzialità enormi, ma scontano ancora un freno rilevante per la loro crescita: l’intera società, per quanto riguarda il mercato consumer, e il mondo delle aziende, per quello B2b, “devono ancora comprendere bene come utilizzare e valorizzare al meglio queste funzioni e queste opportunità”, rimarcano in coro i docenti e gli analisti degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

L’Italia, nonostante un alto livello di copertura della rete su tutto il territorio, vede uno sviluppo di progetti molto lento. Le prospettive, però, sono buone. Entro il 2025 il mercato industriale potrà valere 40 milioni di euro nel caso in cui la quinta generazione di reti mobili sarà utilizzata solo per test tecnologici e parziale re-ingegnerizzazione di processi.

Se invece si lavorerà nella giusta direzione in modo che l’offerta si strutturi, e che il 5G diventi lo standard per la connettività industriale e nel mondo business, il mercato potrà valere 200 milioni di euro. In questo secondo caso si raggiungerà un valore con una curva di crescita in linea con i primi anni di innovazioni diventate poi pervasive nel mondo business, come l’Internet of Things o il Cloud.

Sono alcune delle evidenze e delle tendenze che emergono dalla nuova ricerca sul settore dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi presso l’ateneo milanese e in streaming online.

Altri trend in atto: aumentano sempre di più le aspettative verso l’Open RAN (Open Radio Access Network). Cresce l’attenzione verso le prime reti private o dedicate in tutta Europa per rispondere alle richieste del mercato b2b. Negli Stati Uniti si muovono già i grandi cloud provider, con un approccio fortemente sinergico al proprio business model, e lanciano a distanza una sfida agli operatori europei. Mentre la Cina è già più avanti rispetto all’Europa, anche perché la tecnologia 5G è stata fortemente spinta e incentivata dal governo di Pechino.

Guardando alla situazione italiana, Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation, sottolinea: “il 5G è sempre più una realtà a disposizione e a portata di mano, ma sia le persone sia le imprese devono ancora capire a fondo come lo possono utilizzare e sfruttare per ciò che permette di fare. Dato che è una tecnologia del tutto disruptive rispetto alle precedenti reti 3G e 4G, va ancora compresa nelle sue potenzialità”.

Servirebbero grandi progetti di sistema a livello nazionale

E, proprio per questo, Perego lancia una proposta: “servirebbero dei grandi progetti di sistema, a livello nazionale, promossi e sostenuti dalle istituzioni e dai ministeri competenti, per dare un forte impulso allo sviluppo del 5G, una spinta importante per facilitarne la diffusione in tempi rapidi. Un riferimento potrebbe essere ad esempio quanto è stato fatto per la fatturazione elettronica: l’intervento normativo dello Stato ha accelerato lo sviluppo della tecnologia, che altrimenti avrebbe impiegato molto più tempo a diffondersi nel mercato. Un altro esempio può essere quello dei sistemi di Smart metering per le forniture di gas ed energetiche”.

Per quanto riguarda il mondo aziendale e business, opportunità e prospettive delle reti 5G sono svariate e variegate, dallo streaming di immagini alla data collection e governance, mobilità, droni, intelligenza artificiale, realtà aumentata, manutenzione a distanza e predittiva, robotica e digital twin. Ma, come a volte accade, la tecnologia sta correndo più velocemente di quanto gli esseri umani siano pronti e predisposti a usarla e a valorizzarla al meglio.

Oltre a una ancora scarsa conoscenza di questa tecnologia, “restano altre barriere da superare”, fa notare Giovanni Miragliotta, responsabile scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond, che oggi al Politecnico di Milano e in streaming online ha presentato il suo nuovo report sul settore. Tra gli altri ostacoli che frenano lo sviluppo, “insieme alla scarsa conoscenza c’è di conseguenza una scarsa formazione su queste tecnologie”, sottolinea Miragliotta. “Occorre poi una maggiore interazione e sinergia tra pubblico e privato, e una maggiore maturità di tutto il sistema dell’offerta, che sta facendo molto in termini di sperimentazione, ma offerta e mercato si devono consolidare”.

Lo sviluppo di edge computing e cloud

Per ciò che riguarda in particolare l’integrazione con il mondo edge computing, “in questo ambito, a livello locale e internazionale, si stanno muovendo i grandi operatori IT e le Big tech, che investono molto nel mondo cloud”, osserva Antonio Capone, responsabile scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond, “e in prospettiva il rischio è che questi Big del mercato la facciano da padrone, come è già successo in passato per altre applicazioni tecnologiche”, ad esempio quelle delle grandi piattaforme digitali e dei Social network.

Capone rileva poi che “sul lato tecnologico, negli ultimi 12 mesi si sono affermate alcune evoluzioni che già si erano intuite negli scorsi anni, come le architetture basate sulla disaggregazione delle funzioni della rete secondo lo standard Open RAN e le reti private, che già esistono in 4G ma solo con il 5G diventeranno un’importante componente architetturale e strategica”.

Sul lato invece del mercato industriale, “negli Usa sono entrati nel mondo del 5G privato i grandi player del cloud, con un approccio legato al loro modello di business – aggiunge Capone -, una mossa strategica che non può sfuggire ai nostri attori Telco e a tutto l’ecosistema, perché nei prossimi due-tre anni si giocherà la partita decisiva per il settore anche sulla base delle scelte che dovranno essere fatte in Europa sulla gestione dello spettro radio”.

