Negli ormai più che avviati anni Venti del Duemila, “occorre superare il dualismo tra industria tradizionale e industria innovativa. Non può più essere un binomio che rappresenta realtà diverse, differenti tra loro, perché l’innovazione tecnologica e digitale non è più un plus per poche imprese lungimiranti, ma un fattore essenziale di efficienza e competitività, necessario e urgente per tutti”.
Lo rimarca Marco Gay, presidente Anitec-Assinform, in occasione dell’Industry 4.0 360 Summit, l’evento full digital organizzato da Innovation Post, Industry4Business e Internet4Things, tutte testate parte del Network Digital 360.
Anitec-Assinform è la principale associazione nazionale di imprese che operano nella produzione di software, sistemi e apparecchiature elettroniche e nella fornitura di soluzioni applicative, reti e servizi per l’innovazione digitale. È quindi una realtà associativa e di settore che ha il polso della situazione sul ‘Digitale come leva per la competitività’, che è il tema dell’intervista realizzata da Mila Fiordalisi, direttrice di Corcom, a Gay.
E Gay sottolinea: “la quarta rivoluzione industriale, quella appunto dell’Industry 4.0, è ancora in corso, non si può certo considerare già conclusa”, e già all’orizzonte si profila la cosiddetta Industria 5.0, fatta non solo di Digitale, robot, automazione, ma anche e soprattutto di sostenibilità, resilienza, approccio sempre più umano-centrico e centralità dell’uomo.
In gioco ci sono le sorti di moltissime imprese, dell’intera manifattura e industria italiana, e proprio per questo il presidente di Anitec-Assinform tiene a sottolineare, ancora una volta, che non ha più senso “distinguere tra produzione tradizionale e innovativa”, perché “tutta l’industria e tutta la produzione deve progressivamente diventare evoluta, digitale, innovativa”, e “possibilmente nei tempi più rapidi possibile”.
Quello tra tradizionale e digitale “è un binomio da superare, da lasciarsi alle spalle”, bisogna “concentrarsi sulla transizione tecnologica e sostenibile in corso”, esorta Gay, “bisogna coinvolgere le Pmi, e le startup”.
Indice degli argomenti
Startup, open innovation, velocità del cambiamento
Le startup, con l’open innovation, diventano “una risorsa di velocità e di garanzia del risultato”, rileva Gay, “che porta le aziende più tradizionali a poter sviluppare con tempi certi e costi certi la loro evoluzione e trasformazione digitale”. Le startup, giovani, snelle, dinamiche, sono un po’ il motore e l’acceleratore dell’innovazione per molte aziende maggiori, più strutturate e solide, ma più lente a seguire la strada – o le strade – del cambiamento.
Una di queste è senza dubbio l’intelligenza artificiale (IA), che “ha un ruolo essenziale per aumentare la produttività e la competitività delle aziende”, fa notare Gay, e “per garantire lo sviluppo delle filiere nazionali e internazionali, di cui le imprese italiane sono spesso protagoniste”.
Blog e incontri dal vivo per sviluppare l’intelligenza artificiale
Attualmente, secondo appunto i dati Anitec-Assinform, nelle Pmi italiane l’intelligenza artificiale ha una penetrazione del 6,2% sul totale, contro una media europea dell’8%. Quindi si registra un po’ di ritardo nella sua adozione, rispetto al contesto continentale. “Come associazione, Anitec-Assinform sta mettendo in campo delle attività per favorire la diffusione della cultura dell’intelligenza artificiale”, osserva il suo presidente, “ad esempio, anche attraverso IAgorà, il nostro blog online che permette di condividere le esperienze delle aziende che già stanno utilizzando queste soluzioni innovative”.
Con Piccola Industria di Confindustria e con la rete nazionale dei Digital innovation hub, “stiamo anche facendo un Roadshow nazionale dedicato all’intelligenza artificiale”, spiega Gay, “per fare cultura d’innovazione in tutti i territori, e con sempre un grande riscontro di presenze e partecipazione”.
Far crescere IoT, Cloud, IA, robotica e cybersecurity
Intanto, la spesa digitale del settore industriale in Italia nel 2022 è arrivata a sfiorare quota 9 miliardi di euro, in aumento del 3% in un anno, per una crescita solida da ormai cinque anni (escludendo il 2020 colpito dalla pandemia mondiale).
Tra le più importanti voci di spesa per il mondo del digitale – tra IoT, Cloud, IA, robotica, sensoristica –, spicca anche la cybersecurity, “che significa non solo sicurezza aziendale, ma anche uno straordinario fattore competitivo”, rileva il presidente di Anitec-Assinform: “il percorso, anche in questo ambito, è ancora lungo, è ancora tutto da sviluppare e consolidare, ci stiamo attrezzando. Ed è fondamentale la presa di consapevolezza, da parte di imprese, manager, imprenditori. Perché prima viene la consapevolezza, di una necessità, un bisogno, una strada da percorrere, e poi vengono gli investimenti necessari, che sono parte sostanziale dello sviluppo industriale ed economico del Paese”.
L’audio in podcast
Qui di seguito l’audio dell’intervista in podcast