TECNOLOGIE CRITICHE

Dal digitale alla robotica alle biotecnologie: nuove opportunità per le imprese con i Mini Contratti di Sviluppo

I Mini Contratti di Sviluppo supportano gli investimenti nello sviluppo e nella produzione delle tecnologie critiche come semiconduttori, AI, robotica, energie rinnovabili, biotecnologie. In questo articolo vedremo tutti i dettagli di questa nuova misura, quali sono i riferimenti normativi, le risorse a disposizione, le tempistiche e le modalità per accedere a questa agevolazione.

Pubblicato il 07 Gen 2025

Female Technician in Protective Coveralls, Mask and Eyewear Using Tablet Computer at a Manufacturing Complex. Specialist Monitoring Conditions at a Modern Electronics Factory with Automated Robots


I Mini Contratti di Sviluppo sono una nuova misura introdotta recentemente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy a supporto degli investimenti delle imprese nelle regioni del Centro Sud per lo sviluppo e la produzione delle tecnologie critiche.

La misura è stata introdotta dall’articolo 8, comma 2, del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60 (cd. Decreto Coesione), convertito in legge 4 luglio 2024, n. 95. Sono poi arrivati il Decreto ministeriale 12 agosto 2024, contenente la disciplina di dettaglio, e il recente Decreto direttoriale 20 dicembre 2024 che disciplina i termini per la presentazione delle domande (dal 5 febbraio all’8 aprile 2025).

Le risorse a disposizione dei Mini Contratti di Sviluppo

I Mini Contratti di Sviluppo sono finanziati con 300 milioni di euro a valere sul Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” (PN RIC 2021-2027).

Dei 300 milioni di euro complessivi stanziati per i Mini Contratti di Sviluppo 100 sono destinati esclusivamente alle PMI e 200 sono destinati sia alle PMI che alle grandi imprese.

In cosa consistono i Mini Contratti di Sviluppo

I Mini Contratti di Sviluppo sono un’agevolazione concessa sotto forma di contributo a fondo perduto, a copertura di investimenti in grado di sostenere lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche o di salvaguardare e rafforzare le rispettive catene del valore.

L’obiettivo è favorire la sicurezza degli approvvigionamenti, la resilienza e la produttività del sistema produttivo italiano ed europeo.

L’agevolazione è concessa nella forma di contributo a fondo perduto a copertura delle spese ammissibili, secondo le seguenti percentuali:

  • piccole imprese: 55%;
  • medie imprese: 45%;
  • grandi imprese: 35%.

A chi si rivolgono i Mini Contratti di Sviluppo

Possono beneficiare dell’agevolazione le imprese di tutte le dimensioni che intendono realizzare programmi di investimento in settori specifici, tra cui:

  • tecnologie digitali e innovazione delle tecnologie deeptech;
  • tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse;
  • biotecnologie, compresi i medicinali critici.

I piani di investimento devono riguardare un’unica unità produttiva situata nelle Regioni Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna e prevedere spese ammissibili tra 5 e 20 milioni di euro.

Che cosa si intende per tecnologie critiche: il regolamento STEP

Ma che cosa sono esattamente le “tecnologie critiche”? Il riferimento è al Regolamento (UE) 2024/795, che istituisce la piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP).

Questo regolamento individua una serie di tecnologie considerate cruciali per la competitività dell’Unione Europea e per la sua autonomia strategica. L’obiettivo dei Mini Contratti di Sviluppo è proprio quello di incentivare gli investimenti in queste tecnologie, al fine di ridurre la dipendenza dell’Europa da paesi terzi e promuovere la crescita economica.

Mini Contratti di Sviluppo, le spese ammesse all’agevolazione

I piani di investimento possono includere diverse tipologie di spese ammissibili, tra cui terreni, macchinari, impianti e attrezzature, brevetti, licenze e consulenze.

In dettaglio:

  • suolo aziendale e sue sistemazioni, nei limiti del 10 per cento del complessivo investimento produttivo ammissibile;
  • opere murarie e assimilate, nei limiti del 40 per cento del complessivo investimento produttivo ammissibile;
  • macchinari, impianti e attrezzature varie, nuovi di fabbrica. Rientrano in tale categoria le spese per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili o di impianti di cogenerazione (ad eccezione delle connesse opere murarie) destinati a soddisfare i fabbisogni dell’unità produttiva oggetto di intervento e dimensionati alle esigenze della medesima;
  • programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi; per le imprese di grandi dimensioni tali spese sono ammissibili fino al 50 per cento dell’investimento complessivo ammissibile.

È importante sottolineare che le spese devono essere strettamente connesse alla realizzazione del piano di investimento e devono rispettare i criteri previsti dal decreto.

Mini Contratti di Sviluppo, quali sono le tecnologie interessate

L’allegato I del decreto ministeriale elenca le tecnologie che possono beneficiare dell’agevolazione.

Qui di seguito l’elenco delle tecnologie che possono essere oggetto dei Mini Contratti di Sviluppo:

  • Tecnologie di semiconduttori avanzati;
  • Tecnologie di intelligenza artificiale;
  • Tecnologie quantistiche;
  • Connettività avanzata, navigazione e tecnologie digitali;
  • Tecnologie di rilevamento avanzato;
  • Robotica e sistemi autonomi;
  • Tecnologie solari;
  • Tecnologie per l’energia eolica onshore e le energie rinnovabili offshore;
  • Tecnologie delle batterie e di stoccaggio dell’energia;
  • Pompe di calore e tecnologie dell’energia geotermica;
  • Tecnologie dell’idrogeno;
  • Tecnologie del biogas e del biometano sostenibili;
  • Tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio;
  • Tecnologie delle reti elettriche;
  • Tecnologie della fissione nucleare;
  • Tecnologie per i combustibili alternativi sostenibili;
  • Tecnologie idroelettriche;
  • Altre tecnologie delle energie rinnovabili;
  • Tecnologie per l’efficienza energetica inerenti al sistema energetico;
  • Tecnologie per i combustibili rinnovabili di origine non biologica;
  • Soluzioni biotecnologiche in materia di clima ed energia;
  • Tecnologie industriali trasformative per la decarbonizzazione;
  • Tecnologie di trasporto e utilizzo di CO2;
  • Tecnologie di propulsione eolica e di propulsione elettrica per i trasporti;
  • Altre tecnologie nucleari;
  • Materiali avanzati, tecnologie di fabbricazione e riciclaggio;
  • Tecnologie per la depurazione e la desalinizzazione delle acque;
  • Tecnologie dell’economia circolare;
  • Biotecnologie (DNA/RNA, proteine, colture cellulari, ecc.).

Come e quando presentare domanda

Le domande di agevolazione devono essere presentate esclusivamente in via telematica, attraverso la piattaforma informatica disponibile sul sito di Invitalia (www.invitalia.it), a partire dalle ore 12:00 del 5 febbraio 2025 e fino alle ore 12:00 dell’8 aprile 2025.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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