Durante l’informativa al Parlamento sulla ripresa delle attività economiche collegata all’avvio della cosiddetta fase due, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha anche ripercorso le principali misure di sostegno all’economia che saranno contenute in quello che è stato finora definito “Decreto Aprile” ma che ormai sarà necessariamente firmato a maggio.
Si tratta di un mix di interventi che da un lato prolungheranno (e in alcuni casi potenzieranno) gli strumenti istituiti con il Decreto Cura Italia, dall’altro introdurranno nuove misure per sostenere lavoratori e imprese, “per continuare ad accompagnarli nella fase di transizione verso la riapertura delle attività economiche”, ha detto Conte.
Vediamo nel dettaglio cosa ha anticipato il premier sul Decreto aprile nel corso dell’informativa alle camere.
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Estensione delle misure del Cura Italia
“In primo luogo, il decreto-legge riprenderà tutti gli interventi del cosiddetto Cura Italia, rafforzandoli e prolungandoli nel tempo”, ha detto Conte. “Saranno prorogate, con un impegno finanziario di circa 25 miliardi, le vigenti misure di sostegno al lavoro, all’inclusione e al reddito, quali la cassa integrazione, l’indennità per il lavoro autonomo, due mensilità aggiuntive dei sussidi di disoccupazione, e gli indennizzi per colf e badanti”.
In particolare, per quanto riguarda il bonus per autonomi, partite Iva, ditte individuali che esercitano attività d’impresa, nel Decreto Aprile dovrebbero essere dedicate risorse tra i 5 e i 7 miliardi, per aumentare l’erogazione dai 600 euro di marzo agli 800 di aprile. Per maggio è prevista una terza mensilità ma l’importo non è ancora stato precisato.
Gli indennizzi a fondo perduto
Oltre a quelli per gli autonomi, nel prossimo decreto legge sarà contenuta una misura per garantire degli indennizzi alle piccole imprese più colpite dall’emergenza. “È allo studio uno schema di finanziamento a fondo perduto per le piccole imprese, che potrà essere direttamente legato alla perdita di fatturato“, ha detto Conte. Proprio di questo intervento aveva parlato anche il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, quantificandolo in uno stanziamento tra gli 8 e i 10 miliardi di euro. Secondo le parole del Ministro, i contributi a fondo perduto andranno a 1.600 imprese fino a 9 dipendenti, e l’importo medio sarà di 5.000 euro. Un importo, appunto, medio perché l’erogazione dell’indennizzo sarà legata alla perdita di fatturato delle imprese interessate.
Ricapitalizzazione delle imprese e sblocco dei debiti della PA
La seconda “arma” con cui il Governo intende sostenere le imprese più piccole in difficoltà è il contributo statale per la ricapitalizzazione. “Per le PMI al di sopra di una certa soglia”, ha detto Conte (che non ha specificato se di fatturato, dimensione o altro) sono poi allo studio interventi volti ad assorbire parzialmente le perdite, con capitale pubblico che possa trasformarsi in sostegno a fondo perduto attraverso erogazioni di liquidità o schemi di agevolazione fiscale”. Gli interventi per la ricapitalizzazione nel Decreto Aprile dovrebbero essere rivolti alle PMI fino a 249 dipendenti, per le quali lo Stato raddoppierà il capitale messo dall’imprenditore acquisendo una partecipazione che poi lascerà, dopo sei anni, senza richiedere la quota di capitale immesso. “Per le imprese medio-grandi è allo studio un intervento significativo da parte della Cassa Depositi e Prestiti” – ha continuato Conte – “con un ingresso temporaneo nel capitale a fronte dell’indebitamento”.
Una parte della liquidità necessaria a imprese e professionisti per affrontare la crisi connessa all’emergenza Covid-19 potrà poi arrivare dallo sblocco dei debiti della Pubblica Amministrazione. “Al fine poi di assicurare alle imprese e ai professionisti la riscossione dei crediti vantati nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni per forniture, appalti e prestazioni professionali, saranno sbloccati 12 miliardi di euro, attraverso anticipazioni di liquidità della Cassa Depositi e Prestiti in favore di Regioni, Province, Città Metropolitane, Comuni e enti del Servizio Sanitario Nazionale”, ha confermato Conte.
