Via libera al “Chips Act”, una legge con cui l’Unione Europea vuole garantire l’approvvigionamento dei semiconduttori all’interno dell’UE, potenziando la produzione e l’innovazione e stabilendo misure di emergenza contro le carenze.
La legge, presentata dalla Commissione nel febbraio 2022, è stata approvata dagli eurodeputati riuniti in sessione plenaria lo scorso 11 luglio, con 587 voti a favori, 10 contrari e 38 astensioni. Dopo il voto di Strasburgo, l’approvazione da parte del Consiglio in data 25 luglio segna l’ultimo passaggio dell’iter legislativo.
Il tema della resilienza delle supply chain europee è diventato ancora più cruciale dopo che la pandemia ha sottolineato l’elevata dipendenza dell’UE su alcune materie prime critiche tra cui, appunto, i semiconduttori.
Uno studio ha infatti rilevato che la quota dell’Europa nella capacità produttiva mondiale di semiconduttori è inferiore al 10%. La proposta legislativa mira a portarla al 20%.
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Focus su investimenti e ricerca: che cosa prevede il Chips Act
La nuova legge, già concordata tra Parlamento e Consiglio, mira a creare un ambiente favorevole agli investimenti in chip in Europa, accelerando le procedure di autorizzazione e riconoscendo la loro importanza critica attraverso il cosiddetto “statuto di massima importanza nazionale”.
Anche le piccole e medie imprese beneficeranno di un maggiore sostegno, soprattutto nell’area della progettazione di chip, al fine di promuovere l’innovazione.
La legislazione sosterrà i progetti che incrementano la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE attirando investimenti e sviluppando la capacità produttiva.
Durante i colloqui con i rappresentanti del Consiglio, i deputati hanno ottenuto 3,3 miliardi di euro per la ricerca e l’innovazione relative ai chip.
Verrà inoltre creata una rete di centri di competenza per affrontare la carenza di competenze nell’UE e attrarre nuovi talenti per la ricerca, la progettazione e la produzione.
Un meccanismo di risposta alle crisi per affrontare i problemi di approvvigionamento
La legge prevede anche la creazione di un meccanismo di risposta alle crisi con cui la Commissione valuterà i rischi per la fornitura di semiconduttori nell’UE. Gli indicatori di allarme rapido negli Stati membri saranno utilizzati per attivare un allarme di carenza a livello europeo.
Questo meccanismo consentirà alla Commissione di attuare misure di emergenza, come dare priorità alla fornitura di prodotti particolarmente colpiti da una carenza o effettuare acquisti comuni per gli Stati membri.
Gli eurodeputati hanno ulteriormente migliorato lo schema introducendo uno strumento di mappatura che aiuterà a identificare le possibili strozzature di approvvigionamento. Queste misure saranno l’ultima risorsa in caso di crisi nel settore dei semiconduttori.
Il Parlamento ha inoltre appoggiato le disposizioni volte a rafforzare la cooperazione internazionale con i partner strategici e i diritti di proprietà intellettuale, per garantire vantaggi competitivi e protezione al settore dell’UE.
Successivamente anche il Consiglio, dopo una consultazione con il Parlamento, ha apportato alcune modifiche al testo. Nello specifico, il Consiglio ha approvato una modifica del regolamento che istituisce le imprese comuni nell’ambito di Horizon Europe, così da consentire l’istituzione dell’impresa comune “Chip”, che è fondata sull’impresa comune “Tecnologie digitali fondamentali”.
“L’Europa è pronta ad affrontare le sfide future dell’industria dei semiconduttori, dando priorità all’autonomia strategica, alla sicurezza e a un ambiente commerciale favorevole”, commenta Dan Nica, europarlamentare e relatore della legge.
“Con l’European Chips Act, intendiamo rafforzare la posizione dell’UE nel panorama mondiale dei semiconduttori e affrontare le vulnerabilità delle catene di approvvigionamento esposte alla pandemia. Vogliamo avere più influenza ed essere leader, perciò abbiamo stanziato 3,3 miliardi di euro per la ricerca e l’innovazione. Puntiamo a potenziare la capacità tecnologica e stiamo attuando misure per combattere le potenziali carenze”, aggiunge.
Dopo il via libera da parte del Parlamento e del Consiglio, l’atto legislativo è già legge. Sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore il terzo giorno successivo alla pubblicazione.