“Le aziende ‘stupide’ spariranno”. Non è un tipo da grandi giri di parole, e non usa mezzi termini, Dov Moran, l’inventore della chiavetta Usb e di altre soluzioni digitali, e oggi managing partner di Grove Venture, che in questi tre giorni ha preso parte al World Manufacturing Forum di Villa Erba, a Cernobbio, insieme a un migliaio di altri innovatori, imprenditori e manager della Manifattura italiana e mondiale.
E Moran spiega: “le tecnologie non scendono a compromessi con nessuno. O le sai usare al meglio, o resti al passo con lo sviluppo digitale e tecnologico, o la tua azienda è destinata a perdere mercato, a marginalizzarsi, fino a scomparire. Uccisa dall’automazione”.
Secondo l’Hi-tech leader israeliano, che ha dato la scossa dal palco del World Manufacturing Forum, andiamo verso un futuro sempre più complesso: sarà “molto, molto, molto” (lo ripete e sottolinea tre volte) “più complicato di quanto siamo abituati a vedere e a gestire oggi”, ma allo stesso tempo “sono proprio le tecnologie che ci possono aiutare a sbrogliare la matassa e ad affrontare gli scenari che verranno”, perché “dobbiamo vedere l’intelligenza artificiale e le risorse Hi-tech come amiche dell’uomo, e non come qualcosa da temere e contrastare”.
Sul tema del gap generazionale che si allarga di fronte alle prove dell’innovazione, con giovani e Millennials già abituati e ‘alfabetizzati’ da subito nel maneggiare gli strumenti digitali, rispetto a una generazione di lavoratori più maturi che devono ora inserire queste tecnologie nel lavoro quotidiano, Moran lancia un’altra battuta e provocazione: “i lavoratori più anziani in azienda sono un problema per lo sviluppo tecnologico? Eliminiamoli tutti. Così abbiamo risolto il problema”. Poi torna serio: “ogni novità portata dalle tecnologie va gestita in maniera funzionale per tutti, deve essere un vantaggio, non una minaccia o un problema”.
Abbattere i ‘compartimenti stagni’ in azienda
E guardando a quanto accade nelle imprese, con la sua esperienza di innovatore e investitore di livello mondiale, rimarca: “oggi spesso nelle aziende e negli ambienti di lavoro si tende a ragionare e procedere a ‘compartimenti stagni’. Ogni settore specifico comunica poco con gli altri, e tende poco a considerare esigenze e obiettivi degli altri settori aziendali o di attività, insomma non interagisce con gli altri, o lo fa in maniera limitata. Mentre se c’è una cosa che il futuro ci chiederà di fare, è proprio quella di abbattere questi ‘compartimenti stagni’, perché sono barriere e limitazioni create dall’uomo. Le tecnologie non hanno queste barriere, sono verticali e orizzontali al tempo stesso. E, se serve, per sfruttare al meglio le risorse Hi-tech, dobbiamo cambiare il nostro modo di ragionare, e di lavorare”.
Ma sul futuro, delle aziende e dell’uomo, Moran è comunque ottimista, o quanto meno lancia un messaggio di speranza: “se sapremo fare bene tutto questo, se sapremo gestire in maniera adeguata l’innovazione e la complessità che ne deriva, il mondo di domani sarà ancora più bello e migliore”.