AMBROSETTI E MICROSOFT

I potenziali impatti dell’AI Generativa sul sistema-Italia: +18,2% di Pil e crescita del valore aggiunto per PMI ed export, ma servono investimenti e competenze

Il rapporto “AI 4 Italy: from theory to practice” condotto da TEHA Group in collaborazione con Microsoft Italia evidenzia che l’adozione su vasta scala dell’AI Generativa potrebbe incrementare il PIL italiano fino al 18,2% nei prossimi 15 anni, con un potenziale aumento del valore aggiunto di 312 miliardi di euro. Le PMI potrebbero beneficiare di una crescita del valore aggiunto fino a 122 miliardi di euro. Tuttavia, per sfruttare appieno questa opportunità, è cruciale investire in competenze digitali, infrastrutture e politiche industriali mirate, affrontando la carenza di competenze e la necessità di attrarre investimenti nel settore dell’AI. E serve un cambio di paradigma: passare dal Made in Italy al “Pensato in Italia”…

Pubblicato il 07 Set 2024

AI PMI


L’introduzione su vasta scala dell’Intelligenza Artificiale Generativa potrà generare un incremento fino a 312 miliardi di euro del valore aggiunto annuo dell’economia italiana nei prossimi 15 anni, pari a una crescita fino al 18,2% del PIL. In particolare, le PMI potranno beneficiare fino a 122 miliardi di euro di crescita del valore aggiunto, dimostrando come anche le realtà di dimensioni più contenute possano trarre importanti vantaggi da queste tecnologie.

I vantaggi, per le aziende che hanno già adottato questa tecnologia, sono già tangibili e quantificabili: il 47% delle aziende riporta infatti una crescita di guadagni di oltre il 5%, mentre nel 74% dei casi la crescita riportata è pari all’1%.

Sono queste alcune delle evidenze che emergono dalla ricerca “AI 4 Italy: from theory to practice” condotta da TEHA Group (The European House Ambrosetti) in collaborazione con Microsoft Italia. La ricerca evidenzia anche alcuni limiti dell’approccio italiano, primo fra tutti la mancanza di competenze, aggravata da un’offerta accademica incentrata sull’AI ancora insufficiente e l’incapacità dell’Italia di trattenere i giovani che forma nel suo sistema scolastico.

AI Generativa, la situazione italiana fotografata dallo studio in 5 capitoli

Il rapporto strategico – presentato nel corso del 50° Forum di Cernobbio – si pone l’obiettivo di sintetizzare le riflessioni scaturite dalla ricerca e dal dialogo con vari attori, al fine di promuovere una politica industriale che integri le opportunità dell’Intelligenza Artificiale nel sistema economico nazionale.

Strutturato in cinque capitoli, il rapporto offre una visione olistica e dettagliata dell’argomento. Il primo capitolo esplora i driver tecnologici e competitivi dell’AI Generativa, evidenziando gli investimenti e le competenze necessari per il suo sviluppo.

Il secondo capitolo analizza il potenziale economico dell’AI Generativa per il Made in Italy e le PMI, stimando un significativo incremento del PIL e delle esportazioni.

Il terzo capitolo presenta i risultati di una survey sull’adozione dell’AI tra le aziende italiane, rilevando benefici attesi e ostacoli, come la carenza di competenze specifiche.

Il quarto capitolo confronta le politiche industriali di 69 Paesi, individuando best practice internazionali utili per l’Italia. Infine, il quinto capitolo delinea tre assi strategici fondamentali per una politica industriale efficace, sottolineando l’importanza del potenziamento delle competenze digitali per il successo dell’AI Generativa.

I 4 driver per cogliere appieno le potenzialità dell’AI Generativa

La precedente ricerca di TEHA Group in collaborazione con Microsoft “AI4Italy: impatti e prospettive dell’Intelligenza Artificiale generativa per l’Italia e il Made in Italy”, presentata nel settembre 2023, ha rivelato che l’AI Generativa potrebbe aumentare il PIL italiano fino al 18,2% annuo nei prossimi 15 anni, offrendo un’opportunità straordinaria per l’economia del Paese.

Per sfruttare appieno questo potenziale, precisa il rapporto di quest’anno, è fondamentale sviluppare una politica industriale che supporti i quattro principali fattori abilitanti: gli investimenti e l’open innovation; i modelli e il software; le infrastrutture e l’hardware; le competenze e i talenti.

