Digital Europe, via libera del Consiglio al programma europeo da 7,5 miliardi

Approvato dal Consiglio il programma Digital Europe, che mette a disposizione 7,588 miliardi di euro per stimolare la trasformazione digitale dell’Unione europea, favorendo gli investimenti in digitalizzazione e tecnologie chiave, quali intelligenza informatica, high performing computing e cybersecurity. Gli investimenti andranno, inoltre, a finanziare programmi formativi in tecnologie digitali per la forza lavoro e per i giovani, oltre che a migliorare e aumentare le capacità digitali e interoperabilità all’interno dell’Unione. Il Programma definisce anche le modalità di creazione dei Digital Innovation Hub, i poli europei di innovazione che stimoleranno l’innovazione a sostegno delle imprese, con un particolare focus su PMI e start-up.

Pubblicato il 16 Mar 2021

digital europe


Istituire uno strumento di spesa volto a massimizzare i vantaggi della trasformazione digitale per i cittadini, le imprese e le amministrazioni pubbliche dell’UE, in particolare potenziando le capacità digitali dell’UE in 5 settori chiave: questo è lo scopo del programma Digital Europe che con il via libera da parte del Consiglio entra nelle ultime fasi dell’iter legislativo europeo.

Il Consiglio ha infatti adottato con una votazione il programma di investimenti per il periodo 2021-2027 che, dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo in seconda lettura (la prima lettura si era conclusa con l’accordo politico tra il Consiglio e il Parlamento lo scorso dicembre 2020), entrerà in vigore con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2021.

“Il programma Digital Europe si inscrive nel quadro del forte impulso dell’UE volto a sfruttare al meglio la digitalizzazione a vantaggio delle società e delle economie dell’UE, aumentare la sua autonomia nelle tecnologie chiave e rafforzare la sua competitività. Ci aiuterà a realizzare servizi digitali all’avanguardia altamente efficienti e sicuri per tutti i cittadini e tutte le imprese all’interno dell’Unione”, commenta Pedro Nuno Santos, ministro portoghese delle Infrastrutture e dell’edilizia abitativa e presidente del Consiglio.

Digital Europe, i settori di investimento

Il programma Digital Europe mette a disposizione 7,588 miliardi di euro per stimolare la trasformazione digitale dell’Unione europea, favorendo gli investimenti in 5 settori chiave:

  • high performance computing, per oltre 2,226 miliardi di euro. Le azioni nell’ambito di questo obiettivo specifico sono attuate principalmente attraverso l’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni europeo istituita dal regolamento europeo 2018/1488
  • Intelligenza Artificiale, alla quale saranno destinati circa 2,062 miliardi. Su questo punto il Consiglio ha accolto le preoccupazioni espresse dal Parlamento europeo in merito alle implicazioni etiche che derivano dall’uso di queste tecnologie e ha disposto che gli inviti a presentare proposte, i bandi d’appalto e le convenzioni di sovvenzione includeranno i requisiti pertinenti stabiliti nei programmi di lavoro e che, qualora necessario, la Commissione effettuerà controlli al fine di assicurare la conformità a tali requisiti di carattere etico
  • cybersecurity e trust, circa 1,650 miliardi. Gli interventi volti a raggiungere gli obiettivi di sviluppo in questo settore saranno attuati principalmente attraverso il Centro europeo di competenza industriale, tecnologica e di ricerca sulla cyber sicurezza e la rete dei centri nazionali di coordinamento in conformità del regolamento relativo al Centro europeo di competenza sulla cyber sicurezza
  • advanced digital skill, oltre 577 milioni che andranno a finanziare la formazione a breve e lungo termine per la forza lavoro e per gli studenti
  • distribuzione, migliore utilizzo delle capacità digitali e interoperabilità, per cui è stato stanziato oltre 1 miliardo di euro destinati a finanziare interventi di sviluppo e promozione delle tecnologie digitali avanzati nel settore pubblico e nell’industria dell’Unione, con un particolare focus su startup e PMI

I poli europei per l’innovazione digitale

Ricordiamo che questo programma definisce anche le modalità di sviluppo degli European Digital Innovation Hub, una rete di poli europei per l’innovazione digitale che fornirà l’accesso alle competenze tecnologiche alle imprese (in particolare alle PMI) e alle pubbliche amministrazioni. Proprio nell’accordo raggiunto con il Parlamento, il Consiglio indica che la designazione dei poli dell’innovazione digitale sarà effettuata tramite una procedura aperta e competitiva.

