Quale futuro ha il settore automotive in Italia? Una risposta arriva dal Centro Studi di Fondazione Ergo, che ha effettuato uno studio approfondito sul comparti, che assicura al nostro Paese 93 miliardi di Pil e 250.000 posti di lavoro. Si tratta dunque di un settore strategico che, dopo aver guidato la lieve ripresa economica registrata fra il 2014 e il 2017, sembra avere di nuovo imboccato la strada della crisi. Resta il fatto che l’Italia è l’unico paese europeo, oltre alla Germania, capace di esportare grandi quantità d’auto verso gli Stati Uniti, che assorbono ogni anno circa 150.000 veicoli prodotti in Italia per un valore di 4,5 miliardi. Eppure l’Italia importa auto per 11 miliardi di euro in più di quanto ne esporti, un deficit parzialmente compensato dai 5 miliardi di attivo assicurati dalla componentistica.
I recenti venti di crisi della componentistica italiana si spiegano anche con il brusco calo della produzione tedesca: nel 2018, infatti, la Germania ha prodotto ben 500.000 vetture in meno sul 2017.Le difficoltà, in realtà, riguardano l’intera produzione del Vecchio Continente: Ford e Jaguar sono in rosso, dopo GM anche i giapponesi di Nissan, Honda e Toyota hanno abbandonato o fermato gli investimenti. In realtà, però, a livello globale il settore ha delle buone prospettive: gli analisti prevedono un incremento globale delle vendite di auto del 20/25% circa fino al 2030. È possibile dunque che l’attuale produzione mondiale salga da 100 a circa 120 milioni di pezzi da qui a 10 anni. Sicuramente il mondo automotive nel prossimo futuro sarà interessato da importanti tendenze: l’elettrificazione, l’automazione e la condivisione delle auto.
Sulle prospettive del settore automotive nazionale, ovviamente, pesa tantissimo il ruolo di FCA in Italia che, con il suo ecosistema, produce circa il 3% del Pil del paese. Secondo lo studio di Fondazione Ergo il piano triennale di investimenti per 5 miliardi è un’occasione importantissima per rilanciare l’intero sistema manifatturiero italiano. Per questo sarà fondamentale capire se FCA progetterà nuove piattaforme, se lo farà da sola o con altri partner europei o asiatici e dove lo farà.
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