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Agricoltura 4.0, il mercato raggiunge i 2,5 miliardi di euro nel 2023

Nel 2023 il mercato dell’Agricoltura 4.0 in Italia ha stabilito un nuovo record, raggiungendo i 2,5 miliardi di euro. Il settore agrifood affronta le sfide del cambiamento climatico mentre la tecnologia gioca un ruolo sempre più importante.

Pubblicato il 15 Mar 2024

Agricoltura 4.0

Nel 2023 il mercato dell’Agricoltura 4.0 ha stabilito un nuovo primato, toccando i 2,5 miliardi di euro, con un incremento del 19% rispetto al 2022, nonostante il settore abbia significativamente risentito delle conseguenze del cambiamento climatico e degli eventi meteorologici che hanno interessato l’Italia: è quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e dal Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia.

“Nell’ultimo anno temperature primaverili sotto la media, ondate di calore estive, eventi alluvionali estremi hanno messo a dura prova il settore agricolo”, spiega Chiara Corbo, Direttrice dell’Osservatorio Smart AgriFood.

Le tecnologie su cui investono le imprese agricole

Sebbene la spesa sia in aumento, si osserva una variazione nei settori di investimento delle imprese agricole italiane. Macchinari interconnessi e sistemi di monitoraggio e controllo dei veicoli costituiscono ancora circa metà del mercato, ma diversi fattori – tra cui la progressiva diminuzione degli incentivi statali – hanno portato ad una riduzione di queste due voci (rispettivamente -7% e -10%) a vantaggio dei software che permettono di collegare l’hardware e analizzare i dati raccolti.

L’11% della spesa è rappresentata da software gestionali e FMIS (Farm Management Information Systems), l’8% da piattaforme di integrazione dati, l’8% da sistemi di mappatura delle colture e dei terreni, il 5% da DSS (Software di supporto alle decisioni).

Il 72% delle aziende agricole italiane utilizza soluzioni di Agricoltura 4.0 (un dato sostanzialmente invariato rispetto al 2022), ma aumenta il numero medio di soluzioni per azienda (3,4 rispetto al 3,2 del 2022).

A investire sono principalmente le aziende che hanno già avviato percorsi di digitalizzazione negli anni precedenti. Per lo stesso motivo, l’incremento della superficie italiana coltivata con tecnologie digitali è moderato, passando dall’8% del 2022 al 9% del 2023.

Tra le soluzioni più adottate, dopo i software gestionali aziendali, si trovano i sistemi di monitoraggio e controllo delle macchine e delle attrezzature e dei terreni e delle colture, seguiti dai DSS e dalle soluzioni basate su dati satellitari per la mappatura delle colture e dei terreni.

“Nel 2023, abbiamo assistito ad una forte crescita del mercato ma anche ad un incremento più modesto della superficie coltivata con tecnologie digitali e delle aziende che applicano concretamente almeno una tecnologia”, spiega Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood.

“Chi storicamente ha già investito nel digitale per l’agrifood raggiunge risultati positivi e quindi prosegue ad investire in maniera ancora più intensa, ma nuove aziende faticano a fare il primo passo. Per garantire la diffusione capillare delle soluzioni digitali in questo settore sarà sempre più importante lavorare sulle competenze. Serviranno, soprattutto in ambito agricolo, più conoscenze tecniche legate alle nuove tecnologie digitali, ma anche nuove figure professionali, che sappiano avvicinare le aziende della domanda e i provider tecnologici, comprendendo fabbisogni, problematiche e obiettivi delle aziende del settore e guidandole nel processo di digitalizzazione”, aggiunge.

Competenze indispensabili in un settore dove la digitalizzazione già sta dimostrando come sia possibile ottimizzare i processi e l’impiego delle risorse in modo più intelligente e sostenibile.

“Abbiamo analizzato diversi casi che lo dimostrano: per esempio, le soluzioni di irrigazione di precisione possono consentire di meglio stimare le esigenze irrigue delle colture aumentando le rese, come si è verificato in un caso in Portogallo dove le rese del mais sono aumentate quasi del 30%. Oppure l’utilizzo dei DSS può consentire di impiegare in maniera più razionale gli input tecnici: in un’applicazione in vigneto in Italia, ad esempio, il risparmio di agrofarmaci è stato del 35% circa”, spiega Corbo.

Agricoltura 4.0, il mercato e le aziende

Il boom degli acquisti di trattori e più in generale di macchinari agricoli che si è realizzato negli ultimi 2 anni, anche grazie agli incentivi previsti dal piano “Transizione 4.0”, fa sì che oggi la domanda si concentri su altre tipologie di soluzioni, perlopiù software, necessarie a interconnettere la parte hardware.

