L’Agenzia delle Entrate prende atto della nuova normativa prevista dall’articolo 6 del decreto legge 39 del 29 marzo che prevede l’obbligo di comunicazioni ex ante ed ex post anche per fruire dei crediti d’imposta relativi al piano Transizione 4.0 e, in attesa della piattaforma e del nuovo modello, sospende l’operatività dei codici tributo necessari a fruire delle agevolazioni.
La norma – lo ricordiamo – dispone che le imprese che desiderano beneficiare dei crediti d’imposta per gli investimenti 4.0 dovranno indicare in un’apposita comunicazione telematica (ex ante) l’ammontare complessivo degli investimenti previsti e le modalità di utilizzo del credito. La comunicazione ex post, che attualmente è solo un onere burocratico, fungerà da conferma definitiva e diventa un requisito indispensabile per l’accesso al credito. La norma, inoltre, impone la comunicazione ex post come obbligo anche gli investimenti relativi al 2023 già avviati in compensazione.
Con la risoluzione n. 19/E del 12 aprile il Direttore generale dispone che “nelle more dell’adozione del previsto decreto direttoriale del Ministero delle imprese e del made in Italy, per i crediti d’imposta in argomento è sospeso l’utilizzo in compensazione mediante modello F24 nei seguenti casi:
- per i codici tributo 6936 e 6937, quando in corrispondenza degli stessi viene indicato come “anno di riferimento” 2023 o 2024;
- per i codici tributo 6938, 6939 e 6940, quando in corrispondenza degli stessi viene indicato come “anno di riferimento” 2024″.
Indice degli argomenti
Le proteste dei commercialisti
Intanto crescono le proteste contro il blocco delle compensazioni dei crediti d’imposta generato dalla nuova normativa. L’ADC – Associazione dei Dottori Commercialisti – ha pubblicato una nota con la quale protesta contro le recenti disposizioni legislative che stanno bloccando le compensazioni dei crediti d’imposta per investimenti in beni materiali e immateriali 4.0.
La nota dell’ADC sottolinea la mancanza di chiarezza e degli strumenti operativi, visto che né i modelli né la piattaforma né le istruzioni necessarie per adempiere a queste nuove disposizioni sono stati resi disponibili fino ad oggi. Questa situazione ha creato non solo confusione ma anche una legittima preoccupazione tra gli imprenditori, che vedono minata la loro capacità di pianificazione economica e finanziaria.
L’ADC: “Incentivo di fatto inapplicabile”
L’associazione critica il governo per aver perso “un’altra opportunità per semplificare la burocrazia nel nostro Paese”, rendendo di fatto inapplicabile un incentivo chiamato a sostenere l’innovazione e la competitività delle imprese nel paese.
“Sarebbe stato utile e rispettoso fornire un preavviso più lungo e implementare questa nuova misura solo dopo la pubblicazione di modelli e istruzioni”, osservano i Commercialisti. “È inutile promuovere slogan a sostegno delle imprese se poi si compromette ogni programmazione economica e finanziaria con regole che, in pratica, rendono impossibile l’applicazione di qualsiasi incentivo”.
Sul tema l’associazione auspica “un intervento volto a proteggere la legge e i diritti del contribuente”.
La promessa del Mimit
Nel frattempo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, consapevole del blocco causato dalla norma (voluta – spiegano – dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per tenere sotto controllo la spesa pubblica legata agli incentivi) ha promesso un intervento in tempi rapidi per mettere a disposizione sia il modello aggiornato sia la piattaforma telematica per inoltrare il documento.