Secondo le analisi di Randstad Research, gli italiani sono impreparati o con competenze inadatte. Il primo ostacolo per trovare lavoro è la mancanza di un’adeguata preparazione. Servono più formazione e apertura alla collaborazione e all’innovazione. Il 67% dei professionisti HR di Randstad considera la formazione insufficiente dei candidati come la prima ragione della difficoltà di reperimento di figure professionali da parte delle aziende, prima ancora di ostacoli comunque rilevanti come l’invecchiamento della popolazione (62%) o la globalizzazione dei mercati (34,5%).
Indice degli argomenti
Lo studio
Randstad Research è il centro di ricerca del Gruppo Randstad dedicato alle professioni del futuro, a cui collaborano esperti italiani di mercato del lavoro, fra cui il Professor Enrico Giovannini e l’economista e promotore in Italia del programma Garanzia Giovani Daniele Fano. Secondo lo studio gli italiani si formano poco e male e in molti casi sono impreparati o in possesso di competenze inadatte alle richieste delle aziende.
La formazione insufficiente dei candidati è la prima barriera che impedisce alle imprese di trovare i profili di cui hanno bisogno, secondo il 66,7% dei professionisti HR che lavorano nella sede italiana di Randstad, primo operatore mondiale nei servizi per le risorse umane, con particolare rilevanza delle carenze nella preparazione scolastico-universitaria (63,9%) e dell’invecchiamento della popolazione (62%). Gli altri fattori che ostacolano la selezione di profili idonei sono l’apertura alle problematiche ambientali (55,3%), l’automazione (54,8%), la digitalizzazione (53,1%), la diversificazione dei rapporti di lavoro (46,9%) e l’internazionalizzazione delle imprese (45,8%). Più marginale il ruolo dei fenomeni migratori (31,4%) e della globalizzazione dei mercati (34,5%).
Sono alcuni dei risultati dell’indagine “Impreparati? Sì, e non solo. I perché della difficoltà di reperimento di alcune figure professionali chiave”, condotta su 1.160 dipendenti Randstad specializzati nella selezione del personale a cui è stato chiesto quali sono i principali ostacoli che impediscono di reperire profili idonei sul mercato.
Attraverso indagini qualitative e quantitative, case study e studi di settore, analisi della domanda e dell’offerta del mercato del lavoro e delle competenze necessarie nel medio e lungo periodo a livello territoriale e internazionale, Randstad Research si propone come un osservatorio sulle professioni del futuro. La prossima indagine del centro di ricerca analizzerà le professioni del settore logistico e sarà presentata venerdì 29 novembre a Piacenza.
“Dalla ricerca emerge quanto sia importante una formazione di qualità per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, migliorare l’occupabilità dei candidati e dare alle imprese le competenze che stanno cercando – afferma Alessandro Ramazza, Consigliere di amministrazione di Randstad Group Italia -. Ma la scarsa formazione non è l’unico ostacolo da superare: anche le carenze manageriali e organizzative, la bassa propensione all’aggiornamento e all’innovazione impediscono di attrarre talenti. Il modello virtuoso da seguire è quello degli ITS, gli istituti tecnici superiori, i cui diplomati a un anno dal titolo hanno un tasso di occupazione superiore al 90%, grazie al coinvolgimento di un insieme di soggetti pubblici e privati che aiutano le istituzioni formative a definire piani di formazione in linea con le più recenti evoluzioni tecnologiche e le esigenze delle imprese”.
Le barriere alla ricerca di profili idonei
I risultati della ricerca evidenziano come la scarsa formazione sia la barriera più frequente all’incontro fra domanda e offerta di lavoro, comune a tutte le categorie di lavoratori, dai manager agli impiegati, dai professionisti dei servizi agli operai non qualificati, anche se colpisce in particolare i tecnici e gli operai specializzati. Anche l’invecchiamento della popolazione influisce in maniera particolarmente negativa per tutte le qualifiche, dall’alta specializzazione in giù.
Tra gli altri fattori, invece, la globalizzazione dei mercati e l’internazionalizzazione delle imprese trovano impreparate le figure di più alto livello come i manager. La mancanza di esperienza di diversificazione nei rapporti di lavoro crea rigidità soprattutto per gli impiegati, le professioni dei servizi e gli operai. L’apertura alle problematiche ambientali è sempre rilevante ma raggiunge i livelli più elevati nelle professioni dei servizi, certamente più vicine ai consumatori, a riprova che sono questi ultimi a trainare la domanda di qualità dell’ambiente stesso.
Gli ostacoli al cambiamento nei profili dei candidati
La ricerca ha anche indagato gli ostacoli al cambiamento presenti nei profili dei candidati appartenenti alle diverse categorie professionali.
Fra i manager le lacune più evidenti riguardano la propensione all’innovazione e la scarsa sensibilità per l’organizzazione (24%), seguita da stili aziendali inadeguati (22%). Per i profili altamente specializzati le principali barriere sono rappresentate dagli stili aziendali inadeguati (23%), la scarsa conoscenza-formazione (22%) e i problemi di natura organizzativa (18%). Per i tecnici il primo ostacolo è la scarsa conoscenza-formazione (26%), poi vengono stili aziendali inadeguati (22%). La scarsa conoscenza è la barriera più evidente anche fra gli impiegati (29%), che mostrano anche evidenti lacune organizzative (22%). Il problema principale più riscontrato fra i professionisti dei servizi è la scarsa sensibilità per l’organizzazione (27%), seguito da problematiche di carattere sociale (20%).
La difficoltà di reperimento
Dalla survey interna di Randstad emerge chiaramente il tema della difficoltà di reperire figure professionali richieste, invece, dal mercato del lavoro; una formazione più adeguata e mirata alle competenze attese può rappresentare una risposta concreta anche al fine di avvicinare sempre di più domanda e offerta di lavoro.