Decennio digitale: Parlamento e Consiglio raggiungono l’accordo sulla strategia che guiderà la digitalizzazione dell’UE

Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo sul programma per il decennio digitale, la stratega per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione fissati dall’UE per il 2030. La strategia prevede interventi in materia di connettività, infrastrutture, competenze, servizi digitali e digitalizzazione delle imprese, con alcuni traguardi che saranno fissati a livello europeo e altri che verranno decisi dagli Stati membri.

Pubblicato il 14 Lug 2022

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Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo sul percorso di decennio digitale, la strategia che guiderà la digitalizzazione dell’Unione Europea da qui al 2030.

Il programma istituisce un meccanismo di monitoraggio e cooperazione per conseguire gli obiettivi e i traguardi comuni per la trasformazione digitale dell’Europa, stabiliti nella bussola per il digitale 2030 per quanto riguarda il settore delle competenze e delle infrastrutture, compresa la connettività, la digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici online, nonché il rispetto dei diritti e dei principi digitali dell’UE nel conseguire gli obiettivi generali.

Bussola per il digitale 2030, cosa prevede la strategia europea

La bussola per il digitale 2030, presentata dalla Commissione il 9 marzo 2021,  istituisce un quadro di governance per garantire che l’Europa raggiunga i suoi obiettivi del decennio digitale per il 2030.

La strategia fissa degli obiettivi e interventi su quattro punti strategici per la digitalizzazione dell’UE:

  • competenze, con l’obiettivo di estendere le competenze digitali di base almeno all’80% della popolazione europea e creare oltre 20 milioni di nuovi specialisti in materie ICT, anche attraverso una migliore convergenza di genere
  • infrastrutture digitali sicure e sostenibili, attraverso interventi in connettività (accesso alla connessione e al 5G a tutti i cittadini dell’Unione), nei semiconduttori (con l’obiettivo di raddoppiare la quota dell’UE nella produzione mondiale), in materia di dati, Edge e cloud (creare 10 000 nodi periferici altamente sicuri a impatto climatico zero) e informatica, con la creazione del primo computer con accelerazione quantistica
  • trasformazione digitale delle imprese, con l’obiettivo di ampliare la quota di imprese dell’UE che utilizzano cloud/IA/Big Data al 75%,aumentare scale-up e finanziamenti per raddoppiare gli “unicorni” dell’UE (attraverso gli interventi delineati nell’Agenda per l’innovazione europea) e portare al 90% la quota di PMI che hanno almeno un livello digitale di base
  • digitalizzazione dei servizi pubblici, con la totalità dei servizi pubblici fondamentali disponibile online, la possibilità per tutti i cittadini dell’UE di accedere alla propria cartella clinica online e l’estensione all’80% dei cittadini europei dell’identità digitale

Come verranno misurati i progressi

Per monitorare efficacemente i progressi compiuti, la Commissione, di concerto con gli Stati membri, svilupperà per ciascun traguardo traiettorie a livello dell’UE. A loro volta, gli Stati membri proporranno tabelle di marcia strategiche nazionali, delineando le rispettive traiettorie e azioni nazionali per conseguire gli obiettivi e i traguardi, comprese le misure normative e gli investimenti previsti.

I progressi saranno misurati con indicatori chiave di prestazione (ICP) basati su un indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) migliorato e saranno valutati a fronte delle traiettorie sviluppate nell’ambito di una relazione annuale sullo “stato del decennio digitale”, che sarà presentata al Parlamento europeo e al Consiglio.

Per fornire una panoramica e un’analisi esaustive della trasformazione digitale, la relazione esaminerà anche i progressi compiuti per quanto riguarda i traguardi e gli obiettivi, nonché i diritti e i principi del decennio digitale. Quest’ultimo punto fa riferimento alla dichiarazione interistituzionale presentata dalla Commissione ad inizio 2022, una specie di “carta dei diritti” che la nuova società digitale deve garantire a tutti i cittadini europei.

