Due obiettivi, il diritto di accesso ai servizi e il diritto all’innovazione, e un patto con i cittadini. Il Ministro all’innovazione. Paola Pisano, 42 anni, docente di Disruptive Innovation e Innovazione e modelli di business innovativi all’università di Torino, dove ha diretto il Centro di innovazione tecnologica multidisciplinare, oltre a un’esperienza di assessore al digitale nella giunta Appendino, presenta le sue linee guida.
“Sono stata chiamata a gestire il Ministero dell’Innovazione che è strategico e molto importante per la crescita del nostro paese – spiega – e così, quando si inizia una nuova avventura, la cosa più importante da fare è stabilire gli obiettivi”.
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Una piattaforma “Smart” per garantire il diritto di accesso ai servizi digitali
Per il neo ministro la parla chiave è quella dei “diritti” che su un tema strategico come quello dell’innovazione, assumono una particolare importanza. Il primo punto, quindi, riguarda la digitalizzazione e il diritto di accesso ai servizi.
“Abbiamo il dovere di rendere i nostri servizi digitali – spiega il ministro – accessibili e semplici da utilizzare, in modo che i cittadini possano non solo fare i servizi che tutti i giorni devono fare per poter procedere nella loro vita quotidiana, ma possano anche avere accesso a quelli che sono i diritti che la pubblica amministrazione offre”.
Per fare questo, quindi, il nuovo Ministero metterà a punto una vera e propria piattaforma digitale, molto semplificata, che guiderà i cittadini all’uso dei servizi.
“Se sei un bambino, un anziano, una famiglia – dice Pisano – hai determinati diritti ai quali devi poter avere accesso in modo semplice, in modo digitale, in modo facile attraverso un’unica piattaforma dove convergeranno tutti i servizi digitali. L’ottica è l’approccio è un po’ quello dell’home banking, che noi cittadini conosciamo bene. Quindi, attraverso un’identità unica, si potrà avere l’accesso a una piattaforma, e si potranno utilizzare tutti i servizi della pubblica amministrazione”.
Un taglio alla burocrazia per il diritto a innovare
“Il secondo è un punto per me è molto importante – prosegue il Ministro – ovvero il diritto a innovare. Se sei una startup, un’azienda piccola media micro o una grossa impresa, noi ti dobbiamo offrire un ecosistema che ti supporti nell’innovazione. Non dobbiamo continuare a legare l’innovazione con pratiche burocratiche e amministrative ma dobbiamo vedere quello che gli innovatori fanno e, in base a quello, riuscire a ristrutturare il nostro ecosistema fatto di norme e processi”.
“In questo modo se sei un bravo innovatore e porti all’interno del nostro paese una crescita economica, tecnologica, di competenze, ma anche un approccio sociale e etico – continua – noi abbiamo il dovere di supportarti e farti crescere, a livello nazionale, ma anche a livello internazionale. Quindi l’Italia diventa un partner di tutti quegli innovatori che vogliono venire da noi, che ci credono ancora, e vogliono crescere all’interno del nostro paese e scalare in Europa”.
Un patto con i cittadini per far crescere il Ministero
Il terzo punto, ha spiegato Pisano, non è un obiettivo ma è un patto che il Ministro vuole fare con i cittadini.
“Se per voi l’innovazione è importante, allora vi dovete sentire impegnati a supportare questo Ministero, per supportare innovazione in Italia. Significa che mi dovrete aiutare nella diffusione dei servizi digitali, nella diffusione delle competenze, nell’assistere le persone che ad oggi non sono ancora in grado di utilizzare i servizi digitali e le potenzialità di internet, a farlo”.
“Significa che se siete una community dovete parlare con me per dirmi quali sono le vostre priorità e come ottenerle – prosegue – ma significa soprattutto che se siete dei talenti e volete collaborare con questo Ministero, dovete scriverci e inviarci il vostro curriculum. In questo modo creeremo un Ministero che oggi è nuovo ed è piccolo – conclude – ma lo renderemo forte, pieno di competenze e in grado di attrarre talenti, innovazione, e di creare un paese che è davvero digitale”.