Questa è la Strategia Nazionale sulla Blockchain e anche voi potete dire la vostra

Il gruppo di 30 esperti selezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico ha redatto un documento di sintesi in cui vengono illustrate le raccomandazioni e proposte per creare una Strategia Nazionale in grado di rafforzare la leadership del nostro Paese nella tecnologia della Blockchain. Ecco il documento aperto ad osservazioni e suggerimenti fino al 20 luglio 2020.

Pubblicato il 18 Giu 2020

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L’Italia è pronta a dotarsi di una Strategia per la Blockchain e i registri distribuiti: il gruppo di 30 esperti selezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico ha redatto un documento di sintesi in cui vengono illustrate le raccomandazioni e proposte per rafforzare la leadership del nostro Paese in questo campo, adottando appunto una strategia nazionale.

“L’obiettivo, come indicato dal Ministro Patuanelli, è quello di supportare e favorire la transizione digitale del sistema produttivo e di far diventare l’Italia un Paese europeo all’avanguardia nelle tecnologie emergenti”, dichiara il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Mirella Liuzzi. “La stesura della strategia per la Blockchain e i registri distribuiti è un passo importante affinché questa tecnologia diventi centrale, così come per l’Intelligenza Artificiale, per lo sviluppo economico e sociale del Paese, oltre a costituire il contributo italiano ad un’azione sinergica tra i paesi membri della UE”.

Il documento, di cui si era annunciato l’arrivo nella riunione del 5 dicembre 2019, identifica i possibili sviluppi di soluzioni basate su queste tecnologie, fornendo le linee guida da seguire per permettere la diffusione della Blockchain con i seguenti obiettivi:

  • dotare l’Italia di un quadro regolamentare competitivo nei confronti degli altri Paesi
  • incrementare gli investimenti, pubblici e privati, nella Blockchain/DLT e nelle tecnologie correlate (come IoT e 5G)
  • proporre campi applicativi della tecnologia al fine di indirizzare correttamente i possibili investimenti, in coerenza con i settori chiave dell’economia Italiana
  • migliorare efficienza ed efficacia nell’interazione con la Pubblica Amministrazione tramite l’adozione del principio Once-Only e della decentralizzazione
  • favorire la cooperazione europea ed internazionale tramite adozione della comune infrastruttura europea da parte dell’EBSI (European Blockchain Systems Infrastucture)
  • utilizzare la tecnologia per favorire la transizione verso modelli di economia circolare, in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
  • promuovere l’informazione e la consapevolezza della Blockchain/DLT tra i cittadini

La sintesi del documento redatto dagli esperti è sottoposto alla consultazione pubblica dal 18 giugno al 20 luglio 2020. Il Ministero intende infatti raccogliere osservazioni, suggerimenti o ulteriori elementi utili per affinare la strategia, che verrà completata dal Governo al termine della consultazione.

Ma vediamo più nel dettaglio quali sono le raccomandazioni degli esperti (consultabili e scaricabili in PDF in fondo all’articolo) per la Strategia Nazionale sulla Blockchain.

Le raccomandazioni sulla Blockchain

Le raccomandazioni degli esperti partono da un presupposto: la Blockchain sta vivendo una fase di continua evoluzione tecnologica, applicativa e regolamentare. Nel solo 2019 il numero di nuovi progetti legati a questa tecnologia è cresciuto del 56%. In Italia rimangono però degli ostacoli alla sua adozione, come l’incertezza normativa, la carenza di informazione, l’accesso al finanziamento e la carenza di competenze.

“La principale e potenziale caratteristica offerta da questa tecnologia, infatti, è quella di ridurre, in alcuni casi anche drasticamente, il costo della fiducia necessario al perfezionamento di una transazione, intesa come scambio informativo o di valore, garantendo al tempo stesso certezza della sua esecuzione”, si legge nel documento di sintesi. “In quei contesti in cui il costo della fiducia è una componente rilevante del costo transazionale, queste tecnologie possono ridurre inefficienze e semplificare i livelli di intermediazione. La riduzione del costo della fiducia, inoltre, può rendere economicamente conveniente l’esecuzione di micro scambi di valore tra due attori, creando le basi per lo sviluppo di nuovi modelli di business. Questa tecnologia potrà rivoluzionare il modo con il quale le imprese, i privati, le amministrazioni pubbliche interagiscono”.

Indicazioni di carattere nazionale ed europeo

Gli esperti fissano gli obiettivi che l’Italia deve perseguire per diventare un Paese più attrattivo per le imprese e per i mercati attraverso la Blockchain, creando un “ecosistema aperto e sicuro”.

