Italia tra gli ultimi in Europa per l’efficacia dell’ecosistema start-up

Secondo il 360Entrepreneurial Index l’Italia è sotto la media europea, distante da Regno Unito (secondo), Germania (quinta) e Francia (undicesima)

Pubblicato il 03 Giu 2019

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L’Italia si colloca al ventesimo posto sui ventotto paesi dell’UE per efficacia del suo ecosistema di start-up nel 2018: lo rivela il 360Entrepreneurial Index, calcolato dal Centro Studi di Digital360 attraverso la prima ricerca in Italia che misura l’efficacia degli ecosistemi europei delle start-up hi-tech finanziate con capitale di rischio sia dagli investitori istituzionali (Venture Capitalist) che dagli investori informali (business angel o family office).

I dati

L’Italia è sotto la media europea ma mostra un importante recupero, guadagnando 5 posizioni rispetto al 2017, grazie al raddoppio dei finanziamenti in equity delle start-up, alla crescita delle operazioni di investimento in scaleup, all’aumento di operazioni di Exit (quotazioni in borsa o acquisizioni) e di Unicorni (start-up che raggiungono 1 miliardo di dollari di valorizzazione).

Il nostro Paese è sotto la media europea, distante dalle economie comparabili come Regno Unito (secondo posto), Germania (quinto posto) e Francia (undicesimo), superato da alcune nazioni di dimensioni minori che negli ultimi anni sono state in grado di creare condizioni strutturali molto positive per l’ecosistema imprenditoriale (come Estonia, Lettonia e Slovenia) e da alcuni Paesi che hanno puntato su un utilizzo aggressivo delle agevolazioni fiscali (come Irlanda, Lussemburgo e Cipro). Ma l’Italia mostra un importante recupero, guadagnando 5 posizioni rispetto al 2017, grazie al raddoppio dei finanziamenti in equity delle start-up, alla crescita delle operazioni di investimento in scaleup, all’aumento di operazioni di Exit (quotazioni in borsa o acquisizioni) e di Unicorni (start-up che raggiungono 1 miliardo di dollari di valorizzazione).

Il 360Entrepreneurial Index

Il 360Entrepreneurial Index si basa su tre indicatori che analizzano le tre fasi di sviluppo imprenditoriale:

  1. l’Entrepreneurial Quantity Index, che misura la quantità totale di investimenti equity  immessi nel sistema imprenditoriale per finanziare le start-up;
  2. l’Entrepreneurial Quality Index, che si focalizza solo sulle operazioni di investimento di maggiore dimensione (maggiore di 5 milioni di euro), tipicamente finalizzate a finanziare la fase di scaling-up delle start-up;
  3. l’Entrepreneurial Outcome Index, che misura i risultati dell’attività imprenditoriale in termini di numero di Exit realizzate (ossia numero di start-up che si quotano in borsa o vengono acquisite da parte di imprese più grandi) e di Unicorni (ossia start-up che raggiungono una valorizzazione complessiva almeno pari ad 1 miliardo di dollari).

“Il miglioramento in tutte e tre le dimensioni considerate dal 360Entrepreneurial Index evidenzia come l’Italia sia riuscita ad innescare un circolo virtuoso nell’ecosistema imprenditoriale, che sta portando ad aumentare sia la quantità delle risorse investite in start-up, che la qualità, cioè gli investimenti in scaleup, il numero di Exit e di Unicorni – afferma Andrea Rangone, CEO di Digital360 –. Un segnale di miglioramento dell’efficacia dell’intero processo imprenditoriale: con l’aumentare degli investimenti in start-up, infatti, crescono anche le operazioni di finanziamento delle scaleup, che alimentano, dopo un po’ di tempo, le Exit e gli Unicorni, che consentono di attrarre nuovi fondi e di rialimentare il ciclo con una magnitudine superiore. Per recuperare il ritardo con gli altri Paesi, però, l’Italia deve continuare sostenere le sue start-up anche con adeguate decisioni politiche: le misure presenti nell’ultima legge di bilancio vanno in questa direzione, ma occorre accelerare l’emanazione dei decreti attuativi”.

La classifica

Entrando nel merito di ciascuno dei tre indici, si evidenziano i seguenti risultati. L’Italia si colloca al ventiduesimo posto, guadagnando 4 posizioni rispetto al 2017, relativamente all’Entrepreneurial Quantity Index, grazie agli investimenti equity immessi nel sistema imprenditoriale, raddoppiati nel 2018: nonostante il progresso, restiamo sotto la media europea, con un valore in rapporto al PIL molto basso rispetto a quello dei Paesi più avanzati. Si posiziona al diciannovesimo posto, migliorando di 5 posizioni, nell’Entrepreneurial Quality Index, grazie in particolare ad alcune importanti operazioni di finanziamento di scaleup avvenute nel 2018 che hanno visto come protagonisti investitori stranieri: segno di un crescente interesse internazionale per il nostro ecosistema. Infine, l’Italia è in un buon settimo posto, con 3 posizioni guadagnate, nell’Entrepreneurial Outcome Index, che misura i risultati dell’attività imprenditoriale in termini di numero di Exit o Unicorni.

“Il 360Entrepreneurial Index ci consente di evidenziare una correlazione positiva e statisticamente significativa tra il livello di imprenditorialità e il grado di benessere dei Paesi europei – aggiunge Rangone -. Anche se altre variabili contribuiscono a questo obiettivo, la ricerca mette in luce come la ricchezza e la qualità della vita dipendano in modo significativo dalla capacità degli ecosistemi nazionali di sostenere l’innovazione e la nuova impresa”.

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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