Alla Camera si chiude la partita sul Decreto Rilancio: ecco tutte le novità per chi vuol fare innovazione

Giunge al capolinea il percorso parlamentare del Decreto Rilancio: la legge di conversione, approvata alla Camera infatti, a causa del limitato tempo a disposizione, non subirà ulteriori modifiche nel suo passaggio al Senato. Il testo definitivo contiene diverse nuove norme che riguardano (direttamente o indirettamente) l’ecosistema dell’innovazione, dall’aumento dei crediti d’imposta in R&S per le imprese di 11 Regioni alle numerose novità per le startup.

Pubblicato il 08 Lug 2020

rilancio


Con l’approvazione, attesa in serata, da parte dell’Aula di Montecitorio delle modifiche apportate dalla Commissione Bilancio giunge al capolinea il percorso parlamentare del Decreto Rilancio: la legge di conversione, infatti, a causa del limitato tempo a disposizione per la sua approvazione (che deve arrivare entro il 18 luglio), non subirà ulteriori modifiche nel suo passaggio al Senato. Il testo completo, che trovate in fondo all’articolo, interviene a 360 gradi nella legislazione italiana, soprattutto in ambito economico.

Anche l’ecosistema dell’innovazione è coinvolto nelle misure contenute nel provvedimento anti crisi: dalle startup innovative ai crediti d’imposta per la Ricerca & Sviluppo, dalla proroga dei termini di consegna per i beni strumentali che godono del superammortamento al “Fondo per il Trasferimento Tecnologico” in dotazione alla nuova Fondazione Enea Tech, sono diversi gli interventi che riguardano le imprese e gli strumenti a disposizione di chi vuole innovare la propria produzione.

Uno di questi, particolarmente interessante, doveva essere incluso nel testo della legge di conversione del decreto Rilancio, ma alla fine non è stato votato dalla Commissione Bilancio, formalmente per motivi di tempistiche. Stiamo parlando della possibilità per le imprese di cedere, anche parzialmente, i crediti d’imposta introdotti dal Piano Transizione 4.0 (da quelli per gli acquisti di beni strumentali e immateriali a quelli per Ricerca & Sviluppo, innovazione e design) sia ad altre aziende (inclusi i propri fornitori) che agli istituti di credito (banche e altri intermediari finanziari).

Come vi avevamo raccontato qui, la modifica sembrava destinata a entrare agevolmente nella legge di conversione del decreto Rilancio, perché l’emendamento 122.034 era stato proposto proprio dai relatori di maggioranza. Come si è detto, però, nella seduta dello scorso venerdì 3 luglio l’intero pacchetto di emendamenti dei relatori non è stato votato perché, come sancito dal Presidente di Commissione, era abbondantemente terminato il tempo a disposizione per votare i correttivi al decreto. Non un bel segnale dalla maggioranza giallo-rossa, che non è stata in grado di imporre l’esame degli emendamenti dei suoi relatori.

È saltata così, per lo stesso motivo, anche la norma che avrebbe vincolato una parte (2 miliardi) del Patrimonio Destinato di Cassa Depositi e Prestiti (dedicato all’intervento di quest’ultima nel capitale delle s.p.a. italiane con fatturato superiore a 50 milioni) al “sostegno, il rilancio e lo sviluppo di operazioni di mercato effettuate tramite Fondi per il Venture Capital”.

Ma vediamo ora invece cosa, tra gli argomenti che riguardano più da vicino l’innovazione, è ufficialmente entrato nel testo della legge di conversione del decreto Rilancio che sarà approvata entro il 18 luglio.

Aumenta il credito d’imposta per R&S in 11 regioni

Il credito d’imposta per gli investimenti in Ricerca & Sviluppo (fissato al 12% dall’ultima legge di bilancio) viene notevolmente aumentato per le imprese di ben 11 regioni italiane. Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, a cui si sono aggiunte (con un emendamento approvato in Commissione Bilancio) le “regioni Lazio, Marche e Umbria colpite dagli eventi sismici del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017”.

