Giancarlo Giorgetti, Ministro dello Sviluppo Economico, Vittorio Colao, Ministro dell’innovazione e della transizione digitale e Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica. Sono le tre figure scelte da Mario Draghi per guidare i tre ministeri del suo Governo più vicini ai temi dell’innovazione e della transizione energetica e digitale. Che subiscono però una forte trasformazione, con passaggi di competenze da uno all’altro. Vediamo come.
Iniziamo dal nuovo Ministero della Transizione Ecologica. Nasce come “re-branding” del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, a cui, come ha spiegato Draghi, saranno accorpate le competenze sull’energia presenti in tutti gli altri ministeri. Il primo a cedere le sue competenze sarà naturalmente il Ministero dello Sviluppo Economico.
A guidare il nuovo ministero è Roberto Cingolani. Classe 1961, milanese di nascita e pugliese di adozione, laureato in fisica, ricercatore, Professore Ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Lecce e divulgatore, Cingolani è stato il primo direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che ha diretto per 14 anni, prima di cedere il timone a Giorgio Metta e passare, a settembre 2019, in forze a Leonardo come Chief Technology & Innovation Officer.
Cingolani è dunque uomo di scienza e tecnologia, che si è occupato di fisica, semiconduttori, nanotecnologie, scienza dei materiali e anche, soprattutto di robotica (all’IIT – lo ricordiamo – è nato iCub, il robot umanoide italiano) e, nella recente esperienza in Leonardo, inevitabilmente anche di cyber security. Alui il compito di gestire il lato “green” della transizione, cui è riservata la fetta più consistente delle risorse del Recovery Plan.
Vittorio Colao è invece il nuovo Ministro dell’innovazione e della transizione digitale. Anche questo ministero (che è senza portafoglio) subisce un revamping. Il MID guidato da Paola Pisano infatti era “Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione”. Il cambio di nome potrebbe testimoniare un maggior rilievo (a discapito del Ministero dello Sviluppo Economico) nella gestione delle risorse del Recovery Plan.
Colao, ex AD di Vodafone, è entrato sulla scena politica italiana la scorsa estate, quando guidò il comitato di esperti in materia economica e sociale (ne faceva parte anche Cingolani) realizzando, su commissione di Conte, il Piano Colao per contribuire all’elaborazione di una strategia di rilancio dell’Italia. Piano a cui poi il Governo non diede grande seguito.
A Giancarlo Giorgetti, il “leghista buono”, va invece la guida del Ministero dello Sviluppo Economico, o almeno di quello che ne resta. Vale la pena infatti ricordare che proprio con la nascita del Governo Conte 2 il Mise si vide privato delle competenze sul commercio internazionale, finite alla Farnesina (dove Luigi Di Maio continuerà a gestirle). Ora il Mise perde energia e, probabilmente, anche una parte di competenze relative alla transizione digitale in favore del ministero guidato da Colao. Giorgetti però è un politico di grande competenza, da sempre attento agli affari industriali. A lui il difficile compito di gestire le oltre 100 crisi aziendali ancora aperte, ma anche di tenere le fila del dialogo con industria, commercio e artigianato.
A proposito, resta nell’esecutivo anche l’ormai ex ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, che si sposta di 700 metri da Via Veneto a via XX Settembre, da dove dirigerà però il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Indice degli argomenti
La lista completa dei ministri
Ministri senza portafoglio
Ministro per i rapporti con il Parlamento: Federico D’Incà
Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale: Vittorio Colao
Ministro per la pubblica amministrazione: Renato Brunetta
Ministra per gli affari regionali e le autonomie: Mariastella Gelmini
Ministra per il Sud e la coesione territoriale: Mara Carfagna
Ministra per le politiche giovanili: Fabiana Dadone
Ministra per le pari opportunità e per la famiglia: Elena Bonetti
Ministra per le disabilità: Erika Stefani
Ministro per il coordinamento di iniziative nel settore del turismo, e che sarà preposto al nuovo Ministero del turismo, con portafoglio: Massimo Garavaglia
Ministri con portafoglio
Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Luigi di Maio
Ministro dell’interno: Luciana Lamorgese
Ministro della giustizia: Marta Cartabia
Ministro della difesa: Lorenzo Guerini
Ministro dell’economia e delle finanze: Daniele Franco
Ministro dello sviluppo economico: Giancarlo Giorgetti
Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali: Stefano Patuanelli
Ministro dell’ambiente (che assumerà la denominazione di Ministro per la Transizione ecologica, assorbendo le competenze in materia energetica allo stato attribuite ad altri ministeri, e che presiederà l’istituendo Comitato Interministeriale per il coordinamento delle attività concernenti la transizione ecologica): Roberto Cingolani
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Enrico Giovannini
Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Andrea Orlando
Ministro dell’istruzione: Patrizio Bianchi
Ministro dell’università e della ricerca: Cristina Messa
Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo (che assumerà la denominazione di Ministro della cultura, prevedendosi l’attribuzione del settore del turismo a un apposito ministero): Dario Franceschini
Ministro della salute: Roberto Speranza.