La sfida della formazione 4.0 come una “rivoluzione culturale” attraverso la quale si potranno creare le professionalità del futuro ma anche dare nuovi stimoli e nuove competenze a chi è già occupato e ricopre posizioni decisionali. A spiegarlo, nel corso della conferenza introduttiva di SPS Italia, il prof. Marco Taisch del Politecnico di Milano.
“Credo che sia una sfida che ha molto a che fare con le competenze e le skills – spiega Taisch – perché qui non si tratta solo di una rivoluzione tecnologica ma anche, e sopratutto, una rivoluzione culturale. Saper preparare le persone, i giovani ovviamente, ma anche le persone che si trovano oggi nelle imprese è ciò per cui, oggi, stiamo lavorando”.
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Quarantenni ancora troppo pigri, ma la formazione è necessaria
“Oggi, purtroppo, vediamo spesso che le persone tra i 40 e i 50 anni che si trovano in azienda sono un pochino pigre, non hanno voglia di aggiornarsi. Alcuni di loro vedono la pensione vicina e, quindi, non capiscono il perché fare formazione. Questo, invece, è un errore perché l’evoluzione tecnologica è molto rapida e per restare competitivi bisogna comprendere le nuove tecnologie per applicarle nelle imprese”.
Formazione, al Politecnico anche i percorsi “executive”
Da qui la decisione di affiancare ai percorsi tradizionali anche corsi dedicati a queta fascia di persone. “Noi facciamo, ovviamente, corsi di laurea che vengono sempre tenuti aggiornati ma da qualche tempo abbiamo lanciato anche percorsi executive. Si tratta di corsi serali, o di percorsi di studio molto brevi – conclude Taisch – che si rivolgono, in modo particolare, alle persone che hanno ruoli decisionali in impresa. L’altra cosa importante sarà la nascita dei competence center, indirizzati alle piccole e medie imprese anche per le attività di formazione”.