  • Gli investimenti e l’open innovation sono cruciali per lo sviluppo e la nascita di nuove aziende di AI Generativa. Nel 2023, il settore del Private Equity ha visto un incremento significativo degli investimenti, superando i 90 miliardi di dollari, con una netta prevalenza negli Stati Uniti. Tuttavia, l’Unione Europea e l’Italia sono ancora indietro, attirando solo una piccola percentuale di questi investimenti. È essenziale che l’Italia intensifichi gli sforzi per attrarre capitali e sostenere l’innovazione nel settore dell’AI.
  • Il secondo driver riguarda i modelli e il software. L’avanzamento tecnologico è fondamentale per mantenere la competitività, con un numero crescente di modelli sempre più sofisticati e accurati. Nel 2023, gli Stati Uniti hanno sviluppato il 69% dei foundation model, mentre l’Unione Europea ha contribuito solo al 4%. Per l’Italia, è cruciale aumentare la propria presenza in questo mercato, investendo in ricerca e sviluppo per creare modelli di AI avanzati.
  • Le infrastrutture e l’hardware rappresentano il terzo driver, anche questo punto critico per il nostro Paese. L’Italia è infatti in ritardo nel panorama globale dei data center, con sole 112 infrastrutture su oltre 7.000 censite nel mondo. Investire nello sviluppo di data center è essenziale per supportare l’adozione diffusa e sicura dell’AI Generativa, attrarre investimenti esteri e rafforzare la sovranità digitale.
  • Infine le competenze e i talenti, fondamentali per sfruttare al meglio le opportunità offerte da questa tecnologia. La diffusione delle competenze specifiche in Italia è al di sotto della media dell’OCSE, con un valore di 0,93 rispetto all’indice di riferimento di 1. Particolarmente critica è la situazione nel settore manifatturiero, dove l’Italia registra un valore di 0,54. La carenza di competenze potrebbe limitare la capacità del Paese di competere a livello internazionale, rendendo urgente l’adozione di misure concrete per migliorare la formazione e diffondere le competenze digitali necessarie.

Il potenziale impatto dell’AI generativa su PMI ed export

Per stimare l’impatto che l’AI Generativa potrebbe avere sulla produttività del sistema Italia, i ricercatori del TEHA Group hanno messo a punto un modello che restituisce risultati secondo due metriche di produttività tra loro speculari: minor numero di ore lavorate a parità di valore aggiunto prodotto oppure maggiore valore aggiunto creato a parità di ore lavorate.

Questo modello mostra che le grandi imprese italiane trarranno i maggiori benefici dall’adozione dell’AI Generativa, grazie a quattro principali vantaggi:

  1. possono sostenere più facilmente i costi di implementazione e sviluppo delle soluzioni di Intelligenza Artificiale
  2. dispongono di  un accesso facilitato a team di esperti in tecnologie in grado di sviluppare e gestire progetti complessi di Intelligenza Artificiale
  3. dispongono di una grande quantità di dati
  4. sono caratterizzate da un management team e di una cultura aziendale maggiormente orientati all’innovazione e all’adozione di nuove tecnologie

Le PMI italiane, che costituiscono il 98% delle 230.000 imprese nel Paese, affrontano maggiori sfide a causa di limitate risorse finanziarie e competenze tecnologiche.

Tuttavia, il potenziale di valore aggiunto per le PMI è significativo: il modello di stima di TEHA Group prevede un aumento del valore aggiunto fino a 122 miliardi di euro, pari al 40% dei benefici potenziali associati all’AI Generativa. Questo incremento potrebbe avvenire se le PMI riuscissero a raggiungere un tasso di adozione dell’AI del 50%.

Per quanto riguarda le esportazioni, l’AI Generativa potrebbe contribuire a un aumento della produttività, riducendo i costi di produzione e aumentando la marginalità dei prodotti esportati.

Nel 2023, le esportazioni italiane hanno raggiunto circa 626 miliardi di euro, con una concentrazione significativa nei settori della meccanica, farmaceutica, abbigliamento, computer e dispositivi ottici, e automotive. L’adozione dell’AI Generativa potrebbe portare a un aumento del 19,5% dei margini delle imprese italiane, corrispondente a circa 121,2 miliardi di euro.

Il settore dei macchinari è quello che potrebbe beneficiare maggiormente, con una crescita della marginalità stimata in circa 20 miliardi di euro, seguito dalla farmaceutica e dai computer e dispositivi ottici. Anche l’industria agroalimentare potrebbe ottenere notevoli benefici, rafforzando il posizionamento del Paese nei mercati internazionali.

Dal Made in Italy al “Pensato in Italia”

Impatti che, avvertono gli autori del rapporto, dipendono tuttavia dalla velocità di adozione della tecnologia, soprattutto per quanto riguarda il settore industriale, per via della sua maggiore vocazione all’export.

