Dalla cybersecurity all’integrazione, dalla robotica alla potenza di calcolo declinata nei big data. Si conclude il viaggio di Italia 4.0, la trasmissione di Class Cnbc tra gli otto centri di competenza italiani per fare il punto della situazione di questi centri di eccellenza e capire come si potranno sviluppare nei prossimi mesi
Dopo la puntata di mercoledì 10 luglio, che aveva visto protagonisti i Competence Center del Nord – Milano, Torino, Genova e Triveneto – il 17 luglio Andrea Cabrini ha presentato le realtà del Sud, del Lazio, di Bologna e di Pisa spiegando le caratteristiche e le sfide.
A raccontarli, in studio, Teodoro Valente, Presidente di Cyber 4.0 Roma, Leopoldo Angrisani, delegato di MedITech Campania e Puglia, Domenico Bambi, presidente del Comitato esecutivo del Bi-Rex di Bologna, e Nunzio Abbate, Vice Presidente Artes 4.0 di Pisa.
Qui potete rivedere la parte con MedITech e Cyber 4.0
Qui potete rivedere la parte con Bi-Rex e Artes 4.0
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Uniti per crescere, il rapporto con i Digital Innovation Hub
Su un punto, comunque sembrano essere tutti d’accordo, per dare un ulteriore volano alla crescita della rete dei competence center serve l’integrazione con tutti gli altri enti che lavorano sui temi di Industria 4.0. A partire dai Digital Innovation Hub. Una collaborazione che non era “normata”, all’inizio di questo percorso, ma che sembra essere diventata strategica tanto da vedere confluire proprio i DIH in molte di queste strutture.
“È molto importante la la collaborazione con i Digital Innovation Hub – spiega Teodoro Valente (Roma) – e noi abbiamo stretto tre accordi di precollaborazione con quelli di Confindustria, Legacoop e Confcommercio. Strutture che sono essenziali per spostare l’approccio dell’avanzamenti tecnologico più che dall’offerta di innovazione alla domanda di innovazione”.
Anche Meditech (Napoli) punta sui DIH, principalmente per quanto riguarda l’orientamento delle Pmi. “Lo svolgeremo con i Digital Innovation Hub e ci aspettiamo da questa collaborazione ulteriori sinergie per fare in modo di fare rete con l’ecosistema delle imprese conosciute da loro e con quelle raccolte dalla nostra proposta”, sottolinea Leopoldo Angrisani.
Una rete, quella dei Digital Innovation Hub che Artes 4.0 (Pisa) ha addirittura integrato nella propria compagine associativa come socio fondatore. “A fare la differenza sarà il legame che sapremo costruire con tutti gli altri enti che lavorano in questo ecosistema di industria 4.0 – sottolinea Nunzio Abbate – come i digital Innovation Hub. Quelli italiani, come quello toscano, che è presente come socio fondatore in Artes, ma anche quelli italiani ed europei. Siamo all’interno di una complessa rete di centri mondiali e il nostro ruolo sarà quello di incastrarvi al meglio la nostra proposition”.
Uno “speed date 4.0” per far conoscere le aziende
Tra i temi al centro anche quelli della conoscenza tra le aziende e della fiducia reciproca. Per comprendere al meglio questo secondo tema basta guardare i risultati dei workshop messi a punto dal competence center di Bologna. “Il primo ha visto arrivare le aziende con un po’ di perplessità – sottolinea Domenico Bambi – su cosa potevano dire per non avvantaggiare i concorrenti nella competizione. Nei successivi, invece, le aziende hanno cominciato a capire, e a fidarsi l’uno con l’altra. E grazie alle decisioni prese, alle informazioni scambiate, ai dati raccolti, la soddisfazione è molto aumentata”.
