Formazione aziendale, la trasformazione digitale resta in cima alle priorità delle imprese

Il rapporto “Corporate Education Community”, realizzato da Polimi Graduate School of Management (la business school del Politecnico di Milano), sottolinea che la trasformazione digitale resta in cima alle priorità per quanto riguarda la formazione aziendale. Il rapporto sottolinea inoltre il contributo proprio degli strumenti digitali nel semplificare l’erogazione della formazione, oltre a una stretta correlazione tra la presenza di una visione strategica dell’azienda, il suo potenziale innovativo, e l’impegno verso la formazione dei dipendenti.

Pubblicato il 18 Nov 2022

e-learning

Nell’ambito della formazione aziendale, la trasformazione digitale si conferma la tematica più rilevante, indicata come tale dal 47% di grandi aziende e PMI: è quanto rileva il rapporto “Corporate Education Community”, realizzato da Polimi Graduate School of Management, la business school del Politecnico di Milano.

Il rapporto è stato realizzato a partire dai dati raccolti attraverso interviste a un campione di imprese composto per il 61% di grandi aziende e per il 39% di PMI, rappresentanti una comunità eterogenea di imprese provenienti da diversi settori e operanti in tutta Italia: commercio, servizi, produzione macchinari/attrezzature, informatica, consulenza, immobiliare, servizi finanziari, assicurazioni, automotive, TLC, pharma/sanità, ristorazione/alimentare, trasporti, gdo, hotellerie.

Formazione aziendale, i temi più rilevanti per le imprese

Il rapporto ha quindi evidenziato che il tema più rilevante per gli intervistati, sia grandi aziende che PMI, in ambito di formazione aziendale resta la trasformazione digitale.

Seguono in ordine di priorità il project management (27%), lo smart working (26%) e la diversity & inclusion (25%). Relativamente alla previsione sul budget da investire in formazione nel prossimo triennio, per il 39% di imprese si assisterà a una crescita, a fronte di un 33% che prevede una sostanziale parità, a conferma dell’importanza delle attività di upskilling e reskilling.

“È significativo che le aziende coinvolte nella survey riconoscano che le finalità principali della formazione siano legate all’aggiornamento professionale e alla necessità di tenersi allineati ai cambiamenti del contesto”, commenta Federico Frattini, Dean di Polimi Graduate School of Management.

“Infatti, le tematiche principali riguardano la trasformazione digitale, ma anche, ad esempio, l’inclusione: si tratta di due topic che caratterizzano i nostri percorsi formativi, non solo quelli custom, costruiti cioè su specifiche esigenze aziendali, ma anche quelli strutturali della nostra offerta, a dimostrazione del fatto che si tratta ormai di tematiche sempre meno verticali”, aggiunge.

Il quadro che emerge dai risultati della ricerca è una diffusa consapevolezza di come il percorso di sviluppo di un individuo in azienda possa contribuire alla crescita organica dell’impresa stessa e, in una visione più ampia, anche della società in cui opera.

Il report sottolinea, attraverso le opinioni delle aziende coinvolte, il ruolo della formazione come soggetto e oggetto della trasformazione aziendale. Ne è ad esempio dimostrazione l’impegno economico relativo al 2021: il budget medio impiegato nelle attività formative è di circa 900mila euro, ma il valore medio passa a circa 1.4 milioni di euro per le grandi aziende.

In media, il personale delle imprese rispondenti è stato coinvolto in 32 ore di formazione, registrando una crescita sugli anni precedenti, sia rispetto al periodo maggiormente colpito dal Covid-19 (il 2020) che rispetto a quello precedente (2019).

Digital learning e micro learning sono le attività formative più diffuse

Così come nel 2020, anche nel 2021 la modalità formativa più diffusa è l’online/digital learning, molto utilizzata in due terzi dei casi (62%). Nonostante l’emergenza Covid-19 abbia dato una forte spinta all’uso di strumenti digitali e abbia diminuito le resistenze talvolta presenti, le imprese sottolineano l’importanza di calibrare il mix di formazione online e in presenza, sebbene la formazione in presenza sia molto utilizzata solo nel 15% delle organizzazioni rispondenti nel corso del 2021.

Un’ulteriore modalità formativa, che mostra ampie prospettive di crescita, è il microlearning, abbastanza o molto utilizzato in circa la metà (47%) delle imprese rispondenti.

Secondo le aziende, le piene potenzialità di questo format si esprimono soprattutto dove la dimensione micro è inserita in un percorso formativo chiaramente delineato e coerente, al fine di evitare un’eccessiva frammentazione dei contenuti.

Le soluzioni tecnologiche maggiormente utilizzate (71%) sono quei tools originariamente pensati per fini non formativi, quali i software di teleconferenza e comunicazione online.