Una rete 5G da potenziare e valorizzare

Secondo le analisi DESI 2022 e GSMA Intelligence, il 5G in Italia copre tra il 96% il 99,7% della popolazione; secondo questi dati l’Italia è il paese con la maggiore copertura 5G in Europa, contro il 65,8% della media. Questa fotografia considera, però, la copertura ottenuta con il cosiddetto Dynamic Spectrum Sharing che consente ad un operatore telefonico di sfruttare lo spettro di frequenze del 4G anche per il 5G.

Considerando solo la copertura 5G Non Stand Alone, l’Italia a fine 2021 risulta tra gli ultimi paesi in Europa, con un valore pari al 7,3%. Con le risorse del PNRR verranno colmate alcune lacune di copertura delle porzioni di territorio meno popolate con nuovi siti, e verranno realizzati rilegamenti in fibra ottica per tutti i siti radiomobili che sono ancora collegati in ponte radio.

Lo sviluppo delle reti private

All’interno del mercato industriale (b2b) nel 2022 cresce l’interesse verso le reti radiomobili dedicate o private, tipologia che già esiste in ambito 4G, ma che con il 5G diventa componente architetturale e strategica per operatori e utilizzatori, grazie a un ventaglio di nuovi servizi avanzati realizzabili.

Le reti private 5G consentono copertura radio dedicata, utilizzo mirato e garantito delle risorse di rete focalizzato al servizio radio offerto, possibilità di utilizzare le infrastrutture cloud del cliente per realizzare un’architettura edge (vicino all’utente) efficace. Nelle 27 nazioni dell’Unione Europea al momento ci sono 71 casi di deployment di rete privata per il mercato b2b, sviluppati principalmente nei settori Manifatturiero (46%), Logistica (18%) e Trasporti (11%).

“Nessun caso, però, è “Business Ready”, quindi effettivamente in produzione, spiega Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio 5G & Beyond. “Ciò dimostra come si stia parlando di un mercato che non ha ancora individuato chiaramente l’applicazione che permette di realizzare il vero potenziale. Così come per il mondo b2b, anche per il b2c sembra esserci un’evoluzione dei progetti abbastanza contenuta rispetto a quanto ci si potesse aspettare osservando le caratteristiche e il potenziale della rete di quinta generazione”.

Progetti e prospettive, da Genova a Pechino

Per citare una delle applicazioni già realizzate sul campo in Italia, a Genova è stato realizzato un progetto promosso dal ministero dello Sviluppo economico applicato alla mobilità, non in un ambiente ‘protetto’ e isolato ma direttamente nella strade cittadine: “una rete 5G è stata applicata alla mobilità pubblica, gestendo in maniera ‘intelligente’ i semafori di un’area del capoluogo ligure, in modo da agevolare e velocizzare il passaggio degli autobus pubblici”, sottolinea Cinzia Campanella, Head of Innovation in Vodafone Business: “attraverso sensori e connettività 5G, al passaggio dei bus i semafori prolungavano la durata della luce verde, consentendo collegamenti più veloci e meno rallentati dagli stop semaforici, e anche una conseguente riduzione delle emissioni inquinanti”.

Ma guardando invece al colosso cinese, la situazione è già ben diversa: “in Cina c’è stata una spinta governativa molto forte, anche con incentivi e finanziamenti, per favorire lo sviluppo del 5G”, fa notare Alessandro Casagni, responsabile Wireless regulatory policy Emea di Huawei: “nel grande Paese asiatico ci sono pochi grandi operatori che trainano il settore, lo scenario è meno frammentato rispetto ad altri Paesi”.

In Cina “si parla di 5G2B, rivolto al mercato business”, osserva Casagni, “un settore che attualmente vale 400 milioni di euro di fatturato, ma con un indotto che può decuplicare a seconda dei progetti che verranno sviluppati. Per esempio, per l’operatore China Mobile il fatturato del 5G2B è aumentato di oltre il 200% lo scorso anno, e in tutto il Paese si contano già, ad esempio, oltre 600 ospedali, 200 miniere, 90 porti che usano connettività 5G. Tutto il sistema cinese sta quindi accelerando sull’adozione e la diffusione di questa tecnologia e delle sue possibilità”.

Le applicazioni del 5G per il b2c

L’Osservatorio del Politecnico milanese ha censito 135 casi d’uso b2c con il 5G in Francia, Germania, Italia, Spagna e Stati Uniti. Il maggior numero si concentra nei settori dell’intrattenimento e del gaming, grazie alla possibilità di fruire di nuovi servizi (ad esempio il cloud gaming), e dello sport, in cui si punta ad arricchire l’esperienza dello spettatore, ad esempio tramite l’utilizzo della realtà aumentata all’interno dello stadio per visualizzare informazioni aggiuntive in tempo reale. Entrambi i settori si collocano al 33%.

Anche Arte, Turismo e Hospitality (22%) fa dell’arricchimento dell’esperienza il servizio di punta, in particolare grazie all’utilizzo di realtà aumentata o virtuale per la ricostruzione digitale dei siti storici. Infine, troviamo il settore dell’Education (12%).

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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