Il programma del Terzo Polo, l’alleanza per le elezioni del 25 settembre 2o22 nata dall’accordo tra di Azione, il movimento politico di Carlo Calenda, e Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, propone la restaurazione dello spirito che guidò il Governo Renzi, a partire dal Piano Industria 4.0, la valorizzazione dell’esperienza del Governo Draghi, con l’attenzione al PNRR, e uno sguardo al futuro.
Il ragionamento muove da una premessa: negli ultimi 30 anni la produttività è rimasta al palo perché “conservatorismi e populismi (di destra e di sinistra) hanno impedito all’Italia di realizzare quelle riforme profonde che erano necessarie per rilanciare la crescita e sfruttare le opportunità della globalizzazione”. La soluzione? Tornare a un modo di governare diverso.
Un modo diverso di governare che gli Italiani hanno già potuto sperimentare – spiega il programma – durante il Governo Renzi, quando Carlo Calenda sostituì Federica Guidi come Ministro dello Sviluppo Economico. In quegli anni – viene ricordato nel programma del Terzo polo presentato oggi – “la pressione fiscale è diminuita di circa due punti percentuali, il debito pubblico si è stabilizzato e furono introdotte riforme di sistema per far crescere la produttività (Jobs Act, Industria 4.0 e tante altre)”.
Indice degli argomenti
Ripartire da Industria 4.0
Il Piano 4.0 proposto in quel settembre 2016 a Milano dall’allora Ministro Calenda e dal Governo Renzi “è stata la principale iniziativa di politica industriale degli ultimi 30 anni. Grazie a questa, gli investimenti e la produttività hanno raggiunto livelli superiori a quelli delle imprese tedesche”.
Merito di un pacchetto di incentivi che puntava su misure semplici e automatiche.
Questa – si dicono convinti i proponenti – “è l’unica strada per aumentare salari e posti di lavoro”.
Il piano Industria 4.0 deve essere ripristinato e rafforzato perché è stato “depotenziato dai precedenti Governi”.
Come? “Aggiornando la lista dei beni agevolati (includendo le nuove tecnologie) e aumentando il tetto massimo per gli investimenti”.
Inoltre il meccanismo industria 4.0 va esteso agli investimenti per la transizione ecologica (ad esempio gli impianti di produzione e accumulo di energia per l’autoconsumo).
Per quanto riguarda le infrastrutture a supporto della transizione digitale e 4.0 delle imprese, l’idea è di rafforzare “il framework normativo originale di Industria 4.0” e cioè potenziare e razionalizzare Competence Center e Digital Innovation Hub.
Aziende innovative e Start-Up
Per supportare le aziende innovative nascenti – digitali e non – Renzi e Calenda propongono “il modello della facilitazione d’impresa, abbinato alla razionalizzazione dei bandi di finanziamento, evitando la discrezionalità delle Regioni sulla definizione di start-up e superando la modalità click-day dei bandi pubblici”.
Il Terzo polo propone “una sandbox normativa che permetta l’incontro agile tra startup e mercato e l’eliminazione di tutte le gabelle relative alla costituzione o al mantenimento della società, come ad esempio la tassa di concessione governativa, la vidimazione dei libri sociali ed i costi relativi all’iscrizione in Camera di Commercio”.
Quanto al tema dell’attrazione di investimenti privati in fondi di venture capital ed investimenti diretti in startup (uno dei punti su cui Calenda fece autocritica quando era ancora ministro), il Terzo polo propone di eliminare del tutto la tassazione del capital gain sugli investimenti in startup e venture capital e di aumentare l’incentivo fiscale per coloro che investono.
Da ultimo, occorre “innalzare l’aliquota del credito d’imposta per le imprese che effettuano investimenti in innovazione al 50%, ripristinando la versione del Governo Renzi, prevedendo una maggiorazione se sono coinvolti centri di ricerca universitari, altre startup o PMI innovative”.