“L’Intelligenza Artificiale Generativa è un treno in corsa che passa velocemente: occorre sfruttare il progresso tecnologico e cogliere i vantaggi di questa opportunità storica per rilanciare la nostra economia”, si legge nel rapporto.

La posta in gioco è decisamente elevata: circa 600 miliardi di euro di esportazioni. Cifre che, sottolineano gli autori del rapporto, devono spingere la classe politica e gli imprenditori ad accelerare nel percorso di adozione della tecnologia.

La sfida sarà quella di passare dal Made in Italy al “Pensato in Italia”, sfruttando l’Intelligenza Artificiale Generativa per creare prodotti e servizi unici e personalizzati.

Le 4 best practice per guidare l’adozione dell’AI

Per dare maggiore concretezza ai percorsi di adozione dell’Intelligenza Artificiale in Italia, i ricercatori del TEHA Group hanno condotto un’analisi su 69 Stati mappati dall’Osservatorio sulle politiche dell’Intelligenza Artificiale dell’OCSE, individuando le best practice, le politiche d’avanguardia e le misure concrete adottate dai Paesi leader in questa tecnologia.

L’analisi delle politiche pubbliche sull’AI ha messo in luce alcune best practice e misure innovative adottate da otto Paesi leader: Cina, Francia, Germania, India, Regno Unito, Singapore, Spagna e Stati Uniti d’America.

Le strategie nazionali dei Paesi più avanzati condividono elementi comuni, raggruppabili in quattro ambiti specifici:

  1. politiche pubbliche per favorire lo sviluppo dell’ecosistema dell’AI. Tra le best practise rilevate in questo ambito vi sono normative flessibili e sandbox per accelerare l’adozione
  2. diffusione dell’AI nell’ecosistema produttivo e nella Pubblica Amministrazione. Tra le best practise individuate in questo ambito troviamo incentivi finanziari ai provider delle tecnologie della GenAI, facilitazioni (sia per il settore pubblico che privato) per accelerare l’adozione e partnership pubblico-private per attrarre investimenti
  3. ruolo dell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione tecnologica (comprendendo start-up, scale-up e grandi provider tecnologici) nel sostegno alla ricerca sull’AI generativa e, più in generale, sui semiconduttori
  4. ruolo del sistema dell’istruzione e della formazione per lo sviluppo delle competenze di base e specialistiche. Importanti, per accelerare l’adozione, sono programmi universitari e percorsi ITS dedicati allo sviluppo dei talenti nel campo dell’AI

Come promuovere una politica industriale per l’AI in Italia

A partire dell’analisi della situazione italiana e dal confronto con le politiche adottate dai paesi che si trovano in una situazione di leadership nell’adozione dell’AI generativa, gli autori del rapporto individuano tre assi strategici su cui si dovranno concentrare le politiche italiane destinate ad accelerare e favorire l’adozione di questa tecnologia:

  1. la diffusione dell’AI Generativa come strumento chiave per aumentare la produttività del Paese, richiedendo competenze digitali di base per una sua adozione diffusa
  2. l’integrazione dell’AI nel Made in Italy e nelle PMI per mantenere alta la competitività industriale, necessitando di figure professionali capaci di sviluppare soluzioni tailor-made per le aziende
  3. sviluppare capacità tecnologiche avanzate, fondamentali per diffondere una maggiore autonomia digitale e posizionare l’Italia tra i Paesi leader a livello globale, richiedendo competenze avanzate nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale.

Questi tre assi strategici sono strettamente interconnessi e richiedono un solido supporto formativo, coinvolgendo scuole, università e aziende, per facilitare lo sviluppo e l’adozione di soluzioni di AI avanzate.

Per massimizzare i benefici dell’AI Generativa, è cruciale superare la fase iniziale di adozione e scalare l’implementazione a tutto il sistema industriale.

Attualmente, solo l’8% delle aziende italiane ha adottato l’AI Generativa in modo esteso, mentre la maggior parte delle aziende la utilizza a livello di singoli team o su base individuale. Per ottenere un’efficienza operativa migliorata e sfruttare l’AI come leva per un incremento sostanziale della produttività, spiega il rapporto, è necessario che le aziende adottino rapidamente le piattaforme di AI Generativa su larga scala.

Ma per favorire l’adozione dell’AI Generativa nelle aziende italiane, è essenziale affrontare alcune difficoltà chiave, come la mancanza di competenze interne, la scarsa comprensione degli ambiti di applicazione, la resistenza al cambiamento e la cultura aziendale, e l’integrazione delle tecnologie nei processi aziendali.

