Indipendentemente dal settore, dalle dimensioni e dal Paese, le aziende sono a metà strada del percorso di adozione del cloud. Il maggior numero di organizzazioni (43%) rientra nella categoria Mainstream, a indicare che ha fatto progressi moderati nel proprio percorso verso il cloud. Ad oggi, solo il 27% delle organizzazioni a livello globale ha fatto progressi superiori alla media e ricade nella categoria Advancing. Circa un terzo (30%) sta ancora trovando la propria strada (Emerging).
Il cloud ibrido è l’approccio dominante, tanto che il 71% concorda sul fatto che senza una solida strategia di cloud ibrido risulta difficile realizzare appieno il potenziale della trasformazione digitale; ma quasi 7 su 10 affermano che i loro team non hanno le competenze necessarie per utilizzare e controllare in modo efficace gli asset che caratterizzano il cloud ibrido. Inoltre, in Europa, il 44% afferma che i rischi di cybersecurity rappresentano una sfida importante per le aziende che vogliono integrare i partner dell’ecosistema aziendale in ambienti cloud.
L’IBM Transformation Index: State of Cloud è il recente studio commissionato da IBM e condotto dalla società di ricerca indipendente The Harris Poll per aiutare le organizzazioni a mappare la propria trasformazione verso il cloud classificando i progressi in modo autonomo. Creato in base ad insight di professionisti esperti del cloud, l’Indice può essere utilizzato dalle aziende per ottenere metriche misurabili che aiutano a quantificare i progressi e scoprire aree di opportunità e crescita. L’Indice è stato proposto a più di 3.000 decision-maker aziendali e tecnologici provenienti da 12 paesi (USA, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, India, Giappone, Cina, Brasile, Spagna, Singapore, Australia) e impegnati in 15 settori, tra cui servizi finanziari, manifatturiero, government, pubblica amministrazione, telecomunicazioni e sanità, per comprendere come le organizzazioni si stanno muovendo nel loro percorso di trasformazione digitale.
Indice degli argomenti
Il cloud ibrido è l’approccio dominante, ma nasconde complessità e preoccupazioni
L’Indice indica una forte correlazione tra l’adozione di cloud ibrido e il progresso nella trasformazione digitale. Più del 77% dei leader d’azienda ha adottato un approccio di cloud ibrido per guidare la trasformazione digitale. Allo stesso tempo, solo il 27% possiede le caratteristiche necessarie per essere considerato in una “fase avanzata” della propria trasformazione. A cosa è dovuto questo divario?
- Conformità: le aziende oggetto dell’indagine credono che garantire la conformità nel cloud è attualmente troppo difficile, soprattutto perché assistiamo all’inasprimento dei requisiti normativi e di conformità in tutto il mondo.
- Sicurezza: sebbene abbiano adottato una varietà di tecniche di sicurezza per proteggere i carichi di lavoro nel cloud, la sicurezza continua ad essere fonte di preoccupazione per gli intervistati.
- Competenze: la mancanza di talenti o di competenze specifiche impedisce l’adozione di una strategia olistica per il cloud ibrido, mettendo a rischio l’integrazione tra ambienti cloud per lacune rispetto a sicurezza e conformità.
“Assistiamo ad un aumento dei requisiti normativi in tutto il mondo e per questo la conformità è tra le prime preoccupazioni per i leader aziendali, soprattutto se operano in settori altamente regolamentati. Allo stesso tempo, il panorama delle minacce in forte crescita rende complesse la gestione e la difesa di ambienti eterogenei rispetto ai rischi causati da terze parti”, afferma Howard Boville, Head of IBM Cloud Platform. “È dunque fondamentale una strategia di integrazione comune a tutte le parti in gioco per non dover pagare il prezzo causato dal Frankencloud.”
La mancanza delle giuste competenze inibisce il progresso del cloud
Quando si tratta di gestire le proprie applicazioni cloud, il 69% degli intervistati afferma che i rispettivi team non dispongono delle competenze necessarie per essere profittevoli. Questo è un importante ostacolo all’innovazione, con più di un quarto degli intervistati che afferma che la mancanza di competenze e talenti ostacola gli obiettivi cloud delle aziende e impediscono di sfruttare il potenziale delle partnership. Più di un terzo degli intervistati afferma che la mancanza di competenze tecniche li sta trattenendo dall’integrare i partner dell’ecosistema negli ambienti cloud. Questa sfida è ancora maggiore negli USA, dove circa il 40% ammette la mancanza di competenze e la necessità di talenti specifici; questo dato è leggermente più basso in Europa, dove la mancanza di competenze viene segnalata nel 33% dei casi.
L’esposizione alle minacce informatiche è dietro l’angolo
Sebbene oltre il 90% delle organizzazioni di servizi finanziari, telecomunicazioni e governative abbiano adottato nuovi approcci e strumenti di sicurezza, come confidential computing, autenticazione a più fattori e altro ancora, persistono delle lacune che impediscono alle organizzazioni di promuovere l’innovazione. Infatti, il 32% degli intervistati indica la sicurezza come la principale barriera per integrare i carichi di lavoro tra tutti gli ambienti e più di un quarto degli intervistati è concorde sul fatto che i problemi di sicurezza rappresentano un ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi di business nel cloud.
I problemi relativi alla sicurezza possono persino impedire alle organizzazioni di trarre vantaggio dalle partnership. Poiché le potenziali lacune nella sicurezza di terze parti possono riflettersi su tutta la filiera, secondo gli intervistati la governance dei dati (49%) e la sicurezza informatica (47%) rappresentano le maggiori sfide all’integrazione del proprio ecosistema aziendale nel cloud.
Requisiti normativi e di conformità rallentano le attività
Con l’aumento delle normative, aumentano anche le sfide di conformità. Il 53% degli intervistati ritiene che garantire la conformità nel cloud sia attualmente troppo difficile e quasi un terzo indica i problemi di conformità normativa come una barriera fondamentale per l’integrazione dei carichi di lavoro negli ambienti IT privati e pubblici. Nei servizi finanziari, ad esempio, più di un quarto degli intervistati ritiene che soddisfare i requisiti di settore impedisce il pieno raggiungimento dei propri obiettivi cloud. Queste sfide riguardano tutto il globo e sono prevalenti soprattutto in paesi come Singapore, Cina, India e Giappone, mentre in Europa le aziende che riscontrano difficoltà nel garantire la conformità nel cloud si attestano al 30%.
L’IBM Transformation Index mappa i progressi delle strategie di trasformazione digitale
Sulla base di questo Indice, IBM offrirà uno strumento interattivo da utilizzare come fonte continua di feedback per consentire alle organizzazioni di misurare i propri progressi nella trasformazione digitale. Grazie alla capacità di aiutare le aziende a valutare le proprie prestazioni rispetto alle altre, lo strumento consentirà loro di identificare le aree in cui la trasformazione è in stallo e quelle in cui potrebbe eccellere, permettendo di diagnosticare e agire con efficienza anche rispetto alla complessità del cloud journey.
IBM renderà pubblicamente disponibile lo strumento IBM Transformation Index: State of Cloud nei prossimi mesi, con l’obiettivo di fornire ai leader aziendali preziose informazioni di benchmarking che possono informare le loro strategie di cloud ibrido. L’IBM Institute for Business Value ha anche pubblicato un nuovo report, “A Comparative Look at Enterprise Cloud Strategy” che inlcude una guida all’azione su come i leader possono utilizzare l’Indice per aiutare favorire la trasformazione digitale delle loro organizzazioni.