Caro-energia, Spada (Assolombarda): “Il Governo faccia di più, occorre una strategia di lungo periodo”

Il Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, ribadisce la necessità di adottare misure urgenti per fronteggiare il caro-energia, per scongiurare il rischio di blocchi alla produzione. Spada sottolinea che l’approccio del Governo non è sufficiente e che, ispirandoci anche a quanto stanno facendo i nostri vicini europei, occorre elaborare una strategia industriale mirata a risolvere il problema.

Pubblicato il 13 Gen 2022

Alessandro Spada, Presidente Assolombarda

Sul caro-energia occorre intervenire urgentemente per scongiurare il rischio di un arresto delle attività produttive: è questo l’appello di Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda.

Intervenuto alla conferenza “Il mondo nel 2022: ritorno al futuro? Opportunità e rischi per le imprese”, promossa da ISPI, Assolombarda e SACE, Spada ha ribadito la richiesta di Confindustria, di cui Assolombarda fa parte, di attivare una task force a Palazzo Chigi per affrontare la crisi del caro-energia.

Il prezzo dell’energia ha registrato, infatti, forti aumenti rispetto al periodo pre-Covid, con il gas naturale che riporta il rincaro più impressionante: l’indice globale del gas naturale registra un aumento del +383% e, ancora più nel dettaglio, il prezzo del gas naturale europeo del +947%.

Una situazione che, spiega il Spada, rischia di penalizzare particolarmente il nostro Paese. Secondo le simulazioni di Intesa Sanpaolo, infatti, nel 2022 la perdita di Pil dovrebbe raggiungere il mezzo punto percentuale, colpendo sia i consumi delle famiglie, sia soprattutto gli investimenti delle imprese.

“La situazione è allarmante: le aziende sono strozzate dai prezzi al punto che si paventa il rischio di un arresto delle attività produttive in particolare per i settori più energivori come siderurgia, ceramiche, cartiere, vetrerie, e chimica. È quindi necessario intervenire con misure urgenti”, spiega il Presidente di Assolombarda.

Insufficienti, secondo Spada, le misure finora adottate dal Governo italiano, che ha stanziato circa 8 miliardi di euro, destinati principalmente alle famiglie in difficoltà.

“Serve fare di più. Serve una strategia di politica industriale che limiti gli effetti del caro energia nel breve periodo, per esempio attraverso lo sfruttamento dei nostri giacimenti di gas per rilasciare al sistema industriale il gas a prezzi ragionevoli o attraverso interventi di agevolazione fiscale”, continua.

Un diverso approccio al problema, dunque, come sta avvenendo in altri Paesi europei. È questo il caso, ad esempio, di Francia e Germania che, come spiega il Presidente “stanno affrontando la questione con una strategia di politica industriale mirata”.

“E serve una visione di lungo periodo che affronti con efficacia la transizione energetica per raggiungere gli obiettivi del programma europeo ‘Fit for 55’, potenziare un mix eterogeneo di fonti e puntare all’indipendenza energetica” conclude Spada.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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