Dal passaporto digitale dei prodotti al metaverso europeo: al via i nuovi bandi del programma Digital Europe

La Commissione europea ha sbloccato oltre 122 milioni di euro nell’ambito del programma Digital Europe a supporto degli obiettivi della strategia europea di potenziamento delle tecnologie e competenze digitali. Tra i bandi aperti c’è quello per un progetto pilota che dovrà dimostrare la fattibilità del Digital Product Passport e quello per la creazione di un CityVerse, un mondo virtuale per i cittadini dell’Ue

Pubblicato il 12 Mag 2023

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La Commissione ha aperto la prima serie di inviti a presentare proposte nell’ambito del programma di lavoro 2023-2024 di Digital Europe, la strategia per rafforzare le competenze e le tecnologie digitali in tutta l’Ue.

Le opportunità aperte con questa nuova finestra di bandi hanno un valore di oltre 122 milioni di euro e sono rivolte a imprese, amministrazioni pubbliche e altri enti degli Stati membri dell’Ue, dei Paesi EFTA/SEE (Spazio economico europeo) e dei Paesi associati.

Come accaduto nell’ambito delle call aperte nel corso del 2022, anche i nuovi bandi aperti (14 in tutto) coprono una serie di iniziative trasversali, dall’AI al cloud, a iniziative per favorire lo sviluppo delle competenze digitali e molto altro.

I soggetti interessati avranno tempo fino al 26 settembre 2023 per presentare domanda, secondo le modalità specificate sul portale della Commissione.

La creazione di un’ufficio per sfruttare il cloud di prossima generazione

Diversi bandi si rivolgono all’implementazione delle strutture e delle azioni già predisposte nel corso del 2022. Tra queste rientra il bando per l’istituzione di un ufficio per sfruttare il cloud di prossima generazione, che rientra nelle attività predisposte dall’Importante progetto di interesse comune europeo sulle infrastrutture e i servizi cloud di prossima generazione (IPCEI-CIS).

L’ufficio si occuperà di:

  • sostenere ulteriormente la diffusione dei risultati cloud-to edge dell’IPCEI pre-notificato e contribuire all’ulteriore sfruttamento e riutilizzo delle sue soluzioni, anche da parte di Stati membri, aziende e organizzazioni tecnologiche e di ricerca interessati che non partecipano al progetto
  • sostenere l’ulteriore monitoraggio delle soluzioni cloud-to-edge sviluppate e implementate associate all’IPCEI-CIS, in particolare nel contesto di iniziative europee come la Digital Compass e il Recovery and Resilience Facility
  • contribuire ulteriormente a inquadrare la sostenibilità a medio termine, la sostenibilità economica e la governance dell’IPCEI-CIS dopo la cessazione degli aiuti di Stato.

Al bando possono partecipare consorzi strutturati intorno a organizzazioni pubbliche e/o private, utilizzate per condurre un lavoro di coordinamento e gestione complesso e di grandi dimensioni con le autorità pubbliche e le organizzazioni private, per il monitoraggio delle implementazioni tecniche (compresi gli aspetti di sicurezza e sostenibilità), e che sono in grado di dimostrare una buona comprensione tecnica, economica e politica del cloud e dell’edge computing in un contesto europeo.

L’attività professionale di ciascun membro del consorzio deve essere condotta in piena indipendenza da quella di un’autorità governativa e deve essere separata dalle attività condotte nell’ambito dell’IPCEI-CIS.

Le risorse messe in campo per questo bando ammontano a 3 milioni di euro da erogare al progetto vincitore a copertura del 100% delle spese.

Coordinamento e supporto delle strutture settoriali di prova e sperimentazione (TEF) per AI e cloud

Altro bando è rivolto alla sovvenzione per il coordinamento e supporto (CSA) delle strutture settoriali di prova e sperimentazione (TEF) create nell’ambito del Working Program 2021-2022 (Salute, Produzione, Agroalimentare, Città intelligenti e Comunità) e le future nuove strutture che saranno create nell’ambito del programma Digital Europe.

