Accordi per l’Innovazione, firmato il decreto che semplifica la procedura

Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha firmato il decreto che semplifica le procedure per la concessione di contributi e finanziamenti agevolati a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo industriale su settori strategici. Agli Accordi d’Innovazione, il PNRR destina, attraverso il suo fondo complementare, uno stanziamento totale di 1 miliardo di euro fino al 2025.

Pubblicato il 18 Gen 2022

Giorgetti Proprietà Industriale


Procedure semplificate per la concessione di contributi e finanziamenti agevolati per realizzare progetti di ricerca e sviluppo industriale su settori strategici per la competitività tecnologica di imprese e centri di ricerca: è quanto prevede il decreto firmato dal Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che stabilisce nuove risorse e regole per la riforma dello strumento degli Accordi per l’innovazione.

Per questa misura, introdotta nel 2017, il Fondo complementare del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mette a disposizione una dotazione di 1 miliardo di euro. Nello specifico, dopo i 100 milioni stanziati per il 2021, per il 2022 è prevista una dotazione di 150 milioni di euro, che salirà a 250 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025.

Il decreto firmato dal Ministro Giorgetti ridefinisce le tecnologie chiave (sei in tutto) e le aree di intervento (18) degli Accordi per l’innovazione, per allinearla agli obiettivi del programma Horizon Europe.

Accordi per l’innovazione, i criteri dei progetti di ricerca

Le indicazioni riguardo le attività di ricerca agevolabili fornite dal decreto sono molto dettagliate. I progetti devono basarsi sulle sei tecnologie abilitanti individuate nell’ambito del programma Horizon Europe: Intelligenza Artificiale; sicurezza e connettività; materiali avanzati e nanotecnologia; fotonica e micro/nano elettronica; sistemi avanzati di produzione e tecnologie delle scienze della vita.

Oltre a basarsi su queste tecnologie, i progetti devono avere un impatto concreto nei quattro poli tematici scelti dall’Italia tra quelli indicati dall’Unione Europea, ovvero: salute; digitale, industria e spazio; clima, energia e mobilità; prodotti alimentari, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura e ambiente.

Questi poli tematici, inoltre, sono ripartiti in 18 aree di intervento:

  • Tecnologie di fabbricazione
  • tecnologie digitali fondamentali, comprese le tecnologie quantistiche
  • tecnologie abilitanti emergenti
  • materiali avanzati
  • Intelligenza Artificiale e robotica
  • industrie circolari
  • industria pulita a basse emissioni di carbonio
  • malattie rare e non trasmissibili
  • impianti industriali nella transizione energetica
  • competitività industriale nel settore dei trasporti
  • mobilità e trasporti puliti, sicuri e accessibili
  • mobilità intelligente
  • stoccaggio dell’energia
  • sistemi alimentari
  • sistemi di bioinnovazione nella bioeconomia
  • sistemi circolari

Chi può partecipare e quali sono le agevolazioni previste

Le agevolazioni sono rivolte alle imprese di qualsiasi dimensione che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane impegnate in progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi, servizi o al notevole loro miglioramento, con i criteri sopra descritti.

Le imprese possono partecipare singolarmente, oppure congiuntamente con altre imprese. Ciascun progetto deve prevedere una spesa per i costi ammissibili di almeno 5 milioni di euro. Nel caso di progetti congiunti – che accedono a una maggiorazione dei contributi diretti – ciascuna impresa proponente deve sostenere almeno il 10% dei costi.

I progetti presentati devono essere avviati dopo la presentazione delle domanda e non oltre tre mesi dalla concessione dell’agevolazione. La durata prevista per ciascun progetto può essere compresa tra i 18 e i 36 mesi, ma il progetto deve essere concluso prima della data di scadenza del PNRR, ossia il 31 dicembre 2026.

Una volta presentata la domanda, il Mise avrà 70 giorni di tempo per presentare le istruttorie. Le agevolazioni consistono in un contributo diretto alla spesa, ed eventualmente in un finanziamento agevolato alle imprese, di un importo massimo del 20% dei costi del progetto. Per le attività di ricerca industriale l’importo massimo del 50%, mentre per lo sviluppo sperimentale è del 25%.

Il primo passo per accedere alle agevolazioni sarà, appunto, la stipula di un contratto tra le imprese e il ministero che può prevedere (senza il vincolo dell’obiligatorietà) un cofinanziamento delle regioni coinvolte.

“Con la riforma degli Accordi per l’Innovazione puntiamo a semplificare e velocizzare le procedure amministrative per erogare in tempi brevi i contributi e finanziamenti agevolati per le imprese che investono su ricerca e lo sviluppo sperimentale per realizzare nuovi prodotti e innovativi modelli produttivi”, commenta il ministro Giorgetti.

“Si tratta di un altro importante strumento di politica industriale messo in campo dal Mise per rafforzare la competitività del tessuto produttivo del nostro Paese. L’obiettivo è incentivare, anche attraverso le risorse previste dal PNRR, i progetti d’investimento che promuovono la capacità d’innovazione e la sostenibilità ambientale all’interno dei settori industriali, incidendo positivamente anche sulla formazione e lo sviluppo delle competenze professionali”, aggiunge.

Il decreto è passato ora alla Corte dei Conti per la registrazione. Per erogare le agevolazioni,  il Mise dovrà aprire due sportelli dedicati, ciascuno da 500 milioni, la cui data di apertura verrà stabilita da due provvedimenti distinti del direttore generale per gli incentivi.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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