Interessante, e particolarmente innovativa, la proposta di Artes per quanto riguarda la necessità di far conoscere le aziende tra loro. “Faremo una sorta di speed date 4.0 – spiega Abbate – in cui dare un tempo limitato a tutte le aziende, 3 minuti di speech con un algoritmo che mette insieme le keywords delle varie proposition per potersi parlare. Non è semplice, perché se io ho un’azienda che produce semiconduttori e voglio parlare con un’azienda che produce tubi in polietilene per mettere assieme competenze e renderli intelligenti, dobbiamo sapere reciprocamente dell’esistenza. E questa è una delle complessità su cui lavoriamo oltre a orientamento, formazione, ricerca e sviluppo”.
La sicurezza al centro, il ruolo di Cyber 4.0
Cyber 4.0 è il competence center del centro Italia, che è specializzato nella cyber security, con declinazioni specifiche sui comparti di aerospazio, automotive e mobility ed e-Health. Sono coinvolti 35 soggetti privati tra grandi imprese e Pmi, insieme a tutte le università del Lazio, con capofila La Sapienza, e poi la Luiss di Roma, l’ateneo dell’Aquila oltre a Cnr e Inail.
“Ci occuperemo di temi che riguardano in generale l’awareness ovvero la consapevolezza delle problematiche di cyber security – spiega il presidente, Teodoro Valente – prevalentemente per le Pmi del tessuto industriale italiano, ma affronteremo anche tematiche sia per quanto riguarda la formazione e i servizi e il coordinamento di attività di ricerca e sviluppo a rapida trasferibilità tecnologica. I settori principali sono quelli delle comunicazioni satellitari, del controllo remoto dei veicoli, dei dati nell’ambito dell’E-Healt, la salute elettronica. In pratica dove ci sono problematiche di privacy, di sicurezza.
“Le azioni messe in campo, saranno ovviamente rispondenti all’obiettivo del centro – prosegue Valente – e prevedono la realizzazione di servizi di consulenza, di formazione ad hoc, e non intendo quella classica, di carattere universitario, ma personalizzata. In funzione delle esigenze delle Pmi. Ci saranno, quindi, azioni destinate a manager dipendenti, altre destinate a esperti cyber, altre ancora specifiche a seconda delle esigenze delle singole imprese. In più ci sarà il coordinamento di un certo numero di attività di ricerca applicata, ovvero prossima al trasferimento tecnologico che abbiamo già preindividuato, con il contributo di tutta la partnership, nelle 4 aree tematiche in cui saremo presenti”.
MedITech, la lezione del Sud nel segno dell’integrazione
MedITech è il competence center del Sud Italia che opera sui temi dell’integrazione 4.0 e si propone con una vocazione mediterranea. Il centro pone i suoi focus sui comparti specifici del territorio: realtà industriali che vanno dall’aerospazio all’automotive, dal ferroviario alla cantieristica navale senza dimenticare agroalimentare, farmaceutico, energia, servizi Ict e costruzioni edili e civili. Capofila del centro, che ha un partenariato del quale fanno parte 41 imprese fondatrici e un altro centinaio di soci aderenti, è l’Università Federico II di Napoli.
“La nostra connotazione è l’integrazione 4.0 – spiega Leopoldo Angrisani delegato di Meditech Campania e Puglia – che mira a utilizzare le tecnologie abilitanti ad ampio spettro all’interno delle filiere più rilevanti che si trovano nel territorio campano e pugliese, e in quello meridionale più allargato. Comparti che possano essere irrobustiti e ottimizzati creando catene virtuose che possano aumentare la competitività locale, nazionale e internazionale. Spieghiamo come fare innovazione dalla combinazione di varie tecnologie, tanto più che abbiamo declinato l’integrazione verticale e orizzontale. Verticale muovendoci all’interno di una filiera grazie all’insieme delle tecnologie, orizzontale quando le buone pratiche messe in atto all’interno di una filiera possano essere mutuate anche da altre”.
