Manifattura 4.0, come cambieranno i ruoli e le competenze richieste nei prossimi anni

Lo studio “Star Matrix – Manufacturing 4.0” realizzato da Gi Group, in collaborazione con ODM Consulting, fornisce un’analisi sui cambiamenti relativi ai ruoli e delle competenze strategiche richieste dalle aziende manifatturiere nei prossimi 3/5 anni. Dallo studio emerge che il 31% dei ruoli del manifatturiero vedrà aumentare la propria importanza nei prossimi 3/5 anni, soprattutto nelle aree Ricerca e Sviluppo, Ingegneria e Programmazione Macchine. Diminuiranno, in cambio, i ruoli nelle aree di Assemblaggio, Logistica e Fabbricazione, sotto la spinta dell’aumento dell’automazione o dell’esternalizzazione delle attività in queste aree.

Pubblicato il 22 Ott 2021

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Il 31% dei ruoli del manifatturiero 4.0 vedrà aumentare la propria importanza nei prossimi 3/5 anni, soprattutto nelle aree Ricerca e Sviluppo, Ingegneria e Programmazione Macchine: è quanto emerge e dallo studio “Star Matrix – Manufacturing 4.0” di Gi Group, in collaborazione con ODM Consulting presentato nell’evento dedicato durante la World Manufacturing Week.

Lo studio è stato realizzato per fornire un’analisi strategica evolutiva di questa industry nei prossimi anni, anche sulla base dei trend che le aziende registrano.

Dei 121 ruoli complessivamente mappati nella ricerca, il 31% registrerà una crescita nel prossimo futuro, il 49% resterà stabile, mentre il 20% subirà un declino.

Tra i ruoli per cui lo studio prevede una crescita di importanza nel breve-medio termine, ci sono quelli afferenti all’ambito ingegneristico. Si tratta quindi di profili con un percorso di studi ben definito, Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica/Elettrica/Elettronica/Gestionale, che vantano competenze specifiche, quali il Responsabile Ingegneria, l’Ingegnere Ufficio Simulazioni, l’Ingegnere Ufficio Standard, il Solution Design Engineer e l’Ingegnere Elettronico.

I ruoli e le professioni che, sulla base dell’analisi condotta, cresceranno maggiormente riguardano le funzioni Ricerca e Sviluppo (73%), Ingegneria (57%) e Programmazione Macchine (50%).

Ma non solo, aumenta la richiesta di figure fortemente qualificate specialmente in ambito R&S e ICT, così come nella creazione di modelli previsionali e predittivi e nell’ottimizzazione dei processi. Si parla, quindi, delle figure come il Project Manager, Specialisti in sistemi IoT, Innovatore Processi e Data Scientist.

Diversamente, quelli che vedranno un calo della loro importanza, a fronte soprattutto dell’automazione o dell’esternalizzazione delle attività che svolgono sono Assemblaggio (50%), Logistica (38%) e Fabbricazione (28%).

“Le specializzazioni sono sempre più integrate, i team sono multifunzione al fine di gestire i processi e la loro integrazione appunto. Assistiamo infatti a una perdita di rilevanza del ruolo rispetto al processo con una crescita della domanda di ruoli polifunzionali, direi quasi ibridi rispetto alle specializzazioni”, commenta Cristina Reduzzi, Division Manager Industrial Machinery di Gi Group.

In questo scenario, diventa dunque sempre più importante un approccio al life long learning, essenziale a tutti i livelli attraverso investimenti formativi aziendali e personali.

Alle competenze tecniche sempre più sarà fondamentale avere e sviluppare soft skill: conoscenze informatiche e dei sistemi informativi, capacità di sapersi muovere in spazi cyber fisici, capacità di progettazione e di lavoro per obiettivi, ma anche spirito imprenditoriale ed apertura al cambiamento, così come capacità decisionale, autonomia organizzativa e problem solving.

Lo studio evidenzia un aumentano di complessità e dunque la necessità di velocità di risposta e risoluzione problemi in un contesto in continuo cambiamento, come spiega Rossella Riccò, Senior HR Consultant e Responsabile Area Studi e Ricerche di ODM Consulting.

“A ciò si aggiunge la diffusione di strutture snelle nelle quali la responsabilità viene distribuita sui ruoli e la decisionalità subordinata all’operatività. Aumenta anche la collaborazione con l’esterno e le aziende stanno vivendo una fase di valutazione di eventuali internalizzazioni di competenze essenziali ai fini della generazione di valore e del vantaggio competitivo”.

“In un’industria manifatturiera in continua evoluzione – aggiunge Riccò –  il capitale umano, le capacità e le competenze stanno diventando il driver fondamentale e le aziende italiane giocheranno la partita della competitività anche su questo”.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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