L’Italia è 2° in UE per numero di sperimentazioni totali dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione e 1° per numero di progetti implementati: è quanto emerge dall’edizione 2024 dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia, realizzato da TEHA Group in collaborazione con Fondazione IBM Italia.
Il documento, tuttavia, restituisce la fotografia di un’Italia a luci e ombre e che si muove tra sfide e successi, quella fotografata nel campo della trasformazione digitale a livello europeo.
Sono diversi i punti critici: solo il 46% degli adulti italiani in possesso di competenze informatiche di base, uno dei tassi più bassi di laureati in discipline ICT (1,5%) e una significativa sotto-rappresentazione femminile nel settore digitale (16% della forza lavoro).
D’altra parte il Paese vanta il primato europeo per progetti di Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione, il 6° posto per copertura 5G e si distingue per i 48 miliardi di euro destinati – attraverso il PNRR – alla transizione digitale, la quota più alta tra i grandi Paesi europei.
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Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia, i principali risultati dell’edizione 2024
Il rapporto è stato redatto mettendo al centro il Tableau de Bord, uno strumento avanzato che ha misurato – basandosi su 33 indicatori chiave e oltre 5.200 osservazioni puntuali per un periodo di sette anni – il posizionamento dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei in tre ambiti: cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione.
Il Rapporto 2024 dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia evidenzia i risultati considerando i tre ambiti individuati dal Tableau de Bord: cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione.
Per quanto riguarda la digitalizzazione dei cittadini, nel contesto europeo l’Italia si posiziona al 23° posto, con solo il 22% della popolazione dotata di competenze digitali superiori a quelle di base. Tuttavia, cresce l’uso di Internet, con l’85% degli italiani online almeno una volta a settimana, con un incremento del 3% rispetto al 2023.
Lato imprese la situazione presenta delle sfide specifiche: solo il 28% delle aziende italiane ha raggiunto un livello di intensità digitale alto o molto alto, segnalando la necessità di rafforzare l’integrazione tecnologica nei processi produttivi. Incoraggiante, però, è l’aumento di esperti ICT, dal 3,9% del 2022 al 4,1% del 2023.
Quanto alla Pubblica Amministrazione i servizi digitali offerti a cittadini e imprese stanno migliorando, ma solo il 68,5% degli italiani interagisce online con la PA, un dato che rimane ancora al di sotto della media europea.
È evidente che, nonostante i progressi, molto lavoro rimane da fare per colmare il divario digitale e rendere l’Italia più competitiva nel panorama digitale europeo. Emerge però un dato rilevante: in ambito pubblico, l’Italia è 2° in UE per numero di sperimentazioni totali dell’intelligenza artificiale nella P.A. e 1° per numero di progetti implementati.
Italia sopra la media UE per la Cybersecurity
Per quanto concerne la Cybersecurity, l’Italia registra un posizionamento migliore rispetto alla media europea in tutti e 3 gli indicatori, ossia:
- imprese che adottano misure per la sicurezza ICT (10° in UE)
- imprese che hanno definito o aggiornato le policy di sicurezza ICT negli ultimi
due anni, 8° - imprese che informano i dipendenti sugli obblighi di sicurezza ICT (9°)
Sostenibilità e digitale ancora troppo scollegati
Nel cluster relativo alla Sostenibilità, l’Italia si posiziona sopra alla media europea relativamente al tasso di penetrazione degli Smart Meter (4° in UE, con il 100%).
Resta tuttavia ancora poco valorizzato l’apporto della tecnologia all’interno delle aziende: l’Italia è infatti 19° per intensità di utilizzo delle tecnologie ICT per la sostenibilità (comprendendo solo il 60% delle imprese contro una media europea del 66%).
Le priorità strategiche dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia
L’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia ha infine individuato tre priorità strategiche per sostenere e accelerare la trasformazione digitale del Paese.
In primis è urgente valorizzare il ruolo di etica, inclusione e collaborazione nel percorso di digitalizzazione del Paese.
Questo significa assicurare un adeguato coordinamento centrale e una visione unitaria nella gestione dei progetti di digitalizzazione della PA, nonché guidare le organizzazioni, a partire dalle PMI, sull’evoluzione e sulle opportunità indotte dal digitale e dall’AI sul posto di lavoro, anche tramite la valorizzazione dei network tra imprese come strumento in grado di stimolare l’innovazione e la collaborazione.
La seconda priorità si concentra sulla promozione di un approccio multidisciplinare alla formazione digitale. È essenziale rafforzare il sistema di Vocational Education and Training (VET), anche tramite attività di awareness e comunicazione.
Si propone inoltre l’introduzione dell’obbligo – all’interno dei curricula universitari in ambito ICT – di almeno un corso riguardante il legame tra digitalizzazione, governance, etica e sostenibilità, mentre per i curricula non legati al digitale almeno un corso sull’AI.
Si suggerisce inoltre di prevedere schemi di finanziamento per la formazione e il lifelong learning, per esempio sulla base di Individual Learning Account, e di sviluppare una strategia di attrazione dei giovani talenti digitali dall’estero.
L’Osservatorio evidenzia anche la necessità di facilitare l’interoperabilità dei dati e una regolamentazione pro-innovazione, ad esempio promuovendo l’interoperabilità tra le banche dati delle piattaforme pubbliche attraverso l’adozione di standard comuni, il rafforzamento delle infrastrutture digitali centralizzate e gli incentivi alla condivisione sicura dei dati tra enti.
Sono inoltre da favorire la diffusione delle sandbox regolamentari come strumento in grado di sostenere l’innovazione e la crescita, mentre è auspicabile una co-regolamentazione tra regolatori, società civile e grandi piattaforme, che sia basata sul rischio.