Laureati e in cerca di equilibrio tra lavoro e privato: ecco il profilo dei digital expert

Secondo la ricerca di Boston Consulting Group l’Italia si colloca al decimo posto fra le destinazioni di lavoro più attraenti per i digital expert, col 10% delle preferenze

Pubblicato il 09 Lug 2019

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Cerca un equilibrio tra lavoro e vita privata, è uomo e laureati: il profilo del digital expert è stato tracciato dal report Decoding Digital Talent di Boston Consulting Group, che ha indagato le preferenze su mobilità e lavoro di circa 27.000 talenti digitali provenienti da 180 Paesi.

L’identikit dei digital expert

Sono in prevalenza uomini (68%), laureati (80%), sognano di trovare un impiego in una grande impresa che offra opportunità di formazione e un buon equilibrio fra lavoro e vita privata. E in due casi su tre sono disposti a trasferirsi all’estero per trovarlo (67%). È questo l’identikit dei digital expert, cioè i talenti con elevate competenze ed esperienza nel digitale, come le capacità di data mining, programmazione e sviluppo web, digital marketing, digital design, sviluppo di applicazioni mobile, intelligenza artificiale, lavoro in modalità agile e robotica.

Otto talenti digitali su dieci hanno una laurea o titolo di studio superiore, contro il 67% dei non esperti digitali. Le competenze più diffuse sono quelle di data mining (36% del campione), programmazione e sviluppo web (28%), sviluppo di applicazioni mobile (25%) e digital marketing (25%), seguite da digital design (20%), modalità di lavoro agile (18%), robotica e automazione (16%) e intelligenza artificiale e machine learning (14%). Poco più di quattro su dieci non ricoprono alcun ruolo manageriale (41%), il 29% appartiene al lower management, il 21% al middle management e il 9% al top management.

I Paesi che più attraggono competenze

L’Italia si colloca al decimo posto fra le destinazioni più attraenti per i digital expert, col 10% delle preferenze, preceduta da Stati Uniti (40%), Germania (31%), Canada (27%) Australia (24%), Regno Unito (24%), Svizzera (15%), Francia (15%), Spagna (12%) e Giappone (11%). Guadagna però una posizione, posizionandosi al 9° posto con l’11% delle preferenze, se si considerano i profili non digitali. Le città più ambite sono Londra (24% dei voti), New York (19%) e Berlino (18%). Per trovare una città italiana, bisogna scendere fino alla 28° posizione, occupata da Roma.

“Coltivare o attrarre dall’estero le competenze digitali più richieste dal mercato come l’intelligenza artificiale, il digital marketing, la robotica o lo sviluppo web e mobile migliora non soltanto performance delle aziende, ma la competitività dell’intero sistema paese – afferma Matteo Radice, Managing Director e Partner di BCG -. Se governi, città e imprese vogliono accogliere esperti digitali devono costruire un contesto di lavoro adeguato alle loro capacità e aspirazioni, capace di attrarre e trattenere i migliori talenti che provengono dall’estero”.

La maggior parte dei talenti digitali pronti a trasferirsi per lavoro preferirebbe farlo in una regione o nazione vicine geograficamente o culturalmente. Sette delle dieci nazioni più ambite dai talenti europei fanno parte del continente, mentre per quelli dell’America Latina i paesi più attraenti sono Stati Uniti, Canada, Argentina, Brasile (relativamente vicini geograficamente) e la Spagna (dove si parla la stessa lingua). Metà dei paesi più interessanti per i talenti della zona Asia-Pacifico si trovano nella stessa area: Australia, Giappone, Singapore, Malesia e Corea del Sud.

Obiettivo le grandi aziende

Nonostante il digitale sia comunemente associato alle startup, queste sono soltanto in quarta posizione nelle preferenze dei talenti digitali, che invece vorrebbero principalmente lavorare in grandi imprese, poi come lavoratori in proprio o in una PMI. I dieci fattori più rilevanti quando si tratta di scegliere il paese in cui trasferirsi per lavoro sono il buon equilibrio fra lavoro e vita privata, le opportunità di formazione e lavoro, le possibilità di fare carriera, i buoni rapporti con i colleghi, lo stipendio, una buona relazione con il proprio manager, la stabilità finanziaria del datore di lavoro, la possibilità di svolgere un lavoro interessante, sentirsi apprezzati per il proprio lavoro e un ambiente professionale innovativo e creativo.

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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