Nuove professioni: la figura e le caratteristiche del cloud architect

Pubblicato il 14 Feb 2017

cloud


di Matteo Biancani*

Mercato del lavoro, professioni digitali e formazione delle nuove generazioni: in questo periodo storico in continua evoluzione, l’universo IT e il mondo delle TLC si stanno interrogando sulle modalità con le quali impiego professionale da una parte, e nuove tecnologie dall’altra, possano fare sintesi in modo efficiente ed efficace.

Secondo i dati del World Economic Forum, entro il 2020 sette milioni di posti di lavoro nel mondo andranno persi, rimpiazzati da robot e intelligenza artificiale, a fronte dei quali se ne creeranno però due milioni di nuovi e diversi. Un cambiamento epocale che riguarderà ogni settore e ogni lavoratore, specialmente tra i più giovani. Le imprese infatti, nei prossimi anni, considereranno come prioritarie competenze digitali ritenute fino a oggi secondarie, nel valutare le potenzialità dei nuovi profili professionali da assumere. Dal cybersecurity specialist al business intelligent analyst, dal data scientist al data specialist: sono numerose, le figure digitali in crescita. In particolare, nel mondo IT, un ruolo sempre più apprezzato e ricercato è quello del cloud architect.

Negli ultimi anni le imprese sono passate dal chiedersi che cosa sia il cloud computing, al domandarsi, piuttosto, quali e quanti possano essere i benefici nel passaggio ai progetti cloud-based. Il cloud architect nasce proprio in questo contesto: è una figura professionale ben specializzata, che ha lo scopo specifico di far capire come il cloud computing possa entrare in un’azienda, in che modo possa modificare lo status quo delle risorse IT già presenti e quale valore aggiunto possa offrire al business. Figura dalla vasta gamma di competenze, il cloud architect è, sostanzialmente, un architetto impegnato nella gestione dei sistemi informatici distributivi che lavora in ambiti specifici: può occuparsi di cloud pubblico o di cloud privato, può operare all’interno dell’orchestrator di un data center o come specialist nelle procedure di programmazione API. Assume un ruolo professionale che ben si discosta quindi dalla figura classica di architetto conosciuto nella sua accezione più tradizionale, perché per essere un buon cloud architect è necessario prima di tutto possedere delle skill IT ben precise. In primo luogo, è data per appurata una forte conoscenza dei principi di enterprise computing, sia dal punto di vista teorico che pratico. Inoltre, fondamentale è possedere una profonda e aggiornata conoscenza dei set offerti dai principali provider cloud, presenti oggi sul mercato. Infine sono considerati un valore aggiunto, sia la comprensione delle soluzioni di on-premises virtualisation, sia una particolare familiarità con la metodologia di sviluppo DevOps per i software.

Matteo Biancani, Sales Director di Interoute Italia

Il profilo professionale del cloud architect è in continua evoluzione, così come nel pieno della sua crescita è il contesto in cui opera. Il suo ruolo è quello di progettare e costruire ambienti cloud scalabili e resilienti, che si adattino il più possibile alle esigenze di business di un’impresa. E sono sempre di più le aziende che oggi hanno la necessità di migrare i propri dati all’interno di un public cloud: un’esigenza che al momento viene soddisfatta attraverso consulenze esterne, che vedono coinvolti singoli professionisti in progetti mirati e a breve termine. Lo scenario, però, sta cambiando. E il prossimo passo per le aziende potrebbe essere quello di assumere a tempo pieno figure professionali come i cloud architect o i cloud engineer, coinvolgendoli nel proprio organico in progetti più strutturali.

Le sorti professionali della figura del cloud architect, comunque, non dipendono esclusivamente dalle aziende: molto è legato anche alla formazione dei singoli profili. Un buon cloud architect non deve solamente avere un’accurata conoscenza dei sistemi di cloud computing e delle soluzioni IT più importanti, bensì possedere anche una buona comprensione del back-end e delle sue risorse a basso livello: dalle reti allo storage, fino all’hypervisor, con l’obiettivo di poter fornire alle aziende delle soluzioni sicure, capaci di mitigare i rischi associati alle infrastrutture cloud.

Il ruolo del cloud architect è quindi fondamentale dal punto di vista della sicurezza infrastrutturale così come della riduzione dei costi, ma non solo. Si tratta infatti di una figura professionale particolarmente dinamica, in costante cambiamento, sempre attenta ad adeguarsi all’evoluzione dei sistemi tecnologici. È a tutti gli effetti un facilitatore del complesso processo di trasformazione digitale, che le imprese stanno vivendo. Un esempio che rappresenta al meglio quest’ultima caratteristica è certamente lo spostamento di attenzione, da parte delle aziende, dalle risorse di back-end (come l’hypervisor e l’infrastruttura di rete) alle piattaforme di tipo API-driven. Una trasformazione che vede la figura del cloud architect centrale, perché in grado di gestire direttamente e con maggiore competenza le transazioni end-to-end della piattaforma.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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