Cuneo fiscale, giovani, infrastrutture, Impresa 4.0 e formazione: le grandi priorità del Paese secondo Vincenzo Boccia

Le grandi priorità: il cuneo fiscale, l’inclusione dei giovani, le infrastrutture, la detassazione dei premi di produzione. E poi la conferma del piano 4.0, consolidandone gli strumenti, ma anche un’attenzione al tema della formazione dentro le fabbriche. Sono queste le sfide che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, lancia da Cernobbio, dove si è svolto il World Manufacturing Forum.

Pubblicato il 27 Set 2019

Vincenzo Boccia


Le grandi priorità: il cuneo fiscale, l’inclusione dei giovani, le infrastrutture, la detassazione dei premi di produzione. E poi la conferma del piano 4.0, consolidandone gli strumenti, ma anche un’attenzione al tema della formazione dentro le fabbriche. Sono queste le sfide che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, lancia da Cernobbio, dove si è svolto il World Manufacturing Forum, la “Davos” dell’impresa manifatturiera. Un’occasione per rilanciare alcune richieste importanti al governo, proprio a partire dal piano Impresa 4.0, necessario per far ripartire gli investimenti.

“Chiediamo intanto che si confermino gli strumenti – dice Boccia – che hanno fatto sì che gli investimenti accelerassero nel paese. La seconda richiesta, invece, è quella di un piano 4.0 che abbia anche un’attenzione alla formazione dentro le fabbriche. C’è una proposta concreta che riguarda l’idea di costruire un percorso di industria 4.0, non solo per la parte tecnologica, ma anche per la parte di formazione nelle imprese dei lavoratori, che vanno aiutati a operare con queste nuove tecnologie”.

Un tavolo di transizione per superare questo momento complesso

Boccia, quindi, apprezza gli sforzi fatti, fino ad ora, dal nuovo governo anche se, spiega, serve un salto di qualità nella politica economica del paese. “Ci sembra che questa maturità, e questa nuova consapevolezza del governo di confrontarsi con i corpi intermedi, specialmente in questa fase delicata per il paese – spiega – sia di buon auspicio. Poi, valuteremo, chiaramente, i provvedimenti che saranno realizzati”. Sul Tavolo Transizione 4.0, proposto dal Ministro Patuanelli, dice: “Il 60% delle Industrie italiane è in una fase di transizione. Bisogna evitare che questa transizione diventi un percorso permanente. Bisogna costruire un salto di qualità dell’industria italiana con un acceleratore che deve essere la politica economica del paese”.

Calo fiducia era atteso, ora serve piano europeo per infrastrutture

Ma il presidente di Confindustria ha commentato anche gli ultimi dati congiunturali, che vedono per l’Italia l’ennesima caduta della fiducia da parte delle imprese manifatturiere. “Il calo era atteso, come stiamo dicendo da tempo – sottolinea – vediamo il calo degli ordini in molte industrie del Nord, la recessione in Germania e nel nostro mezzogiorno. La stessa politica monetaria della Bce dovrebbe fare riflettere e dovrebbe obbligare i Governi e l’Europa a prendere atto di questa dimensione dell’economia e a reagire immediatamente”.

Da Confindustria, quindi, la richiesta di mettere in campo tutte le misure necessarie a superare questo momento. “Occorre una politica anticiclica e occorrerebbe spingere su una dotazione infrastrutturale per aprire i cantieri, quanto prima, che è la vera operazione che serve al paese”. Da qui le proposte di Confindustria al governo. “Una delle proposte che stiamo facendo è proprio quella di una dotazione infrastrutturale – sottolinea – in chiave Europea, eventualmente finanziabile con gli eurobond. Anche perché occorre che l’Europa reagisca a questa dimensione economica e determini degli shock positivi all’economia e non li subisca soltanto”.

A dicembre il trilaterale con le Confindustria francese e tedesca

“Il 4 e 5 dicembre avremo un trilaterale, a Roma, con la Confindustria francese e tedesca – ha spiegato Boccia – e il messaggio che stiamo dando è cambiare paradigma di pensiero in Europa e cioè superare la politica dei saldi di bilancio, che non significa fare deficit ordinario per incrementare il debito pubblico a danno di un paese rispetto all’altro, ma costruire un’idea diversa. Bisogna partire da obiettivi sull’economia reale che vogliamo darci, ad esempio l’incremento dell’occupazione. Poi è necessario individuare provvedimenti, e quindi risorse, e poi intervenire sui saldi di bilancio”.

Serve che “il patto di stabilità e crescita si trasformi un patto di crescita e stabilità – conclude Boccia – con una direzione però molto chiara su cui occorre un dibattito forte in Europa. Mi sembra che i colleghi della Germania, oggetto tra l’altro di un dibattito con noi insieme ai francesi, sono su questa linea e in questo senso il mondo delle imprese è un po’ più avanti della politica”.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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