il digitale e le imprese

Cresce il mercato dell’AI in Emilia-Romagna: nel 2022 superati i 30 milioni di euro

Nel 2022 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Emilia-Romagna ha superato i 30 milioni di euro, con una prospettiva di crescita fino a 51,6milioni di euro nel 2024. Complessivamente il mercato del digitale della regione ha superato i 6 miliardi di euro nel 2022, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2021. La percentuale di imprese emiliano-romagnole con almeno un livello base di digitalizzazione è cresciuta attestandosi al 70,5% nel 2022 rispetto al 63,4% del 2021.

Pubblicato il 21 Set 2023

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Nel 2022 il mercato dell’intelligenza artificiale dell’Emilia-Romagna ha superato i 30 milioni di euro, con una prospettiva di crescita fino a 51,6milioni di euro nel 2024. Il mercato digitale della regione ha superato i 6 miliardi di euro nel 2022, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2021.

È la fotografia dello “stato di salute” del mercato legato all’innovazione e le nuove tecnologie che hanno presentato Piccola Industria Confindustria Romagna e Anitec-Assinform nella sesta tappa del ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e PMI: esperienze da un futuro presente”, organizzato in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Lab.

L’evento si è concentrato sui temi legati alla crescita del mercato del digitale, la maturità digitale delle imprese e l’adzione dell’intelligenza artificiale delle imprese, con un particolare focus sui dati regionali.

Digitale e AI, cresce l’adozione in Emilia-Romagna

Analizzando i dati regionali si evidenzia come nel 2022 il mercato dell’intelligenza artificiale in Emilia-Romagna abbia superato i 30,5 milioni di euro, con una prospettiva di crescita del 30% medio nel biennio 2022-2024, anno in cui arriverà a toccare, secondo le previsioni, i 51,6 milioni di euro.

Se guardiamo al mercato digitale nel suo complesso nel 2022 l’Emilia-Romagna raggiunge i 6 miliardi di euro nel 2022, con una crescita dell’,8% rispetto al 2021.

Per quanto riguarda il livello di digitalizzazione delle imprese, quelle che presentano almeno un livello base di digitalizzazione sono il 70,5% nel 2022 rispetto al 63,4% del 2021, con un incremento di 7 punti percentuali.

La Regione è, inoltre, la prima tra le tre italiane a essere state individuate come “Strong Innovator” nel Regional Innovation Scoreboard 2023 della Commissione europea, a fronte di una media nazionale definita “moderate innovator”.

“Ci sono ancora ampi margini di miglioramento e un grande potenziale da sprigionare in un settore di innovazione continua come l’AI, ma questi dati confermano la vocazione dinamica del tessuto industriale romagnolo, nonostante tutte le difficoltà e le variabili imprevedibili, ultima tra tutte l’alluvione. Davvero le piccole imprese stanno facendo, insieme, un’impresa grandissima, dimostrando di essere l’ossatura portante su cui si tiene il sistema produttivo territoriale”, commenta Danilo Casadei, Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Romagna.

“Le sfide da affrontare sono tre: l’utilizzo dei dati per un’intelligenza diffusa a disposizione delle imprese e della società, le competenze digitali, la trasformazione digitale dei settori produttivi e dei servizi. Con il nostro Digital Innovation Hub, di cui fanno parte tutte le Associazioni territoriali dell’Emilia-Romagna, abbiamo realizzato più di 200 assessment e più di 300 incontri one-to-one con le imprese sulle tecnologie avanzate, dal digital twin alla blockchain fino all’intelligenza artificiale”, aggiunge Maurizio Minghelli, Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna.

Il confronto con i dati nazionali

Nonostante le sue potenzialità, l’AI rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati Istat del 2021, solo il 6,2% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione Europea.

In particolare, la percentuale di piccole imprese italiane si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Un gap da colmare, perché numerose ricerche certificano un crescente divario nell’incremento della produttività dovuto alla digitalizzazione tra le poche imprese di frontiera e le molte più in ritardo.

L’Italia recupera parzialmente nell’industria: nel 2021 la percentuale di imprese più avanzate nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale era superiore alla media europea (1,4% contro 1,3%). Rimane però ancora lontana dai paesi capofila: Danimarca a 5,3% e Paesi Bassi al 3%.

Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia il mercato dell’intelligenza artificiale nel 2022 ha raggiunto un volume di circa 435 milioni di euro (+32,4%) ed è previsto che l’AI raggiunga i 1.200 milioni nel 2026, con un tasso di crescita medio annuo del 28,9%.

L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano.

Ed è proprio per questo potenziale che è importante promuovere consapevolezza sulla tecnologia tra le imprese attraverso percorsi di informazione e formazione.

“Anitec-Assinform si impegna a promuovere l’intelligenza artificiale come catalizzatore per la crescita e l’innovazione nel panorama industriale italiano. Come Associazione vogliamo ispirare le piccole e medie imprese ad abbracciare l’IA e le nuove tecnologie digitali. Il nostro obiettivo è rendere il digitale il fulcro della nostra crescita, consolidando la posizione di leadership dell’industria italiana nel mercato globale e contribuendo a raggiungere un futuro di innovazione e successo”, commenta Paolo Maggioli, Vice Presidente Anitec-Assinform.

Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’AI resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’AI.

“Nel nostro Paese manca una strategia strutturata e coerente, sia nelle risorse sia nella visione, che possa affiancarsi a quella europea e competere con i programmi statunitensi, cinesi, sud coreani, o anche solo con quelli tedeschi e francesi. La tradizione italiana nella ricerca in questi campi ha una lunga storia e conserva una grande eccellenza: sarebbe importante porre oggi le basi per il futuro, sia nella R&S sia nella produzione manifatturiera”, commenta Giovanni Baroni Presidente Piccola Industria Confindustria.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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