Ciascuno Stato membro dovrà individuare almeno un polo innovativo da inserire nel network europeo, designando i soggetti candidati conformemente alle sue procedure e alle sue strutture amministrative e istituzionali nazionali e in conformità con i seguenti criteri:

  • competenze adeguate relative alle attività dei poli europei dell’innovazione digitale e competenze in uno o più settori strategici per il programma
  • capacità di gestione, personale e infrastrutture adeguati necessari per svolgere le attività
  • mezzi operativi e giuridici per applicare le norme di gestione amministrativa, contrattuali e finanziarie stabilite a livello dell’Unione
  • adeguata sostenibilità finanziaria corrispondente al livello dei fondi dell’Unione che il soggetto sarà chiamato a gestire e dimostrata, se del caso, mediante garanzie emesse preferibilmente da un’autorità pubblica

Sarà la Commissione a selezionare, mediante una procedura aperta, gli enti che faranno parte del network, tenendo conto delle considerazioni fatte da ogni singolo stato.

Gli hub innovativi disporranno di un’autonomia generale sostanziale per stabilire la loro organizzazione e composizione e i loro metodi di lavoro e si occuperanno di:

  • sensibilizzare e fornire competenze, know-how e servizi di trasformazione digitale, comprese le strutture di prova e sperimentazione, o garantirvi l’accesso
  • assistere le imprese, in particolare le PMI e le start-up, le organizzazioni e amministrazioni pubbliche, affinché diventino più competitive e migliorino i loro modelli di business attraverso l’uso delle nuove tecnologie contemplate dal Programma
  • agevolare il trasferimento di competenze e know-how tra le regioni, in particolare mettendo in relazione le PMI, le start-up e le imprese a media capitalizzazione stabilite in una regione con i poli europei dell’innovazione digitale stabiliti in altre regioni che sono in grado fornire al meglio i servizi richiesti; incoraggiare gli scambi di esperienze e competenze, le iniziative congiunte e le buone prassi
  • fornire servizi tematici, in particolare quelli correlati all’IA, all’HPC e alla cyber sicurezza e alla fiducia, o garantirvi l’accesso, alle pubbliche amministrazioni, alle organizzazioni del settore pubblico, alle PMI o alle imprese a media capitalizzazione
  • erogare sostegno finanziario a terzi nell’ambito dell’obiettivo specifico “competenze digitali e avanzate”

Digital Europe, chi può partecipare

Al Programma possono partecipare:

  • Stati membri o un paese o territorio d’oltremare a essi connessi
  • paesi terzi associati al Programma (conformemente agli articoli 10 e 12 del regolamento disponibile in Pdf in fondo all’articolo)
  • gli altri soggetti giuridici costituiti a norma del diritto dell’Unione e le organizzazioni internazionali di interesse europeo
  • sono ammessi a partecipare ad azioni specifiche i soggetti giuridici stabiliti in un paese terzo che non è associato al Programma, ove la loro partecipazione sia necessaria per il conseguimento degli obiettivi del Programma. Se non
    specificato altrimenti nel programma di lavoro, detti soggetti sosterranno i costi della loro partecipazione
  • non sono ammesse a partecipare al Programma le persone fisiche, fatta eccezione per le sovvenzioni concesse nell’ambito dell’obiettivo specifico “advanced digital skills”

Le sovvenzioni potranno coprire fino al 100% dei costi ammissibili e verranno attribuite tenendo conto della maturità dell’azione nello sviluppo del progetto, della solidità del piano di attuazione proposto e della necessità di superare ostacoli finanziari come la mancanza di finanziamenti da parte del mercato.

A questi criteri, si aggiungeranno valutazioni inerenti all’impatto del progetto entro e fuori i confini europei, come l’effetto di stimolo del sostegno dell’Unione sugli investimenti pubblici e privati, l’impatto economico, sociale, climatico e ambientale previsto, l’accessibilità e la facilità di accesso ai rispettivi servizi e la dimensione trans europea. Inoltre, verranno considerati l’equilibrata distribuzione geografica in tutta l’Unione (comprese l’eliminazione del
divario geografico e l’inclusione delle regioni ultra periferiche), la presenza di un piano di sostenibilità a lungo termine, la libertà di riutilizzare e adattare i risultati dei progetti e le sinergie e la complementarità con altri programmi dell’Unione.

Le domande di sovvenzione saranno valutate da un comitato di valutazione che può essere composto interamente o parzialmente da esperti esterni indipendenti.

Digital Europe è complementare ad altre risorse mobilitate dall’Europa per favorire la transizione digitale e verde dell’Unione, come il programma Horizon Europe, il piano di investimenti che mette a disposizione 95,5 miliardi di euro per promuovere la ricerca e l’innovazione, anche in un’ottica di maggiore collaborazione tra i Paesi membri.

Il via libera del Consiglio a Digital Europe segue la pubblicazione da parte della Commissione europea del primo Piano Strategico di attuazione di Horizon Europe, per il conseguimento degli obiettivi strategici individuati per il periodo 2021-2024.

Il documento

digital europe

Valuta la qualità di questo articolo

C
Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 2