Il Parlamento europeo ha dato il via libera alle nuove regole per la progettazione, produzione e gestione delle batterie (di qualsiasi tipo) vendute all’interno dell’UE al fine di renderle più performanti e sostenibili.
Con 587 voti a favore, 9 contrari e 20 astensioni, i deputati hanno approvato l’accordo raggiunto con il Consiglio per la revisione delle norme UE sulle batterie e sui rifiuti derivati da quest’ultime.
Il nuovo testo legislativo tiene conto degli sviluppi tecnologici e delle sfide future del settore – tra cui la scarsità di materie prime per la produzione – e coprirà l’intero ciclo di vita delle batterie.
Che cosa prevedono le nuove regole europee
La proposta di regolamento era stata presentata dalla Commissione nel dicembre del 2020 per rendere le batterie vendute all’interno dell’UE più sostenibili e meglio performanti.
La scelta di riferirsi non alle batterie prodotte all’interno dell’UE ma a tutte quelle commercializzate all’interno del mercato unico europeo permette ai legislatori europei di regolamentare, indirettamente, anche le batterie prodotte al di fuori dell’Unione.
Tra le principali novità introdotte dal regolamento ci sono:
- dichiarazione ed etichetta dell’impronta di carbonio obbligatorie per le batterie dei veicoli elettrici (EV) e dei mezzi di trasporto leggeri (LMT) e per le batterie industriali ricaricabili con capacità superiore a 2kWh
- progettare le batterie portatili degli elettrodomestici in modo tale che i consumatori possano rimuoverle e sostituirle facilmente
- introduzione di un passaporto digitale per le batterie LMT, le batterie industriali con capacità superiore a 2 kWh e le batterie EV
- una politica di “due diligence” per tutti gli operatori economici, ad eccezione delle PMI
- obiettivi di raccolta dei rifiuti più ambiziosi. Per le batterie portatili il target è del 45% entro il 2023, del 63% entro il 2027 e del 73% entro il 2030. Per le batterie LMT sarà invece del 51% entro il 2028 e del 61% entro il 2031
- livelli minimi di materiali recuperati dai rifiuti di batterie. Per quanto concerne il litio, si dovrà arrivare al 50% entro il 2027 e all’80% entro il 2031. Per cobalto, rame, piombo e nichel il target è del 90% entro il 2027 e del 95% entro il 2031
- livelli minimi di contenuto riciclato da scarti di produzione e di consumo da utilizzare nelle nuove batterie, che ad otto anni dall’entrata in vigore del regolamento dovranno raggiungere: il 16% per il cobalto, l’85% per il piombo, il 6% per il litio e il 6% per il nichel. Dopo 13 anni questi target saliranno rispettivamente al 26% per il cobalto, 85% per il piombo, 12% per il litio e 15% per il nichel.
“Per la prima volta abbiamo una legislazione sull’economia circolare che copre l’intero ciclo di vita di un prodotto, un approccio che è positivo sia per l’ambiente che per l’economia. Abbiamo raggiunto un accordo su misure che portano grandi benefici ai consumatori: le batterie saranno ben funzionanti, più sicure e più facili da rimuovere”, commenta l’eurodeputato Achille Variati.
“Il nostro obiettivo è costruire un’industria europea del riciclaggio più forte, in particolare per il litio, e un settore industriale competitivo. Aspetti che saranno fondamentali nei prossimi decenni per la transizione energetica e l’autonomia strategica del nostro continente. Queste misure potrebbero diventare un punto di riferimento per l’intero mercato globale delle batterie”, aggiunge.
Dopo il voto finale in plenaria, il Consiglio dovrà approvare formalmente il testo prima della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE e della sua entrata in vigore.