Favorire la crescita delle micro e PMI
Il “nanismo” delle micro-imprese italiane è una delle caratteristiche del nostro sistema economico che nuoce alla produttività del sistema Paese.
Per questo il programma del terzo polo propone misure che facilitino ed incentivino la crescita dimensionale delle piccole e microimprese.
In particolare l’idea è di innalzare la soglia dimensionale d’impresa per l’applicazione di alcuni dei più pesanti vincoli burocratici in materia di lavoro; modulare la defiscalizzazione già prevista nelle Zone Economiche Speciali al fine di favorire la crescita delle piccole imprese e incentivare quelle di medie e grandi dimensioni; potenziare il credito d’imposta per i costi di quotazione delle PMI, già introdotto dal MISE nel 2017.
Per quanto riguarda poi le piccole e micro-imprese artigiane, “i luoghi dei talenti italiani”, occorre “accompagnare il passaggio generazionale, favorire il credito diretto e le garanzie, anche attraverso la mutualità privata. Bisogna inoltre promuovere la formazione professionale sul campo attraverso l’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato duale”.
Concorrenza e competenze
Occorre poi approvare “ogni anno leggi sulla concorrenza” per rendere l’economia “più libera e meno gravata da barriere all’ingresso e da restringimenti della concorrenza”.
L’obiettivo è “favorire l’innovazione, la crescita e la tutela dei consumatori, in modo che possano avere una maggiore quantità di beni e servizi a disposizione e a prezzi inferiori”.
Infine servono politiche di formazione che consentano di colmare la differenza tra le competenze richieste dal mercato (anche per l’attuazione del PNRR) e le competenze a disposizione della forza lavoro.
Due le misure proposte. La prima è “coprire i costi che le imprese sostengono per organizzare, in collaborazione con gli ITS e gli altri istituti di formazione, corsi specialistici per la creazione delle competenze realmente richieste”. Si tratta di corsi che dovrebbero poi essere aperti sia al personale interno da riconvertire, sia ai lavoratori non ancora assunti e che potranno effettuare colloqui al termine del periodo di formazione. L’altra misura è il potenziamento degli ITS “investendo 1,5 miliardi di euro, al fine di raddoppiare il numero di iscritti e di laureati attraverso un aumento del numero complessivo di istituti, in linea con quanto previsto dal PNRR”.
Renzi e Calenda ritengono che gli ITS possano essere un “vivaio di talenti con expertise” anche per sviluppare competenze e leadership in settori strategici come 5G, banda ultralarga e cybersecurity.
Le misure fiscali
Il pacchetto fisco prevede, in sintesi, una semplificazione dell’Irpef e l’abrogazione dell’Irap.
Misure in favore delle imprese anche sul fronte dell’Ires. A titolo di esempio, si propone la detassazione degli utili trattenuti in azienda e di quelli destinati a schemi di partecipazione da parte dei lavoratori e aliquote dimezzate per cinque anni in caso di fusioni tra imprese.
Proposto poi anche uno scivolo biennale di transito per chi esce dal regime agevolato dei forfettari.
Space Economy e Nucleare
Nel programma del Terzo Polo è presente un ampio capitolo dedicato al tema della transizione energetica.
Tra le proposte più rilevanti c’è quella di includere il nucleare nel mix energetico di lungo periodo per arrivare ad emissioni zero nel 2050.
E guardando al futuro non manca un importante riferimento alla Space Economy, considerato “fiore all’occhiello italiano”. Sul tema occorre intervenire “con una migliore organizzazione del sistema di formazione, la promozione di distretti di sviluppo e lo snellimento dei processi legati ai brevetti, oltre alla revisione della governance dell’Agenzia Spaziale Italiana e l’adozione di un testo normativo unitario”.
Il testo in PDF del programma del Terzo Polo
Qui di seguito potete leggere e scaricare il testo integrale in PDF del programma del Terzo Polo