Per farlo, occorre evitare un uso scorretto di questa tecnologia, disciplinandone alcuni aspetti (mantenendo le normative “flessibili”) e favorendone dove possibile l’autoregolamentazione, senza dimenticare l’uso sostenibile che bisogna farne.

L’uso della Blockchain andrà promosso nella Pubblica Amministrazione e tra i privati, mentre vanno contrastati i rischi di attacchi informatici presenti aggiornando il Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica.

L’Italia deve continuare a farsi promotore di iniziative comunitarie sulla Blockchain, la cui importanza è stata ribadita lo scorso febbraio dalla comunicazione al Parlamento Europeo “Shaping Europe’s digital future” della Commissione Europea, che l’ha inserita fra le “key action” per il secondo trimestre del 2020. In particolare l’Italia dovrà attivarsi per adeguare i regolamenti e le direttive comunitarie che in alcuni casi ostacolano la diffusione della Blockchain, come la General Data Protection Regulation (GDPR) e il Regolamento eIDAS.

A livello nazionale, il Governo dovrebbe attivare una struttura unitaria per una Governance nazionale della Blockchain e delle altre tecnologie innovative che abbia come obiettivi ad esempio la definizione di politiche e interventi concreti, il coordinamento degli investimenti, il dialogo con l’UE e il monitoraggio degli interventi realizzati.

Investimenti e sperimentazioni

L’adozione della Blockchain andrà sostenuta con investimenti privati (agevolati dal contesto normativo) e pubblici, con la predisposizione di uno specifico capitolo di spesa nel Fondo Nazionale per l’Innovazione.

La Blockchain deve essere utilizzata in progetti e sandbox (ambienti sicuro in cui i programmi possono essere eseguiti per monitorare il loro comportamento) che vanno estesi agli ambiti dell’Industria 4.0 e dell’Automotive.

Sviluppo dell’economia circolare

Gli esperti riconoscono che la Blockchain può “giocare un ruolo importante nell’economia circolare per la definizione e abilitazione di modelli sostenibili di produzione e consumo in grado di indirizzare gli interessi di tutti gli attori dell’ecosistema, e in particolare del cittadino/consumatore, verso la loro introduzione a tutela dell’ambiente”.

In questo senso si raccomanda di:

  • promuovere iniziative di partnerariato pubblico/privato per studiare e attivare piattaforme coordinate che agevolino la costituzione di ecosistemi di imprese, Pubbliche Amministrazioni e fornitori di servizi attraverso strumenti di incentivazione dei cittadini basati su token di utilità erogati per promuovere l’adozione di comportamenti virtuosi
  • incentivare nelle aree metropolitane e in altre aree geograficamente delimitate l’attivazione delle suddette piattaforme in una logica territoriale da preferire in determinati ambiti
  • rimuovere eventuali ostacoli, anche normativi, che contrastino le misure di incentivazione sopra proposte, per esempio nel campo dei concorsi a premio e dei programmi di fidelizzazione

I settori chiave per gli investimenti privati

Oltre al fintech, gli esperti suggeriscono diversi settori verso cui indirizzare gli investimenti e gli incentivi all’adozione della Blockchian.

Tra quelli contenuti nelle raccomandazioni, evidenziamo:

  • Industria e manifattura (Industria 4.0): la Blockchain può portare alla Fabbrica Intelligente benefici nell’ottimizzazione della produzione e della logistica nonché in generale nella digitalizzazione dell’industria, in congiunzione con l’utilizzo delle tecnologie IoT e Intelligenza Artificiale
  • Agroalimentare: per sviluppare un “ecosistema di scambio di informazioni sul prodotto” per aumentarne trasparenza e garanzie di origine e sicurezza alimentare
  • Made in Italy: per realizzare un sistema di tracciabilità trasparente e contrastare la contraffazione
  • Infrastrutture critiche e comunicazioni elettroniche: per creare un’economia digitale legata alla gestione delle numerazioni fisse e mobili con vantaggi in termini di efficienza, rapidità e trasparenza del processo di portabilità
  • Reti energetiche: per creare mercati decentralizzati di compravendita di energia e una piattaforma per il pagamento delle bollette condivisa tra utility fornitrici di servizi diversi
  • Incentivare i comportamenti virtuosi di cittadini e consumatori per lo sviluppo sostenibile tramite sistemi premiali basati su criteri oggettivi attraverso la Blockchain
  • Difesa della proprietà intellettuale: la Blockchain può dare alle società di gestione dei diritti d’autore la possibilità di creare un collegamento diretto tra il momento creativo dell’opera e quello del suo utilizzo

