Mentre i recentissimi dati Istat certificano la crescita zero della produttività del sistema Paese negli ultimi 26 anni, con un leggero segno positivo solo nell’arco temporale successivo al 2009, buone notizie arrivano da uno studio realizzato su un campione di 3.000 imprese manifatturiere tra 5 e 499 addetti, rappresentativo dell’universo di 130 mila imprese.
Secondo l’analisi condotta da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne gli investimenti delle imprese nella duplice transizione digitale e green generano una significativa crescita di produttività: chi investe nelle tecnologie digitali vede la propria produttività aumentare fino al 12%, chi investe esclusivamente in sostenibilità ambientale registra aumenti fino all’8%, mentre quando le imprese investono in entrambi i campi l’effetto sulla crescita della produttività sale al +14%.
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Lo sviluppo delle competenze offre un ulteriore boost
Non solo: quando le aziende colgono anche l’importanza di investire nel capitale umano e in particolare nella formazione delle competenze necessarie a governare la doppia transizione, attraverso attività formative di up-skilling e re-skilling ai propri dipendenti e formazione manageriale per l’innovazione sui nuovi modelli di business, gli effetti sulla produttività crescono ulteriormente fino al 17%.
Le imprese che hanno investito sul binomio digitalizzazione e formazione ha ottenuto anche una maggiore flessibilità per adeguare la produzione alle esigenze di mercato, un aumento della velocità di produzione, maggiore qualità del prodotto e minori errori e fermi macchina rispetto a chi, pur avendo investito nel digitale, non ha puntato sulla formazione.
Il 35% delle imprese non ne vuole sapere
Non tutte le aziende però sono consapevoli di queste opportunità: secondo lo studio infatti entro il 2024 meno di un’impresa manifatturiera su tre (il 31%) prevede di investire sia nella digitalizzazione che nella sostenibilità ambientale. Il 12% delle imprese investirà solo nelle tecnologie digitali e il 22% solo nel green. A questo 65% di imprese che investiranno si contrappone il restante 35% di imprese – oltre una su tre – che invece non investirà affatto su questi temi.
Sono principalmente le realtà più piccole quelle che stentano a tenere il passo: solo una su cinque lo farà nei prossimi tre anni. Sopra la media, invece, il Mezzogiorno, dove il 36% delle imprese investirà nella duplice transizione, superando il 29% delle imprese del Centro-Nord.
Dopo i Punti Impresa Digitale arrivano i Punti Energy Management
Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, rileva come i dati testimonino “che sono in aumento le imprese pronte a fare il salto di qualità investendo in digitalizzazione e sostenibilità. Ma ci sono ancora tanti imprenditori che da soli non riescono a compiere il cambio di passo e per questo vanno accompagnati”.
Le Camere di commercio attraverso la loro rete territoriale dei Punti Impresa Digitale (PID) “hanno già aiutato oltre 500mila imprese a migliorare la propria maturità digitale”, prosegue Tripoli.
Il prossimo obiettivo è la creazione dei Punti Energy Management (P.E.M.) per supportare le PMI ad essere più efficienti nell’utilizzo delle risorse energetiche e a sfruttare le diverse agevolazioni predisposte dal Governo.