L’azione di coordinamento e supporto per le strutture settoriali di test e sperimentazione fa parte della strategia per portare la tecnologia dal laboratorio al mercato.

I progetti presentati dovrebbero contribuire agli obiettivi delle TEF di mobilitare gli attori necessari dell’ecosistema, garantire la preparazione sia dell’offerta che della domanda nel settore dei servizi abilitati dall’AI e fornire i principali elementi necessari per aumentare l’adozione dei servizi basati sull’AI nei settori interessati dalle TEF.

Le domande possono essere presentate da consorzi che devono includere una rappresentanza pertinente di tutti i TEF settoriali selezionati dal 1° bando del Programma Digital Europe, per garantire che il CSA selezionato sostenga in modo ottimale il loro coordinamento.

La proposta deve fornire un’ampia rappresentanza dei settori rilevanti per l’AI e la robotica. Il consorzio nel suo complesso deve dimostrare l’esperienza/la competenza necessaria per raggiungere gli obiettivi del bando e dimostrare la capacità di raggiungere e coinvolgere efficacemente le parti interessate in Europa, comprese altre iniziative della CE e degli Stati membri e gli organismi dell’ecosistema europeo dell’AI, tra cui gli EDIH, i poli europei di innovazione digitale, ma anche i soggetti coinvolti nello sviluppo della piattaforma di AI-on demand europea.

Per il bando sono stati messi a disposizione 3  milioni di euro, a copertura del 100% dei costi del progetto.

Il passaporto digitale dei prodotti

Novità anche per il Digital Product Passport (il passaporto digitale dei prodotti, o DDP) un sistema informativo che renda accessibili, in base alle necessità, i dati relativi alla sostenibilità dei prodotti lungo le loro catene del valore.

Il passaporto digitale dei prodotti è parte della proposta legislativa “Ecodesign for Sustainable Products Regulation” (ESPR) avanzata dalla Commissione nel marzo del 2022. La proposta ESPR e la forma definitiva del DPP non sono ancora state decise dai co-legislatori (Consiglio europeo e Parlamento europeo) e le specifiche finali del DPP non sono ancora state finalizzate dalla Commissione europea.

Il bando aperto punta quindi a sostenere un progetto pilota che dovrà dimostrare la fattibilità del DDP secondo i criteri stabiliti dall’ESPR e, al tempo stesso, aiutare il progetto di legge nel suo percorso di definizione.

Il progetto pilota dovrà quindi dimostrare in uno scenario reale in real setting e su scala in almeno due catene del valore (categorie di prodotti), con una preferenza per quelli con catene di fornitura lunghe e complesse e/o con problemi di riparazione, ricondizionamento e riciclaggio, come l’elettronica.

Questi due o più DPP specifici per prodotto saranno supportati da un sistema informativo comune per i DPP che si baserà su standard internazionali o europei nelle seguenti aree: supporti di dati e identificatori unici; gestione dei diritti di accesso; interoperabilità (tecnica, semantica, organizzativa), compresi i protocolli e i formati di scambio dei dati; archiviazione ed elaborazione dei dati (introduzione, modifica, aggiornamento); autenticazione, affidabilità e integrità dei dati; sicurezza e privacy.

Per il progetto sono messi a disposizione 6 milioni di euro (da erogare al singolo progetto vincitore) come grant semplice a copertura del 50% dei costi totali.

I consorzi che presenteranno domanda dovranno essere formati da enti pubblici e privati, un minimo di due PMI, associazioni e Ong rilevanti e organizzazioni di ricerca.

Quadro comune europeo di riferimento per il risparmio energetico

Altra opportunità riguarda il Quadro comune europeo di riferimento per il risparmio energetico (EU Energy Saving Reference Framework) per cui sono messi a disposizione 5 milioni di euro sottoforma di sovvenzione semplice, a copertura del 50% del costo del progetto.

Il bando è finalizzato allo sviluppo e l’implementazione di un quadro di riferimento open-source per le applicazioni dei consumatori in tutta l’Ue, che consenta riduzioni volontarie dei consumi energetici sulla base di raccomandazioni e/o azioni degli operatori di rete e/o di altri soggetti interessati.

