Anche la Germania sta subendo il peso della crisi del Covid sulla propria economia. Le soluzioni adottate sono state un lockdown leggero, per ridurre i contatti, e l’introduzione dell’obbligo di indossare le mascherine, oltre allo smart working nei posti di lavoro. Per il resto fabbriche e aziende non hanno mai smesso di funzionare, benché a ritmo ridotto e con diversa organizzazione, e anche le scuole sono rimaste aperte. In breve, spalle solide, capacità di spesa e tanta organizzazione: così la Germania affronta l’emergenza.
La crisi comunque si sentirà. Il PIL tedesco diminuirà del 5,6% nel 2020 per risalire del 3,5% nel 2021 e del 2,6% nel 2022. Numeri molto diversi da quelli dell’Italia, che conta di chiudere il 2020 a -9,9%, con una crescita del 4,1% nel 2021 e del 2,8% nel 2022.
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I timori per la crisi pandemica
La Camera di commercio italo-tedesca, AHK Italien, ha raccolto una serie di dati sulle aspettative di business delle imprese tedesche in Italia.
La preoccupazione delle aziende è dettata principalmente dalla prospettiva di un forte calo della domanda: i timori sono legati in primo luogo alla diffusione del Covid-19 in Italia e nel mondo. La Camera di commercio ha misurato il “sentiment” degli operatori italo-tedeschi: se a inizio marzo era il 26% degli interpellati a segnalare un impatto della situazione sanitaria sulle attività aziendali, ad aprile è stato il 73% delle imprese a dichiarare degli effetti sul proprio business, con il 64% delle aziende che ha sospeso parte delle attività.
Più della metà delle imprese prospetta perdite tra il 10 e il 50% sul fatturato 2020. Quasi la metà (48%) dei rispondenti non si aspetta di tornare al normale regime di attività prima di sei mesi. Anche la cancelliera Angela Merkel ha prospettato in generale un ritorno graduale a medio termine.
Primo partner commerciale
La Germania è e resta il primo partner commerciale dell’Italia: stando ai dati della Camera di commercio italo-tedesca, nel 2019 il volume dell’interscambio commerciale tra Italia e Germania valeva 127,7 miliardi di euro, un dato sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente.
L’Italia esporta in Germania beni e servizi per un valore di 58,1 miliardi e ne importa per 69,6 miliardi (-0,8% rispetto al 2018).
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Le regioni italiane più attive sul fronte commerciale con la Germania sono la Lombardia, con un export di 43,3 miliardi, il Veneto, con 20,9 miliardi, e l’Emilia Romagna, con 14,4. Seguono Piemonte e Lazio.
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Le aziende italiane hanno partnership commerciali principalmente con la Baviera, per 24,5 miliardi, il Baden-Württemberg (23,1 miliardi), e la Renania Settentrionale – Vestfalia (21,4 miliardi). Seguono Bassa Sassonia e Assia.
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L’Italia esporta macchinari per circa 8 miliardi e mezzo, e poi chimico farmaceutico (8,3 miliardi ), siderurgia (7,3 miliardi), automotive 6,6 miliardi ) e food ( 5 miliardi e mezzo).
Importa beni e servizi da aziende dei settori: chimico, per quasi 13 miliardi, automotive (11,1 miliardi), macchinari (9,6 miliardi ), elettronica ed elettrotecnica (7,6 miliardi), siderurgia, quasi 6 miliardi. In molti casi si tratta, soprattutto nel settore dei macchinari, di forniture che vengono ribalzate da una azienda all’altro in fasi successive di lavorazione.
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Come fare affari con partner tedeschi
Christian Lechner dell’Università di Bolzano, ex portiere di calcio, con una parafrasi sportiva suggerisce quattro comportamenti che possono trasformarsi in altrettanti “gol”: come giocare in trasferta in Germania.
Sono indicazioni, per affinità culturali, valide anche per gli altri paesi di lingua tedesca (Svizzera e Austria):
- Se non parli tedesco non giochi. L’interlocutore tedesco si sente sicuro se sa di essere compreso e se adopera nel linguaggio termini a lui chiari. Quindi meglio avere un partner tedesco, management di cultura tedesca o una filiale, anche solo simbolica.
- I tedeschi sono semplici ma sembrano complicati: quando si fa business con un’impresa tedesca i suoi manager chiedono tante cose. Ma in realtà vogliono solo quello che hanno chiesto, non di più. Non ci saranno sorprese, dopo. Alle volte sembrano scortesi, ma sono solo diretti. E disponibili a costruire un futuro con chi fa quello che dice.
- Giocare per vincere o giocare per non perdere? Le PMI italiane fanno business in modo indiretto, attraverso l’importatore generale, e poi più nulla. In realtà i tedeschi premiano il coraggio di chi investe nel futuro, e quindi ci vuole un approccio diretto con presenza fisica sul territorio. Giocare per vincere.
- In Francia funziona così: il primo pranzo di lavoro dura due ore, non si parla di lavoro. Il secondo pranzo di lavoro si parla di lavoro solo negli ultimi 10 minuti. In Germania funziona così: quando si va a pranzo di lavoro prima di ordinare si chiariscono tutti i punti fondamentali dell’affare, poi il tedesco si rilassa e si gode in pranzo.