Inoltre, la Blockchain si può rivelare utile per tracciare l’avvenuta identificazione di un soggetto, “consentendo poi a terzi di poter utilizzare e verificare le precedenti identificazioni, con risparmio di tempi e di costi e migliorando l’esperienza di tutti gli attori coinvolti”. È il caso, ad esempio, dell’intermediario finanziario vigilato ai fini della disciplina antiriciclaggio: eventuali intermediari che entrano successivamente in contatto con questo soggetto possono utilizzare e verificare la prima identificazione. Questo meccanismo può essere esteso anche ad altri soggetti, pubblici e privati, che entrino in contatto o forniscano servizi allo stesso soggetto (energia elettrica, gas, comunicazioni fisse e mobili, servizi televisivi a pagamento).

Filiere 4.0

Si raccomanda lo studio di soluzioni basate sulla Blockchain per identificare i settori di applicazione nei processi di filiera. Si potrebbe infatti utilizzare un modello che combini l’organizzazione avanzata, inclusiva e decentralizzata dei dati con le tecnologie che li raccolgono e analizzano (Intelligenza Artificiale e IoT) per far nascere nuovi modelli di filiera “strutturate in forma di ecosistemi nei quali il controllo della veridicità ed autenticità dei dati e della corrispondenza degli stessi a misure e caratteristiche fisiche di prodotti e processi, sia alimentato dalla trasparenza degli stessi, da modelli di cooperazione basati su sistemi di premialità degli attori, e dal maggiore tasso di digitalizzazione dei dati di processo e prodotto”.

Formazione in una “linea d’azione unitaria”

Lo sviluppo di una cultura e della consapevolezza sui temi riguardanti la Blockchain dovrebbe seguire una linea d’azione unitaria e coerente delle Istituzioni. Per supportare lo sviluppo di adeguate competenze, infatti, serve un “forte raccordo inter-istituzionale per garantire che le azioni di sensibilizzazione, divulgazione e formazione rivolte ai diversi target facciano parte di un quadro organico ed unitario”.

Per costruire un “progetto culturale” sulle possibilità offerte da questa tecnologia e sulle sue declinazioni serve “fare grande chiarezza sulle caratteristiche effettive delle tecnologie coinvolte, evidenziandone di volta in volta con grande attenzione limiti ed opportunità”.

Inoltre, si raccomanda che gli argomenti legati alla Blockchain siano previsti nella parte del ciclo formativo riguardante le scuole superiori per arrivare alla formazione universitaria. Come si legge nella sintesi del documento, “si propone – pur nel rispetto dell’autonomia didattica – un approccio che preveda tanto percorsi verticali ad alto livello di specializzazione nei percorsi tecnici (ad esempio gli ITC per la formazione superiore, o nei corsi di laurea di Informatica, Ingegneria, Economia, Giurisprudenza) quanto la presenza di moduli trasversali in tutti i percorsi di formazione superiore ed universitaria, per evidenziare l’impatto del cambio di paradigma in ogni ambito della conoscenza”.

A livello più generale, si suggerisce di inserire queste tematiche negli strumenti di ricerca nazionali e sviluppare linee di dottorato industriale ad hoc. In ambito universitario, bisogna implementare gli attuali corsi che coprono solo “alcune competenze base”, attivando interi percorsi organici che uniscano le varie competenze e formino figure professionali specifiche nel campo di queste tecnologie.

Per realizzare tutte queste iniziative, gli esperti raccomandano di creare un gruppo di coordinamento inter-istituzionale con funzioni consultive.

Le altre raccomandazioni

Nella sintesi del documento vi sono altre importanti raccomandazioni che toccano diversi ambiti. Per la loro trattazione rimandiamo al testo integrale disponibile in fondo all’articolo.

Le ulteriori indicazioni degli esperti riguardano:

  • Uso sulle differenti tipologie di DLT
  • Sicurezza cibernetica delle differenti tipologie di DLT
  • Adeguamento delle infrastrutture
  • Token digitali gestiti attraverso un registro distribuito
  • Criptoattività (sensibilizzazione e value chain)
  • Applicazione della normativa antiriciclaggio
  • Previsione di una Central Bank Digital Currency
  • Blockchain e Pubblica Amministrazione

Qui di seguito è possibile consultare e scaricare in PDF il testo integrale della sintesi delle Proposte per la Strategia italiana in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain.

Proposte_registri_condivisi_e_Blockchain_-_Sintesi_per_consultazione_pubblica

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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