Il bando è rivolto a gestori dei sistemi di trasmissione (TSO), gestori dei sistemi di distribuzione (DSO), fornitori di energia, aggregatori, produttori di energia, consumatori, prosumer, integratori di sistemi, sviluppatori digitali e i fornitori di servizi ai consumatori, con una quota significativa di partecipanti costituita da piccole e medie imprese.

Il CitiVerse, il metaverso dell’Ue

Un altro invito a presentare progetti riguarda la creazione di un CityVerse, un mondo virtuale per i cittadini dell’Ue, costruendo sulle infrastrutture che sono state costruite nell’ambito dei precedenti bandi per le smart communities

Un CitiVerse (“mondo virtuale per i cittadini”) può essere composto da una serie di mondi virtuali distribuiti e interconnessi che rappresentano le loro controparti fisiche e sono sincronizzati con una frequenza e una precisione specifiche.

Questi mondi virtuali possono offrire alcuni tipi di beni/servizi virtuali (ad esempio, attività amministrative, economiche, sociali e culturali online) e ambienti virtuali (ad esempio, scenari di gioco, forum online o città virtuali) ai cittadini e ad altri utenti rappresentati come avatar digitali.

I CitiVerse potrebbero essere utilizzati dagli avatar dei cittadini per navigare e scoprire beni digitali e fisici pubblici, privati, culturali, storici o turistici.

Le imprese potranno offrire servizi innovativi e circolari legati allo shopping, al turismo o all’intrattenimento, mentre le autorità e le comunità locali potranno migliorare la loro sostenibilità e resilienza gestendo le loro infrastrutture, prendendo decisioni sulla pianificazione urbana e sulla mobilità e consentendo la partecipazione attiva dei cittadini nel co-design delle politiche comunitarie.

L’obiettivo del bando è quello di riunire l’industria di CitiVerse dell’Ue, comprese le PMI, nello sviluppo dei diversi livelli e componenti tecnici dei mondi virtuali utili per le autorità locali e i cittadini. I progetti derivanti da questa azione cercheranno sinergie con le iniziative esistenti e future nel settore.

Al bando possono accedere consorzi formati sia rappresentanti del settore pubblico dell’Ue che dell’industria a livello locale. È incoraggiata anche la partecipazione del mondo accademico, della società civile e dei cittadini (ad esempio attraverso la Citizen Science).

I progetti che emergeranno dal bando dovranno poi essere trasformati in use case che dovranno coinvolgere, per un periodo di almeno 12 mesi, sia privati (ad esempio, fornitori di tecnologia, comprese le PMI) che pubblici (ad esempio, città, autorità pubbliche competenti, regioni) in almeno tre Paesi dell’Ue o associati.

I progetti vincitori si aggiudicheranno una sovvenzione a copertura del 50% dei costi del progetto. Per questo bando la Commissione ha messo a disposizione 15 milioni di euro. Ogni progetto riceverà una sovvenzione di importo medio compreso tra i 2 e i 5 milioni di euro, ma non viene esclusa la possibilità di elargire anche somme più ingenti (fino al massimo delle risorse a disposizione).

I progetti per rafforzare le competenze digitali

Due i bandi relativi al rafforzamento delle competenze nell’ambito di questa finestra di opportunità di Digital Europe. Uno è focalizzato sulle competenze nel campo dei semiconduttori e, nello specifico, punta a sostenere azioni che promuovano l’interesse verso i percorsi di studio e i lavori correlati a quest’industria.

Azioni necessarie in quanto il numero di specialisti e di studenti presenti nell’Ue in questo campo non è lontanamente sufficiente a rispondere ai bisogni dell’industria, né presenti né tantomeno futuri.

Il bando si rivolge a consorzi (di almeno cinque membri) in grado di coinvolgere ugualmente realtà dell’industria dei semiconduttori, istituti di istruzione superiore e realtà provenienti dal mondo della ricerca. Per quest’azione sono stati messi a disposizione 10 milioni di euro che saranno ripartiti con sovvenzioni semplici a copertura del 50% delle spese complessive dei progetti selezionati.