Per interpretare questo dato occorre tenere in considerazione il fatto che l’anno di riferimento – il 2021 – ha confermato un ancora diffuso ricorso a strumenti di emergenza.

Sarà quindi importante monitorare l’utilizzo di questi strumenti al fine di comprendere se e quanto, con il retrocedere dell’emergenza, gli strumenti di teleconferenza lasceranno il posto ad una formazione in presenza oppure ad un uso più strutturato di piattaforme digitali.

In un orizzonte prospettico che include i prossimi tre anni, si conferma alta la diffusione di software di teleconferenza e comunicazione online nell’ambito formativo. Questo rappresenta un punto di attenzione, che per garantire elevata efficacia nell’erogazione di formazione a distanza dovrebbe essere adeguatamente integrato con strumenti di supporto come i Learning Management Systems (LMS).

Aumenta lievemente la diffusione prospettica di strumenti già ampiamente diffusi come le piattaforme di e-learning, ed aumenta, anche se in misura ancora piuttosto ridotta, il ricorso a tecnologie più avanzate quali la realtà aumentata, virtuale o mista e l’intelligenza artificiale.

Sebbene queste tecnologie siano emerse in modo rilevante nella discussione sulle prospettive future della formazione, non si osserva nei dati un aumento rilevante nell’impiego di queste tecnologie nei prossimi tre anni.

Il ruolo delle tecnologie digitali nella formazione aziendale

Tra i benefici percepiti dall’uso di tecnologie a supporto della formazione corporate, la flessibilità che queste soluzioni garantiscono nella fruizione della formazione è di gran lunga il fattore più rilevante, come sottolineato dall’84% delle imprese.

Due ulteriori elementi positivi sono rappresentati dalla possibilità di innovazione dell’esperienza di apprendimento e dalla possibilità di contenimento dei costi, entrambi selezionati da circa metà del campione di riferimento.

Ultimo elemento da sottolineare è il fatto che il 75% delle imprese intervistate dichiara di far leva, per la diffusione di soluzioni tecnologiche, sulla semplicità d’uso degli strumenti digitali, evidenziando l’importanza di interfacce e soluzioni user friendly.

Il secondo elemento di leva, selezionato dalla metà delle imprese rispetto al primo fattore, è la presenza di personale interno che si occupi dello sviluppo dei percorsi e dei contenuti.

Tra le criticità riscontrate nell’adozione di soluzione tecnologiche a supporto della formazione corporate, il tema dell’onerosità dell’investimento economico rimane la motivazione primaria, selezionata dal 40% delle imprese rispondenti.

Il rapporto tra visione aziendale e impegno nella formazione

Infine, un ultimo capitolo della ricerca si pone l’obiettivo di esplorare la dimensione umanistica della formazione corporate con uno specifico focus sul concetto di purpose, definito come scopo e ragion d’essere di un’organizzazione.

I risultati mostrano un forte legame tra il purpose organizzativo e la formazione corporate, evidenziato sia dalla decisa correlazione tra la presenza di un purpose chiaro e numero di ore di formazione pro capite, e ancora di più dalla correlazione tra la presenza di un purpose e l’intensità della formazione dei livelli executive e senior.

Le organizzazioni che più si basano su un purpose condiviso e formalizzato mostrano anche più elevati livelli di innovazione digitale. Questi risultati sottolineano la rilevanza dell’interazione tra le diverse componenti della formazione, e soprattutto tra le humanities e le tecnologie.

Le organizzazioni più innovative sono infatti quelle che hanno una visione olistica della formazione, che coinvolge in modo consistente anche i livelli di seniority più avanzati, che è in grado di stabilire un purpose chiaro ed una cultura di confronto ed apertura, e che riesce a introdurre innovazione, soprattutto digitale.

“I risultati del rapporto mettono in evidenza la rilevanza strategica della formazione aziendale, che rappresenta una dimensione centrale per garantire l’allineamento tra i profili aziendali e le richieste del mercato, da una parte, ma anche per permettere l’allineamento tra valori individuali e aziendali, dall’altra”, commenta Tommaso Agasisti, responsabile scientifico del gruppo di lavoro CEC (Corporate Education Community) di Polimi Graduate School of Management.

“La formazione sarà sempre più online e basata su pillole formative che consentano di rendere l’apprendimento realmente continuo e flessibile, in linea con le esigenze dei dipendenti di un’azienda. Da questo punto di vista, la personalizzazione del percorso formativo è un tema di discussione centrale, sebbene ancora poco implementato dal punto di vista operativo. Sicuramente questa rappresenta una delle maggiori sfide e opportunità per il futuro della formazione corporate”, conclude.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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