Al via FAIR, Future Artificial Intelligence Research, il partenariato per lo sviluppo dell’AI del futuro: ecco che cosa farà

Parte ufficialmente il progetto FAIR (Future Artificial Intelligence Research), uno dei 14 partenariati estesi finanziati dal PNRR con 1,6 miliardi di euro. FAIR sarà organizzato secondo un modello hub & spoke e si occuperà di sviluppare sistemi di intelligenza artificiale ad elevato impatto trasformativo, in linea con l’obiettivo fissato dalla strategia nazionale per l’AI di trasformare l’Italia in uno dei più importanti hub di ricerca in questo ambito.

Pubblicato il 10 Mar 2023

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Al via FAIR (Future Artificial Intelligence Research), il Partenariato esteso finanziato dai fondi PNRR che mette insieme 25 partner istituzionali e privati guidati dal CNR e che mira a definire l’agenda della ricerca di frontiera per le metodologie e le tecniche di AI del futuro.

Il partenariato, che prende ufficialmente via con gli eventi di lancio che si sono svolti il 9 e il 10 marzo a Pisa, è uno dei 14 partenariati estesi finanziati dal PNRR (missione 4, Istruzione e Ricerca) con 1,6 miliardi di euro per rafforzare le filiere della ricerca incentivando la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese.

Una collaborazione che, spiega il documento del progetto, è volta a sviluppare applicazioni considerate a “medio-alto rischio”, ma con un potenziale trasformativo decisamente maggiore rispetto alle applicazioni a basso rischio sulle quali si è finora concentrata la ricerca. In particolare, la missione del progetto FAIR è quella di sviluppare sistemi di intelligenza artificiale in grado di:

  • interagire e collaborare con gli esseri umani
  • percepire e agire all’interno di contesti in evoluzione
  • essere consapevoli dei propri limiti e in grado di adattarsi a nuove situazioni
  • interagire in modo appropriato in contesti sociali complessi
  • essere consapevoli dei propri perimetri di sicurezza e fiducia
  • essere attenti all’impatto ambientale e sociale che la loro implementazione ed esecuzione può comportare

Il progetto è in linea con la strategia italiana per l’AI lanciata nel novembre 2021, che pone per l’Italia l’ambizioso obiettivo di diventare un hub globale di ricerca e innovazione dell’AI.

Un’AI a più alto potenziale trasformativo: la missione di FAIR

Il progetto intende superare l’attuale situazione di sottosviluppo delle applicazioni di AI che, nonostante i tanti progressi fatti dalla ricerca, non hanno ancora raggiunto il potenziale trasformativo che l’AI potrebbe avere per il nostro Paese, soprattutto per alcuni settori come sanità, industria e pbblica amministrazione.

Arretratezza dovuta a molteplici fattori. In primis, alle sfide percepite in ambito di autonomia e capacità di supervisione dei sistemi da parte dell’uomo, ma anche l’impegno richiesto, l’insoddisfazione per le interfacce utente e, soprattutto, i problemi di fiducia legati alla scarsa conoscenza da parte degli utenti dei presupposti, dei limiti e delle capacità dei sistemi di AI.

“Abbiamo bisogno di un’AI che non esiste ancora. Per questo è necessaria una ricerca fondamentale e multidisciplinare per dare forma all’AI del futuro”, scrivono i ricercatori.

E FAIR lavorerà proprio per sviluppare questa AI del futuro che sarà incentrata su dieci principi, ovvero:

  • umano-centrica, ossia un’AI che co-evolve con l’uomo “in-the-loop”, a livello individuale e collettivo
  • integrativa, in grado di creare un ponte tra i diversi metodi, tecnologie, discipline e competenze dell’AI
  • resiliente, che opera in contesti reali difficili, rumorosi e incerti
  • adattiva, cioè un AI che percepisce, apprende e agisce in ambienti che cambiano in modo dinamico
  • di alta qualità per applicazioni ad alto rischio, alta precisione e sicurezza
  • simbiotica, vale a dire un’AI che promuove un’efficace interazione e collaborazione uomo-macchina
  • edge/exascale, applicazioni volte ad operare all’infinitamente piccolo sull’edge e all’infinitamente grande sul cloud
  • pervasiva, cioè un AI che opera in modo ubiquo in diversi contesti sociali
  • ecologica, vale a dire applicazioni che considerano la dimensione ambientale “by-design”
  • sostenibile e biocognitiva, che imita i principi dei sistemi biologici su più scale

Una missione che il partenariato metterà a terra con una struttura di hub & spoke, dove gli spoke porteranno avanti dieci progetti su larga scala incentrati proprio sui dieci principi sopra menzionati che saranno il focus di altrettanti spoke, ciascuno preso in carico da uno o più partner del mondo della ricerca.