Inoltre, per garantire un presidio tecnologico efficace, l’Italia deve sviluppare capacità distintive nella creazione di modelli di AI ottimizzati per le specificità linguistiche e normative locali. È quindi essenziale rafforzare il sistema di data center sul territorio italiano ed europeo per migliorare la sicurezza dei dati e ridurre la latenza, garantendo anche la sovranità digitale.

Collaborazioni internazionali e open innovation possono accelerare l’innovazione e l’adozione di nuove soluzioni, ma è altrettanto cruciale investire in modelli di AI su misura, ottimizzati per il contesto italiano.

Infine, per competere a livello internazionale, è fondamentale valorizzare competenze diversificate, che vadano oltre la conoscenza tecnico-informatica. Solo attraverso un approccio multidisciplinare, l’Italia potrà sfruttare appieno il potenziale dell’AI Generativa e rafforzare la sua posizione nel panorama globale.

Le 7 proposte per una politica industriale italiana per l’AI

Il rapporto, infine, si conclude con sette proposte di policy per aiutare l’Italia a ridurre il divario con gli altri paesi e accelerare sull’adozione dell’AI, assicurando così di cogliere tutto il potenziale di questa tecnologia.

Le proposte si concentrano su tre fattori principali: competenze, innovazione e governance. Vediamo quindi quali sono gli interventi suggeriti dal rapporto.

1. Lanciare un piano di azione nazionale di alfabetizzazione sull’AI

La prima proposta riguarda il lancio di un Piano Nazionale di alfabetizzazione sull’AI, mirato a sensibilizzare e diffondere conoscenze di base a tutti i livelli scolastici e tra i cittadini. 

Dato il rapido sviluppo dell’AI Generativa e la trasformazione del mercato, è cruciale espandere le competenze digitali, sia di base che avanzate, per sfruttare appieno le opportunità offerte. L’Italia deve adottare un piano strategico per colmare le attuali lacune, considerando che il Paese si trova sotto la media OCSE per la diffusione delle competenze in AI.

Questo sforzo deve partire dall’istruzione scolastica e universitaria, integrando l’AI in vari ambiti di studio, e proseguire con la formazione continua a livello aziendale e tra i cittadini, per favorire una diffusione rapida e pervasiva della tecnologia.

2. Aumentare l’offerta formativa scolastica e universitaria per lo sviluppo di talenti che possano abilitare l’innovazione guidata dall’Intelligenza Artificiale

La seconda proposta prevede di aumentare l’offerta formativa scolastica e universitaria per sviluppare talenti capaci di guidare l’innovazione nell’Intelligenza Artificiale.

La ricerca e lo sviluppo nel campo dell’AI sono essenziali per alimentare l’innovazione e garantire la competitività del sistema-Paese. Per sostenere questo progresso, è cruciale rafforzare l’offerta formativa universitaria, creando percorsi che rispondano alle esigenze del mercato dell’AI in continua evoluzione.

Inoltre, è fondamentale sviluppare uno o più centri specializzati per coordinare le attività di ricerca, facilitare lo scambio di informazioni e promuovere la cooperazione tra i vari attori del settore.

Questi poli centrali ottimizzerebbero risorse e competenze, favorendo un ambiente di ricerca integrato e sinergico. Inoltre, faciliterebbero il trasferimento tecnologico, trasformando le innovazioni scientifiche in prodotti e servizi concreti, stimolando ulteriormente la crescita economica e la competitività del settore.

3. Favorire l’attrazione di talenti digitali dall’estero e incentivare piani formativi sull’IA per le aziende

La terza proposta si concentra sull’attrazione di talenti digitali dall’estero e sull’incentivazione di piani formativi sull’AI per le aziende, attraverso sinergie con sindacati e associazioni datoriali.

Rafforzare le competenze e la presenza di lavoratori qualificati tramite l’attrazione di talenti digitali internazionali è una strategia fondamentale per colmare l’attuale gap e integrare nuove competenze nel mercato del lavoro italiano. Le aziende italiane dovranno creare piani formativi specifici sull’AI per aggiornare il personale esistente e adattarlo alle nuove esigenze del mercato.

La collaborazione con sindacati e associazioni imprenditoriali è essenziale per sviluppare programmi formativi condivisi e personalizzati, rispondendo alle necessità del tessuto imprenditoriale nazionale. Questo approccio garantisce interventi formativi mirati, efficaci e capaci di generare un impatto positivo sia per i lavoratori che per le imprese, rendendo l’Italia una destinazione attraente per i talenti digitali internazionali

4. Stimolare un ecosistema che possa promuovere la leadership industriale italiana dell’AI Generativa per il Made in Italy

La quarta proposta suggerisce l’attivazione di “AI factory” nei territori e nei distretti industriali per stimolare un ecosistema che promuova la leadership industriale italiana nell’IA Generativa, valorizzando anche le strutture già esistenti dei Competence Center.