Dallo sconto sugli affitti ai bonus per l’edilizia
Il premier ha inoltre confermato l’allargamento dei beneficiari del credito d’imposta sugli affitti (fissato dal Decreto Cura Italia al 60% per le sole categorie catastali C/1). “Si sta poi valutando il potenziamento del credito d’imposta per i canoni di locazione delle attività produttive e commerciali, per estenderlo anche alle categorie di pubblici esercizi ad oggi non coperte dall’agevolazione”, sono le parole di Conte.
Come già anticipato anche dal Ministro Patuanelli, nel prossimo decreto dovrebbe rientrare anche il rafforzamento di Ecobonus e Sismabonus. “Stiamo studiando, e vogliamo inserirla già nel prossimo decreto legge, l’applicazione di un articolato meccanismo che offra a tutti i cittadini di potere procedere a interventi di riqualificazione energetica e di efficientamento antisismico arrivando a beneficiare di sconti pari al costo pressoché totale dei lavori effettuati“, ha detto Conte. “Puntiamo molto su questo strumento perché lo riteniamo particolarmente efficace per valorizzare gli immobili, sostenere il settore delle costruzioni e per generare occupazione”. Su questo argomento in particolare, Patuanelli ha specificato che i bonus passeranno al 100%, “che diventa 120% se consideriamo il meccanismo dello sconto in fattura con la cessione dell’intero beneficio fiscale da chi ordina i lavori all’impresa che li esegue”.
Il rilancio degli investimenti e il Piano Transizione 4.0
L’ultimo capitolo toccato dal Presidente del Consiglio, per quanto riguarda gli interventi di natura economica del Decreto “Aprile”, è il rilancio degli investimenti pubblici e privati, su cui Conte ha promesso “una risposta pubblica che sia in grado non soltanto di sostenere la domanda nella fase recessiva, ma anche e soprattutto a rinnovare le infrastrutture del Paese, aumentarne la produttività, la competitività, la capacità di produrre innovazione ‘verde’ e innovazione digitale”.
In particolare, il Governo vuole “proseguire i lavori avviati durante la fase di definizione dell’Agenda 2023, per conseguire una drastica semplificazione delle procedure amministrative in settori cruciali per il rilancio degli investimenti: appalti, edilizia, commercio, legislazione civile”.
Il premier ha poi aggiunto che “un’ulteriore direttrice di azione che sarà fondamentale intraprendere, già a partire dal prossimo provvedimento, è una strategia di selezione degli investimenti strategici e di potenziamento della capacità progettuale del Paese”. Il rilancio degli investimenti privati potrebbe quindi essere già presente tra le misure del prossimo decreto legge.
Tra gli incentivi che potrebbero essere potenziati vi sono anche quelli previsti deal Piano Transizione 4.0, sul cui rafforzamento (con l’aumento delle aliquote e delle soglie) aveva già aperto lo stesso Ministro Patuanelli lo scorso 3 marzo, e di cui aveva parlato a Innovation Post Andrea Bianchi, direttore delle politiche industriali di Confindustria. Bisogna però segnalare che, come abbiamo raccontato qui, il Ministro dello Sviluppo Economico non ha toccato l’argomento quando, intervistato dal Sole 24 Ore, ha indicato tra gli interventi prioritari le politiche per il reshoring e ha ricordato che “per i prossimi passi molto è legato all’effettiva disponibilità del Recovery Fund europeo”.
L’informativa di Conte però sembra riaprire uno spiraglio per l’arrivo in tempi brevi di nuovi interventi a sostegno degli investimenti privati. “Il nostro Paese ha tutte le carte in regola per attrarre, ad esempio, le risorse”, ha detto. “Anche quelle europee disponibili, volte a finanziare progetti nell’ambito del Green New Deal, dell’innovazione digitale, dell’edilizia scolastica, della ricerca di base e applicata nei settori, in particolare ma non solo, della meccanica, dell’alimentazione, della farmaceutica”.