Gli spoke si occuperanno anche di aprire opportunità anche ad aziende (sia grandi imprese che PMI) al di fuori del partnerariato. Fungeranno da catalizzatori di sviluppo di nuove tecnologie legate all’AI e di nuovi servizi.

Saranno, inoltre, responsabili dei bandi a cascata, ovvero procedure competitive con effetto leva sui fondi PNRR rivolti anche alle aziende esterne al partenariato ed intenzionate ad esplorare le potenzialità dell’intelligenza artificiale col supporto del cascade funding. Infine, avranno un ruolo di amplificatore delle opportunità di formazione incentrate sull’AI, a tutti i livelli.

FAIR, i progetti di ricerca su cui si concentrerà il partenariato per sviluppare l’AI del futuro

Ai progetti di cui si occuperanno, singolarmente, ciascun spoke, si aggiungeranno sette progetti trasversali – che sfrutteranno le sinergie tra gli spoke – che si incentreranno su:

  • (TP1) progettazione legale ed etica di sistemi di AI affidabili. Questo progetto indagherà come creare sistemi di AI responsabili e affidabili “bydesign”, “in-design” e “for designers”
  • (TP2) visione, linguaggio e sfide multimodali, che ricercherà come creare agenti di AI in grado di percepire in ambienti reali e complessi con molteplici modalità combinate (testo, parlato, immagini, video, ecc.)
  • (TP3) apprendimento e ragionamento dall’individuo alle comunità alla società, incentrato su come creare agenti di AI che integrino l’apprendimento e il ragionamento per assistere il processo decisionale a più scale (individuale, sociale)
  • (TP4) autonomia regolabile e intelligenza fisica incarnata, ovvero come creare sistemi di AI autonomi in grado di comprendere i limiti della loro autonomia, chiedendo la supervisione umana quando è opportuno
  • (TP5, TP6) incentrari sulle frontiere dell’apprendimento automatico, vale a dire su come utilizzare i metodi della matematica e della fisica per capire perché e quando l’apprendimento automatico funziona, e come espandere le frontiere dell’apprendimento “permanente”, continuo e incrementale e del meta-apprendimento (imparare a imparare)
  • (TP7) AI e infrastrutture incentrate sui dati, che si occuperà di come gestire, preparare e curare dati di grandi dimensioni e di alta qualità per lo sviluppo dell’AI

Attività di ricerca con cui il partenariato punta a: posizionare l’Italia tra i primi Paesi in ambito di ricerca e innovazione in AI; superare l’attuale situazione di frammentazione della ricerca in materia di AI; creare un’AI umano-centrica, affidabile e sostenibile; promuovere l’innovazione dell’AI e lo sviluppo della tecnologia; creare e attirare in Italia i migliori professionisti di AI.

Cosa farà l’Hub di FAIR

Ultimo obiettivo del progetto è quello di garantire la sostenibilità nel tempo del progetto stesso, attraverso l’attività dell’Hub che legalmente prenderà la forma di “Società consortile” per gestire il progetto.

L’Hub di FAIR e gli spoke studieranno le azioni per mantenere l’Hub dopo la fine del progetto con un portafoglio di servizi e il relativo business plan. A tal fine, l’Hub nominerà un Innovation Manager, che avrà il compito di formulare un piano di trasferimento tecnologico e le relative politiche in coerenza con la roadmap di R&I sviluppata dagli spokes.

Un ulteriore passo concreto sarà quello di coinvolgere, con un piano di eventi di disseminazione, le organizzazioni interessate, anche al di fuori del consorzio, per creare e mantenere una Comunità FAIR di potenziali stakeholder.

Ad oggi, più di 90 aziende, 19 startup e spin-off hanno dato il loro sostegno a questa proposta. Oltre all’Innovation Manager, la governance dell’Hub comprenderà un Comitato Scientifico, che darà impulso all’attrazione di nuovi progetti finanziati nell’ambito dei bandi competitivi comunitari, nazionali e regionali.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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