Nello specifico, gli obiettivi di digitalizzazione che l’Europa e gli Stati membri perseguiranno fino al 2030 devono essere basati sui seguenti principi:

  • porre le persone e i loro diritti al centro della trasformazione digitale. Le tecnologie digitali dovranno tutelare i diritti delle persone, sostenere la democrazia e garantire che tutti gli operatori digitali agiscano in modo responsabile e sicuro
  • garantire la libertà di scelta online. L’ambiente online dovrà essere equo, dove gli utenti dovranno essere protetti da contenuti illegali e dannosi, e acquisire autonomia e responsabilità quando interagiscono con tecnologie nuove e in evoluzione come l’AI
  • sostenere la solidarietà e l’inclusione, attraverso l’estensione a tutti i cittadini dell’accesso ai servizi digitali
  • promuovere la partecipazione dei cittadini allo spazio pubblico digitale che richiede, in primo luogo, che i cittadini abbiano il controllo dei propri dati
  • aumentare la sicurezza, la protezione e la responsabilizzazione delle persone
  • promuovere la sostenibilità del futuro digitale. Questo vuol dire che le tecnologie dovranno favorire la sostenibilità e la transizione verde e che i cittadini dovranno conoscere l’impatto ambientale e il consumo energetico dei loro dispositivi

Gli Stati membri e la Commissione collaboreranno per affrontare gli aspetti in cui i progressi sono insufficienti e in cui vi sono continui scostamenti dalle traiettorie nazionali, con un riesame degli obiettivi fissato al 2026.

I progetti multinazionali e il consorzio per un’infrastruttura digitale europea

La strategia prevede, inoltre, che in qualsiasi momento la Commissione e gli Stati membri possono assumere impegni congiunti e istituire progetti multinazionali per conseguire gli obiettivi digitali per il 2030.

Progetti che la Commissione giudica fondamentali per conseguire gli obiettivi digitali e realizzare la trasformazione digitale entro il 2030. Attraverso progetti multinazionali, gli Stati membri possono mettere in comune le risorse e cooperare strettamente per sviluppare le capacità digitali che avrebbero difficoltà a realizzare da soli.

La Commissione ha individuato un elenco iniziale di settori di investimento per i progetti multinazionali, tra cui, ad esempio, le infrastrutture comuni di dati, la diffusione dei corridoi 5G, la pubblica amministrazione connessa, il calcolo ad alte prestazioni, l’infrastruttura europea di servizi blockchain e i processori a basso consumo.

In aggiunta, l’impegno verrà portato avanti anche attraverso partenariati internazionali per promuovere l’allineamento o la convergenza con le norme e gli standard dell’UE, garantire la sicurezza e la resilienza delle catene di approvvigionamento digitali europee e fornire soluzioni globali a sfide comuni, come nel caso della lotta ai cambiamenti climatici, lo sviluppo del 6G e del Quantum Computing.

Il programma strategico crea un nuovo strumento giuridico, il consorzio per un’infrastruttura digitale europea (EDIC). L’EDIC contribuirà all’attuazione di progetti multinazionali e renderà più facile per gli Stati membri unire gli sforzi quando investono in infrastrutture digitali.

“Il decennio digitale mira a rendere la tecnologia digitale efficace per le persone e le imprese, consentire a tutti di disporre delle competenze per partecipare attivamente alla società digitale, far acquisire autonomia alle imprese, creare l’infrastruttura che ci mantiene connessi, avvicinare i servizi pubblici ai cittadini. La trasformazione digitale dell’Europa offrirà opportunità a tutti”, commenta Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale.

L’accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio è ora soggetto all’approvazione formale dei due colegislatori. Il programma strategico per il decennio digitale entrerà in vigore una volta approvato. A quel punto, il primo passo sarà la definizione da parte della Commissione degli indicatori chiave di prestazione per misurare i progressi degli Stati membri.

Dal canto loro, gli Stati avranno nove mesi di tempo per presentare le loro prime tabelle di marcia strategiche nazionali, che avvieranno il ciclo di cooperazione.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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