Su quest’ultima modifica era nato un problema dell’ultimo minuto: con una nota la Ragioneria di Stato aveva infatti segnalato che questo intervento non era dotato della copertura finanziaria necessaria: a ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023 si dedicava uno stanziamento di 25 milioni. La Ragioneria ha però indicato in 57,9 milioni il fabbisogno di risorse. Durante la riunione di emergenza convocata dalla Commissione Bilancio sono quindi state corretti tutti gli emendamenti “bacchettati” dalla Ragioneria, incluso quest’ultimo che ha avuto la necessaria dote finanziaria.

Il nuovo credito d’imposta per la R&S aumentato per le imprese delle 11 regioni coinvolte diventa così:

  • al 25% per le grandi imprese (con almeno 250 addetti e fatturato di almeno 50 milioni; oppure con totale di bilancio pari almeno a 43 milioni di euro)
  • al 35% per le medie imprese (con almeno 50 addetti e fatturato di almeno 10 milioni di euro)
  • al 45% per le piccole imprese (con meno di 50 addetti e fatturato o totale di bilancio fino a 10 milioni di euro)

Le modifiche dell’ultimo minuto apportate in Commissione si sono “portate via”, annullandolo, un altro intervento che avrebbe previsto un accordo tra il Ministero dello Sviluppo Economico e il settore della raffinazione e della bioraffinazione nel Mezzogiorno per “promuovere lo sviluppo industriale attraverso il mantenimento e l’aumento dell’occupazione, il miglioramento della qualità degli investimenti e l’adeguamento delle attività ai cambiamenti economici e sociali” attraverso iniziative da finanziare con le risorse provenienti dalle accise e dall’Iva.

Rimangono nel testo invece i nuovi incentivi dello strumento “Resto al Sud” per la creazione di nuove aziende o attività libero professionali da parte di soggetti con meno di 46 anni di età delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia o dei 116 Comuni del cratere sismico del Centro Italia (per questi ultimi non vale il limite di età).

Le spese coperte al 100% potranno ora raggiungere un limite massimo di 60.000 euro (il precedente era 50.000) e godere per metà di un contributo a fondo perduto e per l’altra metà di un finanziamento bancario garantito (prima il rapporto era, rispettivamente, 35%/65%).

Ma non solo: a questa riorganizzazione già inizialmente il decreto Rilancio aveva introdotto ulteriori contributi a fondo perduto per sostenere i beneficiari di “Resto al Sud”, da erogare dopo il completamento dei programmi di spesa già agevolati:

  • 15.000 euro per le attività di lavoro autonomo e libero professionali esercitate in forma individuale
  • 10.000 euro per ciascun socio dell’impresa, fino ad un importo massimo di 40.000 euro

Le misure per le startup

Sono le start up innovative le protagoniste principali delle misure dedicate all’innovazione contenute nel decreto Rilancio. Innanzitutto perché si stabilisce che potranno rimanere nella Sezione Speciale del Registro delle Imprese per altri 12 mesi, estendendo così di un anno il termine per l’accesso o la revoca di incentivi pubblici.

Tra questi vi è lo strumento Smart&Start Italia di Invitalia (incentivo che sostiene la nascita e la crescita delle startup innovative finanziando progetti compresi tra 100.000 e 1,5 milioni di euro) viene dotato di ulteriori 100 milioni, che saranno utilizzati per il “rifinanziamento delle agevolazioni concesse nella forma del finanziamento agevolato”. Allo stesso modo altri 200 milioni vanno al “Fondo di sostegno al venture capital” per sostenere investimenti nel capitale di startup e PMI innovative.

Sul fronte fiscale la conversione in legge del decreto Rilancio porta con sé una detrazione Irpef del 50% sulle somme investite nel capitale sociale di una o più startup o PMI innovative (direttamente o tramite “organismi di investimento collettivo del risparmio che investano prevalentemente in startup innovative”), per investimenti massimi di 300.000 euro da mantenere per almeno 3 anni.

