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Il bonus per la formazione 4.0 sarà nella manovra. Dopo essere letteralmente “sparito” dalla bozza del disegno di legge di bilancio uscita il 16 ottobre dal Consiglio dei Ministri – generando l’indignazione di buona parte del mondo economico-industriale, nonché della stampa più vicina a questi temi (Il Sole 24 Ore, Linkiesta, Cor.Com e Innovation Post) – l’ultima bozza del DDL circolata ieri sera contiene nuovamente il capitolo dedicato agli incentivi per la formazione sulle tecnologie 4.0, considerato unanimemente uno dei pilastri fondanti del concetto stesso di Impresa 4.0.
Indice degli argomenti
Come funziona
La norma è dedicata a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano nonché dal regime contabile adottato, che effettuano spese in attività di formazione “svolte per acquisire e/o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0”, fino a un importo massimo di 1 milione di euro. In una prima versione erano elencate anche le tecnologie di riferimento, ma in questa bozza si rimanda a un allegato che al momento non abbiamo potuto visionare.
Le spese agevolate sono quelle sostenute nel triennio 2018-2020 e l’incentivo è il credito d’imposta nella misura del 50% delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente.
Aggiornamento del 21/10 – Secondo diverse indiscrezioni filtrate successivamente alla data di pubblicazione di questo articolo sembrerebbe che, in un’ulteriore versione della bozza del DDL di Bilancio, la percentuale dell’incentivo potrebbe essere ridotta dal 50% al 40%. Si starebbe inoltre discutendo della possibilità di farla funzionare “a rubinetto”, cioè fino a esaurimento dei fondi. Secondo Il Sole 24 Ore verrebbe ridotto anche il massimale dell’investimento da 1 milione a 300 o 500 mila euro. Il tutto a discapito dei fondi per supportare la Legge Sabatini.
Aggiornamento del 23/10 – Il “Sole” ha ricevuto ulteriori bozze dell DDL che confermerebbero l’agevolazione al 40% che varrà in via sperimentale per il solo 2018, con un tetto massimo di spesa di 300 mila euro.
Spese certificate
Sono previsti severi controlli per vigilare sulla corretta applicazione della norma. Le aziende sono tenute infatti a tenere “apposita documentazione contabile certificata dal soggetto incaricato della revisione legale o dal collegio sindacale o da un professionista iscritto nel Registro dei revisori legali, di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39. Tale certificazione deve essere allegata al bilancio”.
Decreto attuativo
Per l’attuazione della norma occorrerà attendere un decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo Economico, che sarà emanato entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio (quindi a marzo 2018)
Si confermerebbe quindi l’approccio “light” che da una parte vede il credito riconosciuto su tutte le spese (e non sulla quota incrementale delle stesse), dall’altra abbassa il massimale, ma comunque a una soglia sufficiente a coprire le esigenze delle PMI.