Foodtech, ICIM traccia la strada dei materiali innovativi e sicuri per il mondo alimentare

Con la certificazione volontaria realizzata dall’ICIM, le aziende del settore alimentare dimostrano al mercato l’utilizzo di buone pratiche di fabbricazione, rispetto dei requisiti di sicurezza e conformità, serietà e affidabilità nell’uso dei materiali.

Pubblicato il 25 Nov 2019

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Il settore dei materiali innovativi e Hi-tech, al servizio dell’industria e delle aziende del Food, è legato a doppio filo con una serie di fattori e attività specifiche: la sicurezza alimentare di materiali, prodotti, sistemi di produzione e imballaggi; la gestione della filiera nel rispetto di requisiti e normative; la tracciabilità di ogni elemento. Ma anche l’identificazione dei rischi in ogni fase della produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione degli alimenti.

La filiera aziendale e produttiva interessata da queste attività è composta da soggetti quanto mai diversi, come Grande distribuzione organizzata, industrie della produzione e trasformazione alimentare.

E poi tante piccole realtà artigianali, che talvolta, pur in buona fede, faticano a orientarsi nella normativa che regolamenta i cosiddetti Moca (Materiali e oggetti a contatto con gli alimenti), che è varia, articolata e in continua evoluzione. E che include regolamenti europei e la complessa legislazione nazionale per i diversi materiali come plastica, cellulosa, ceramica, vetro, acciaio, alluminio, e via dicendo.

Anima Confindustria porta avanti iniziative per sensibilizzare le aziende del Foodtech sul tema dei materiali a contatto con gli alimenti, un ambito che deve coniugare la tutela della salute con la competitività delle imprese rispettose delle regole. I suoi servizi dedicati a questo comparto comprendono test di laboratorio, servizi di consulenza, analisi e valutazione.

C’è poi, da due anni a questa parte, ma sempre di grande attualità, lo schema per la certificazione volontaria sviluppato da ICIM, che consente agli operatori del settore di avere uno strumento unico per poter dimostrare al mercato, con le verifiche di un ente indipendente, l’utilizzo di buone pratiche di fabbricazione, e il rispetto dei requisiti di sicurezza e conformità, in modo da caratterizzarsi per serietà e affidabilità tra i propri competitor.

ICIM è l’ente di certificazione italiano, partecipato a maggioranza da Anima Confindustria, che si occupa anche della sicurezza nell’industria alimentare e nel settore Moca.

Materiali sicuri per il mondo del Food

Il mercato non consente più di sbagliare: i controlli si intensificano, le sanzioni aumentano, così come crescono i rischi per la salute pubblica.

Il sistema europeo di allerta rapida per alimenti e mangimi (Raffs) rileva per il 2018 ben 138 segnalazioni di rischio sanitario da Moca (sono state 119 nell’anno precedente), in particolare migrazione di ammine aromatiche e formaldeide (50 casi), e di metalli pesanti (34), principalmente nichel, piombo, cromo e cadmio, e poi contaminazione industriale (22), alterazioni causate da frodi (3). A livello di prodotti, i Moca risultati irregolari provengono in maggior parte dalla Cina (96 contro i 26 provenienti complessivamente da altri nove Paesi, inclusa l’Italia).

In questo scenario, e per queste esigenze di sicurezza, conformità e mercato, lo schema di Certificazione dei materiali e componenti a contatto con alimenti realizzato da ICIM “ha l’obiettivo di aiutare le aziende a diventare conformi, non solo per evitare le sanzioni, ma soprattutto per attestare la qualità e sicurezza dei loro prodotti e per porsi in modo distintivo sul mercato”, spiegano gli specialisti dell’ente di certificazione.

Vetro e carta, gomma e acciaio

Sono molte le aziende che si sono già rivolte a ICIM per la certificazione volontaria dei Moca, come anche per una prima analisi e valutazione, o per la formazione dei propri addetti. Tra queste possiamo trovare: aziende attive nella lavorazione di carni e insaccati, nella vendita e distribuzione automatica del fresco, macchine professionali per la macinatura e l’erogazione del caffè e del ghiaccio, stoviglie e accessori per la ristorazione, refrigerazione, produttori di affettatrici a uso industriale e domestico, contenitori in vetro, supporti in acciaio, inserti in gomma, e altro ancora.

Il percorso certificativo Moca di ICIM parte da un’analisi documentale del processo produttivo e dei prodotti, procede poi con la valutazione dei materiali componenti il prodotto, con la verifica della conformità di tutte le sostanze utilizzate per la fabbricazione, e con la definizione del numero dei campioni da esaminare e dei parametri da analizzare. Attraverso l’audit interno all’azienda si effettua la valutazione della congruità dei processi produttivi specifici, il prelievo dei prodotti da testare, e si procede con l’individuazione delle loro possibili cessioni e contaminazioni nocive per la salute attraverso test di laboratorio specifici. Con l’esito positivo di audit e test di laboratorio, viene emesso il certificato ICIM, che ha una validità di 5 anni e prevede sorveglianze e controlli a cadenza annuale.

Negli ultimi due anni ICIM ha poi organizzato diversi incontri di formazione e informazione in collaborazione con le associazioni del comparto aderenti ad Anima Confindustria, in particolare con Assofoodtec.

Cultura della qualità per i consumatori

Guardando al futuro, serve anche un’ampia divulgazione di questi temi: “Per il comparto del Foodtech è auspicabile che anche il consumatore – sempre più evoluto ed esigente sulla composizione dei cibi, e di ciò che mangia, diventi più attento e consapevole anche sul contenitore, e su tutti i materiali che entrano in contatto con gli alimenti, consumati ogni giorno a casa e fuori”, rilevano gli esperti dell’ICIM.

Se è giusto che il mercato sia tutelato dai controlli a monte, oggi sempre più spesso i consumatori esercitano un ruolo attivo a salvaguardia della propria salute. È quindi importante che il consumatore consapevole comprenda il valore proposto dalle aziende rispettose delle regole, e sia in grado di evitare i prodotti non conformi.

“Anche in questa direzione procede l’azione di sensibilizzazione di ICIM, che intende porsi come interlocutore di riferimento per tutte le realtà e le imprese del Foodtech che vogliono distinguersi sul mercato per serietà e correttezza, offrendo tutte le garanzie richieste al consumatore finale”, rimarcano dall’ente di certificazione che fa capo ad Anima Confindustria.

Le diverse specializzazioni di ICIM

ICIM è anche l’ente di certificazione di riferimento in ambito Industria 4.0, e supporta le aziende con servizi che includono l’attestazione dei requisiti per l’accesso ai benefici fiscali dell’iper-ammortamento, sicurezza informatica, business continuity, asset management o per la sicurezza delle interfacce uomo-macchina.

Più in generale, oltre a Industria 4.0 e mercato alimentare, l’ICIM, nato a Milano nel 1988, si occupa di certificazione nei settori della meccanica, termoidraulica, impiantistica, sicurezza antieffrazione. Ma anche per le energie rinnovabili ed efficienza energetica, e per la certificazione delle figure professionali nei diversi settori di attività.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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