L’industria italiana necessita di centri focalizzati sull’AI che fungano da catalizzatori per l’innovazione e la creazione di valore. Questi centri dovrebbero essere progettati per sfruttare le infrastrutture esistenti e favorire la collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca.

Le “AI factory” agirebbero come hub per la promozione di progetti di ricerca e sviluppo, creando sinergie che stimolino l’adozione e l’implementazione delle tecnologie di AI Generativa. Questo approccio non solo accelererebbe l’innovazione, ma consoliderebbe anche il ruolo dell’Italia come leader nel settore, valorizzando progetti ad alto impatto e promuovendo un’industria italiana all’avanguardia nell’AI Generativa.

5. Promuovere la Strategia AI per l’Industria 5.0 dotata di adeguate risorse finanziarie

La quinta proposta promuove una strategia AI per l’Industria 5.0, dotata di adeguate risorse finanziarie, per incentivare l’adozione e lo sviluppo dell’AI Generativa in Italia.

Questa strategia, che incorpora i nuovi progressi tecnologici, rappresenta un’opportunità fondamentale per promuovere l’innovazione del Made in Italy. Ponendo imprese e cittadini al centro del percorso di crescita e mettendo la tecnologia al servizio della realizzazione personale e professionale, le tecnologie emergenti possono stimolare l’economia e contribuire al benessere sociale e ambientale.

Integrando misure specifiche volte a favorire una collaborazione avanzata tra uomo e macchina, si può garantire un’adozione dell’AI che sia innovativa e responsabile, evitando rischi di frammentazione e massimizzando i benefici economici e sociali.

In questo modo, l’Italia ha l’opportunità di posizionarsi come leader nell’adozione dell’AI, allineando il progresso tecnologico con gli obiettivi di sviluppo e creando un ecosistema in cui innovazione e sostenibilità avanzano di pari passo, rafforzando il prestigio del Made in Italy.

6. Stanziare fondi specifici per lo sviluppo dell’AI generativa

La sesta proposta prevede di stanziare fondi specifici per l’adozione e lo sviluppo di soluzioni basate sull’AI Generativa, definendo con precisione l’entità e la destinazione degli investimenti per garantire un utilizzo mirato ed efficace.

L’adozione dell’AI Generativa rappresenta una delle frontiere più promettenti dell’innovazione tecnologica, e investire in modo strategico è cruciale per migliorare la competitività del Paese a livello globale. È fondamentale destinare una parte significativa delle risorse alla formazione e allo sviluppo di competenze specifiche sull’AI Generativa, creando un ecosistema sostenibile capace di generare valore nel lungo termine.

Inoltre, garantire la trasparenza nella gestione e nell’allocazione delle risorse permetterà di monitorare l’efficacia degli investimenti. Meccanismi di controllo e valutazione periodica consentiranno di adattare le strategie in base ai risultati ottenuti, assicurando che l’Italia possa non solo seguire, ma guidare la corsa all’AI Generativa a livello globale.

7. Governance dell’AI, dare maggior peso alle strutture esistenti

La settima proposta punta a dare maggiore centralità alle strutture istituzionali esistenti deputate al coordinamento e allo sviluppo dell’AI, attribuendo loro un ruolo strategico nella programmazione economica e industriale di medio-lungo periodo.

Potenziare queste strutture è fondamentale per garantire un progresso efficace e coordinato nel campo dell’Intelligenza Artificiale e del digitale.

Un rafforzamento della governance ottimizzerebbe la gestione e il coordinamento delle politiche e delle iniziative nel settore dell’AI, assicurando che la ricerca, l’adozione e lo sviluppo industriale siano pienamente allineati con le strategie nazionali. Questo migliorerebbe significativamente la capacità di supervisionare e orientare gli sforzi nel campo dell’AI, massimizzando l’efficacia delle risorse impiegate.

Inoltre, è essenziale che la governance faciliti il dialogo tra le varie componenti dell’ecosistema dell’AI, comprese le istituzioni pubbliche, il settore privato, le università e i centri di ricerca. Questo approccio consentirà di creare sinergie, condividere conoscenze e promuovere le migliori pratiche, contribuendo a un’adozione più rapida e integrata dell’AI nel Paese.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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