Si è svolto ieri a Milano, alla sede della Banca d’Italia, l’incontro tra Mario Draghi, incaricato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di redigere entro l’estate un Rapporto sulla competitività dell’industria europea, e i vertici dell’ERT, la European RoundTable for Industry, associazione che riunisce i leader delle più grandi multinazionali europee. Obiettivo del meeting era discutere e proporre politiche per rafforzare la competitività dell’industria nel continente.
All’incontro hanno partecipato, in rappresentanza dell’ERT, il suo presidente Jean-François van Boxmeer, che è presidente di Vodafone, Dimitri Papalexopoulos, presidente di Titan Cement Group, Ilham Kadri, CEO di Solvay, Jim Hagemann Snabe, presidente di Siemens, e Jacob Wallenberg, presidente di Investor AB (ma anche vice presidente di ABB e Ericsson).
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L’incontro
I cinque industriali hanno portato all’attenzione di Draghi la necessità di un’Europa più forte e competitiva, capace di rispondere alla perdita di posizioni rispetto a Stati Uniti e Cina: basti pensare che tra il 2001 e il 2021 il peso industriale dell’Europa si è progressivamente e inesorabilmente ridotto: in termini di valore aggiunto, il Vecchio continente, che rappresentava oltre il 20% del totale mondiale nel 2001, è crollato al 14%. Gli Stati Uniti, che partivano dal nostro stesso livello, sono scesi, ma “solo” fino al 16%. Mentre la Cina è salita da meno del 10% al 28,3%.
Uscendo dall’incontro, van Boxmeer ha indicato come priorità assoluta la transizione energetica, che tuttavia deve essere bilanciata con la necessità di preservare la competitività delle imprese europee.
Il presidente di Vodafone ha riconosciuto che si tratta di un equilibrio delicato e ha sottolineato che il compito dell’UE è adottare misure per migliorare innovazione e competitività globale dell’industria europea: “Dobbiamo preservare la competitività delle nostre imprese per competere con il resto del mondo, con Cina e Usa, e stare al passo sul fronte dell’innovazione. È un equilibrio delicato, credo che dovremo adottare diverse misure nel futuro”.
Draghi dal suo canto ha giudicato positivamente la riunione, definita “uno dei tanti passi del percorso che porterà all’elaborazione del Rapporto sulla competitività dell’industria UE”.
Le richieste (e le proposte) dell’ERT
A fine 2023 l’ERT ha pubblicato la sua visione in un paper intitolato “Securing Europe’s place in a new world order”.
Il documento delinea la visione degli industriali europei per il periodo 2024-2029 per elaborare una risposta alle numerose sfide emerse negli ultimi anni tra cui la guerra in Ucraina, la crisi climatica e la trasformazione digitale.
Il documento sottolinea che la realizzazione di questi obiettivi richiederà un impegno comune da parte di tutti gli attori: imprese, governi e società civile.
Le proposte
Per raggiungere questo obiettivo, l’ERT propone una serie di misure per incidere su diverse direttrici, tra cui transizione ecologica e competitività.
Sul fronte della competitività, serve un programma per rimuovere gli ostacoli all’interno del mercato unico europeo: l’Unione Europea dovrebbe adottare una visione complessiva della competitività, incoraggiando una regolamentazione che supporti l’attività imprenditoriale e che incrementi l’attrattività del contesto europeo.
Sul versante dell’innovazione occorre ripensare la normativa relativa alle tecnologie emergenti. Si dovrebbe rafforzare la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e promuovere la standardizzazione a livello internazionale, oltre ad incentivare quelle innovazioni la cui adozione richiede ingenti investimenti.
Serve poi una migliore politica sulla concorrenza, con particolare riferimento alle valutazioni relative alle fusioni aziendali (un messaggio per l’anti trust, ndr), che dovrebbero riflettere in maniera più accurata le realtà attuali del mercato e risultare maggiormente in linea con le politiche europee. È fondamentale potenziare il ruolo della Commissione Europea come garante del mercato unico e assicurare procedimenti giuridici più celere per incrementare la certezza del diritto.
Sulla trasformazione digitale servono investimenti nelle infrastrutture digitali, incentivi che promuovano l’adozione di innovazioni tecnologiche e un potenziamento della sicurezza informatica.
Sul fronte della transizione energetica e del cambiamento climatico la proposta è di accelerare il processo di decarbonizzazione evitando al contempo la deindustrializzazione, sviluppare le infrastrutture energetiche dell’UE e favorire l’adozione delle fonti di energia rinnovabile, nonché impegnarsi per stabilire condizioni equitative a livello internazionale attraverso una tariffazione corretta dell’impronta di carbonio dei prodotti.
Sul commercio la richiesta è di rafforzare le alleanze internazionali, ripristinare gli equilibri a livello globale con lo scopo di aumentare la sicurezza economica.
E c’è anche il tema delle competenze: qui la proposta è di migliorare il sistema educativo, favorire la riqualificazione professionale e sviluppare una politica migratoria che risponda alle necessità di competenze specifiche dell’UE.