Altro bando è rivolto al potenziamento delle competenze digitali dei giovani, con un focus specifico sulle ragazze. Nello specifico, questo bando si rivolge a progetti in grado di potenziare la EU Code Week, un’iniziativa lanciata nel 2013 che mira a diffondere il pensiero computazionale, il coding, l’informatica e le relative competenze digitali, come la robotica, l’intelligenza artificiale, l’hardware, la creazione di app, ecc.

Per l’iniziativa la Commissione ha stanziato 6 milioni di euro, che verranno ripartiti tra i progetti selezionati (per un massimo di 10.000 euro a progetto) a copertura totale dei costi.

Digital Europe, gli altri bandi aperti

Gli oltre 122 milioni di euro stanziati andranno inoltre a supporto di attività di implementazione e coordinamento facenti riferimento ad azioni già avviate con le precedenti call del programma Digital Europe.

Tra le altre opportunità, citiamo i bandi che riguardano:

  • una piattaforma collaborativa altamente sicura e commercialmente valida, basata su cloud, per la gestione di iniziative industriali sensibili e multinazionali nel settore dell’aeronautica e della sicurezza, compresa la sicurezza civile. Questa piattaforma consentirà lo sviluppo di progetti industriali altamente sensibili, dalla progettazione alla produzione. In particolare, la piattaforma dovrebbe essere in grado di supportare lo sviluppo di prodotti e servizi finanziati nell’ambito di futuri bandi del Fondo europeo per la difesa. Per questo bando sono stati stanziati 22 milioni di euro
  • l’attuazione del progetto multinazionale Genome of Europe (GoE) e il raggiungimento degli obiettivi e delle ambizioni a lungo termine dell’iniziativa 1+Million Genomes (1+MG). GoE mira a creare e lanciare una banca dati genomica di riferimento europea di variazioni genetiche ottenute tramite sequenziamento del genoma intero (WGS) per almeno 500.000 cittadini sulla base di collezioni genomiche nazionali di riferimento basate sulla popolazione, collettivamente rappresentative della popolazione europea. Il GoE ha il potenziale per promuovere progressi rivoluzionari nella ricerca, nell’innovazione, nella prevenzione delle malattie e nella fornitura di assistenza sanitaria, ampiamente diffusi in tutte le discipline cliniche, al di là degli attuali casi d’uso (aree patologiche). Inoltre, la creazione di una banca dati di riferimento consentirà risparmi significativi nei sistemi sanitari, in quanto permetterà l’imputazione dei dati e l’arricchimento delle informazioni sui genotipi. Per questo bando sono stati stanziati 20 milioni di euro
  • la Rete dei Centri per l’uso sicuro di Internet (SIC), strutture che forniscono informazioni sulla sicurezza online, risorse educative, strumenti di sensibilizzazione del pubblico e servizi di consulenza e segnalazione, attraverso linee telefoniche dedicate e hotline per bambini e ragazzi, genitori/accompagnatori, insegnanti ed educatori e altri professionisti che lavorano con i bambini
  • la creazione di un’infrastruttura federata paneuropea per i dati delle Unità di Terapia Intensiva (UTI) combinata con meccanismi di governance che consentano un accesso transfrontaliero sicuro alle serie di dati delle UTI. L’infrastruttura si occuperà principalmente dei dati relativi alle cure, compresi quelli generati da monitor fisiologici, indagini di laboratorio, diagnostica per immagini, esami clinici e protocolli di esame, terapie e tecnologie utilizzate durante l’erogazione delle cure. Sarà utilizzata da medici, ricercatori e innovatori con l’obiettivo finale di prendere decisioni cliniche, diagnosi, trattamenti e medicina predittiva più precisi, più rapidi e più efficaci. Questa infrastruttura consentirà di effettuare ricerca e innovazione sia osservazionale che interventistica a livello paneuropeo, anche in preparazione di eventuali future pandemie. Per questo intervento sono stati stanziati 5 milioni di euro.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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