Aumenta, inoltre la consapevolezza del valore dei dati e quindi delle soluzioni che ne consentano l’analisi. A sottolineare la dinamicità dell’Agricoltura 4.0 è anche l’aumento di soluzioni innovative presenti sul mercato italiano (+10%), accompagnata da una crescita rilevante dei provider tecnologici (+13%) che le offrono.

Tra le aziende dell’offerta analizzate, il 20% sono startup, spesso focalizzate sulla sperimentazione di tecnologie più “disruptive” come intelligenza artificiale, machine learning e robotica. Solo l’8% delle aziende agricole del campione, però, può essere considerato già digitalmente “maturo”. Circa il 50% delle aziende si trova ancora “in cammino”, mentre il restante 42% è costituito da aziende agricole ferme o comunque in forte ritardo nel percorso di adozione delle soluzioni di Agricoltura 4.0.

Il Carbon Farming

Il carbon farming e le pratiche agricole ad esso connesse consentono di ridurre gli impatti dell’agricoltura sull’ambiente, sequestrando e stoccando il carbonio nei terreni e nelle biomasse e limitando le emissioni. Nell’ultimo anno si è sentito sempre più parlare di questa pratica, anche come modello di business innovativo per gli agricoltori.

Dall’analisi di 214 progetti di carbon farming identificati all’interno del comparto agroalimentare internazionale, è emerso che più dell’80% dei progetti si concentra in Nord America ed Europa.

Considerando il numero di crediti erogati, è invece la Cina a detenere il primato, seguita dagli Stati Uniti. Il digitale assume un ruolo rilevante all’interno della “filiera” del carbon farming, potendo supportarne ogni fase: per questo, gli attori dell’offerta di soluzioni digitali dell’Agricoltura 4.0 sono sempre più interessati ad entrare in questo settore.

Realtà consolidate sul mercato stanno integrando all’interno delle proprie soluzioni sempre di più funzionalità dedicate soprattutto al monitoraggio e alla rendicontazione del carbonio stoccato. Un ruolo rilevante viene giocato dalle startup, spesso coinvolte nelle progettualità legate a questo settore, in particolare in Nord America ed Europa: i due continenti ospitano il 78% delle startup mondiali specializzate nell’offerta digitale per il carbon farming.

Tra le soluzioni maggiormente proposte, oltre ai software e ai gestionali (78%), ci sono le soluzioni per l’analisi di dati e Big Data (61%), i sistemi di mappatura basati su immagini e dati satellitari (40%) e le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale e il machine learning (39%).

Nonostante la forte rilevanza del tema, l’adozione di pratiche di carbon farming risulta ostacolata da diverse criticità. In primis, la diffusa mancanza di conoscenza: secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio, in Italia, solo il 22% delle aziende agricole del campione dichiara di conoscere le pratiche di carbon farming e il 9% anche di adottarle.

A seguire, ci sono i limiti delle risorse finanziarie e tecnologiche (45%), l’assenza di supporto tecnico e di una consulenza specializzata (43%) e gli alti costi per la realizzazione dei progetti (38%).

Agricoltura 4.0, il digitale per la tracciabilità alimentare

In Italia, il 2023 ha segnato un nuovo aumento nell’offerta di soluzioni digitali per la tracciabilità alimentare: 225, +22% rispetto al 2022. Il primo motivo che spinge le aziende a implementare soluzioni digitali per la tracciabilità di filiera è la necessità di garantire in maniera diretta al consumatore finale la qualità, l’origine e i metodi produttivi.

Diventa sempre più forte, inoltre, il legame tra tracciabilità e sostenibilità. La tracciabilità è, quindi, sempre più uno strumento per accorciare la distanza con il consumatore e valorizzare le produzioni.

Queste soluzioni consentono di digitalizzare le varie fasi del processo di tracciabilità e sono abilitate da diverse tecnologie: Internet of Things (23%), Mobile App (23%), Cloud (20%) e tecnologie Blockchain & Distributed Ledger (17%).

La maggior parte delle soluzioni (57%) è trasversale a più settori, ma cresce la quota di soluzioni specificatamente dedicate al mondo agricolo. Queste includono anche una componente orientata alla valorizzazione dei dati dal campo, dalle pratiche agricole e dai macchinari ai fini della tracciabilità, cercando, quindi, di rispondere al bisogno crescente di reale integrazione dei dati dal campo alla tavola.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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