Per permettere alle startup innovative di avere maggiore accesso agli “ecosistemi per l’innovazione” sono arrivati poi 10 milioni di euro che saranno erogati sotto forma di contributi a fondo perduto per acquisire servizi forniti da incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels “e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo di imprese innovative”. I finanziamenti agevolati potranno avere un valore “pari a quattro volte l’importo complessivo delle risorse raccolte” dalla startup, con un limite massimo di un milione di euro per investimento. Una parte di queste risorse (il 5%) è vincolata a iniziative specifiche:

  • comunicazione sul sistema italiano delle startup, con specifica attenzione alle iniziative avviate al fine di fronteggiare l’emergenza derivante dal Covid-19 e a quelle per i servizi di cui sopra
  • promozione e valorizzazione delle attività delle imprese innovative, delle startup e del sistema per l’acquisto di servizi degli incubatori, anche al fine di promuovere il raccordo tra imprese innovative e imprese tradizionali
  • informazioni relative alle iniziative condotte in questo settore in attuazione di quanto stabilito dalla misura per i contributi a fondo perduto

Le altre misure

Se da una parte il decreto Rilancio non è stato individuato come “contenitore adatto” alla misura di proroga e potenziamento dei crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0 (se non, come si è detto, per quelli sulla Ricerca & Sviluppo di 11 regioni italiane), si è comunque deciso di prorogare al 31 dicembre 2020 i termini di consegna per i beni strumentali ammissibili al beneficio del superammortamento ordinati con acconto pari al 20% del prezzo di acquisto entro lo scorso 31 dicembre 2019.

Nasce il “Fondo per il trasferimento tecnologico” da 500 milioni, gestito dalla Fondazione Enea Tech, di cui abbiamo parlato qui.

Tra gli altri emendamenti che sono entrati nel testo della legge di conversione del decreto Rilancio, si segnala quello che dà la possibilità alle imprese di rinegoziare con una semplice comunicazione scritta il piano di ammortamento dei finanziamenti agevolati tramite il “Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca”, oltre che dei finanziamenti bancari associati, fino alla durata massima complessiva di 25 anni.

La legge di conversione del decreto Rilancio stanzia anche 12 milioni di euro (10 per il 2020 e 2 per ogni anno dal 2021) per la promozione e il finanziamento dei “progetti di ricerca altamente innovativi” che saranno realizzati in collaborazione con le imprese della Fondazione Human Technopole nel “Centro per l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel campo delle scienze della vita”, con sede in Lombardia. In questo Centro si svilupperanno “biotecnologie, tecnologie di Intelligenza Artificiale per analisi genetiche, proteomiche e metabolomiche, tecnologie per la diagnostica, la sorveglianza attiva, la protezione di individui fragili, il miglioramento della qualità della vita e l’invecchiamento attivo”.

Sempre in tema di tecnologie innovative, aumenta il contributo a fondo perduto (dal 35% all’80%, fino ad un massimo di 100.000 euro) per l’avvio di iniziative, da parte delle filiere agroalimentari, dedicate al “finanziamento di iniziative finalizzate allo sviluppo di processi produttivi innovativi e dell’agricoltura di precisione o alla tracciabilità dei prodotti con tecnologie Blockchain”.

Infine, sul fronte della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, con il decreto Rilancio è stato istituito un “Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione” da 50 milioni di euro, per coprire le spese per “interventi, acquisti e misure di sostegno a favore di una strategia di condivisione e utilizzo del patrimonio informativo pubblico a fini istituzionali, della diffusione dell’identità digitale, del domicilio digitale e delle firme elettroniche, della realizzazione e dell’erogazione di servizi in rete, dell’accesso ai servizi in rete tramite le piattaforme abilitanti e per i servizi e le attività di assistenza tecnico-amministrativa necessarie”.

Di seguito è possibile consultare e scaricare in PDF il testo della legge di conversione del decreto Rilancio, così come approvata dalla Camera (e che non subirà modifiche al Senato).

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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