“Abbiano dato spazio a tutte le filiere che potevamo rappresentare l’eccellenza del territorio – prosegue – l’aerospazio, ma anche l’automotive, l’agroalimentare, il farmaceutico, l’Ict in termini generali, ma sopratutto un accento è sulla parte delle costruzioni edili civili, che è un tema importante perché siamo l’unico competence center che ha considerato questo comparto. Lì c’è una spinta molto consistente nell’uso delle nuove tecnologie sopratutto nella cantieristica 4.0”.
La robotica nel dna, ecco Artes 4.0
Artes 4.0 è l’acronimo di Advanced robotics and enabling digital technologies & system 4.0. Si tratta del centro di competenza della Toscana e ha come capofila la scuola superiore Sant’Anna di Pisa.
Artes 4.0 opera nell’ambito della robotica avanzata e delle tecnologie digitali abilitanti definite dal Piano Nazionale Industria 4.0 il centro di competenza, che include università, centri di ricerca, enti pubblici, Digital Innovation Hub, Pmi e grandi imprese, nasce allo scopo di aiutare, supportare e guidare aziende a incrementare il loro potenziale utilizzando le tecnologie abilitanti di industria 4.0. I servizi previsti sono di orientamento, formazione, progetti di innovazione, consulenza per il business
“Il nostro dna è legato principalmente alla robotica, all’intelligenza artificiale e alle tecnologie abilitanti – sottolinea Nunzio Abbate, Vice Presidente Artes 4.0 – e questo ci permette attraverso un partenariato molto esteso – 127 soci tra pubblico e privato – di avere un focus nel trasferimento della robotica da un concetto tipicamente manufacturing, fino alla sicurezza sul lavoro. La nostra modalità prevede un Hub centrale a Pontedera e una distribuzione con 13 nodi sul territorio”.
“La nostra idea è quella di consentire alle aziende di fare un salto tecnologico che le possa far competere sui mercati internazionali – prosegue – e per fare questo occorrono dei nodi distribuiti sulle regioni, dei progetti innovativi tramite la formazione e le sinergie con gli enti locali. Possiamo dire che oggi buona parte delle eccellenze della robotica europea sono in quest’area toscana, con la presenza della Sant’Anna, allargata ad altre regioni”.
Bi-Rex, numeri e analisi dei big data per far crescere le imprese
BI-Rex è un consorzio che unisce in partenariato 57 attori tra università, centri di ricerca e 45 imprese (12 delle quali sono PMI) e raccoglie il know how della rete alta tecnologia dell’Emilia Romagna con una road map nazionale e internazionale. Prevede un sistema di formazione, orientamento e consulenza alle imprese integrato con i digital Innovation Hub presenti sul territorio nazionale.
Comprende un ampio ecosistema di progetti di innovazione, sviluppo sperimentale e ricerca industriale collaborativa pubblico-privata. Avrà al suo interno un impianto produttivo pilota su cui implementare e ottimizzare l’adozione delle tecnologie abilitanti.
“La nostra regione ha come focalizzazione, da sempre, una grande vocazione verso il manufacturing – spiega il presidente del Comitato esecutivo, Domenico Bambi – ci occupiamo della manifattura del futuro che sarà l’additive manufacturing in metallo e polimeri, ibridato con tecnologie tradizionali. L’altra grande caratteristica della nostra regione è la capacità di calcolo: da soli rappresentiamo il 70% della capacità di calcolo nazionale, e quindi mettiamo al centro anche big data e analitycs perché avere una grande quantità di dati, ma senza automatismi per analizzarli non si ottiene nulla”.
“A chi si rivolge al nostro competence center metteremo a disposizione un impianto pilota, una linea produttiva vera e propria, che fa pezzi di metallo – spiega – in additive manufacturing e che sfrutta sistemi di misura ottici. Questa linea pilota farà da banco di prova anche per i big data perché ogni macchina sarà sensorizzata, anche più di quello che è strettamente necessario per fare automazione, per capire tutto ciò che succede. Abbiamo poi tanti centri di ricerca che hanno fatto degli analitycs il loro scopo primario e questi saranno mesi a disposizione delle aziende”.