Esiste un legame inscindibile tra digitale e sostenibilità. L’economia circolare, infatti, sta diventando sempre più importante nella manifattura, sotto la spinta regolatoria delle politiche adottate dai governi per promuovere una maggiore sostenibilità, ma anche in risposta alle esigenze dei consumatori, che richiedono prodotti sostenibili e realizzati con processi sostenibili. Ciò presuppone il ripensamento dei processi e delle relazioni a livello di tutta la catena di fornitura. Un cambiamento che può avvenire solo grazie a una innovazione digitale che permette di aprire, in funzione (anche) degli obiettivi di sostenibilità, nuovi percorsi di sviluppo per le imprese e nuovi modelli di business. E in questo, la manifattura gioca un ruolo di estrema importanza permettendo di intervenire e di incidere in modo radicale a livello di ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse, di riduzione degli sprechi e sotto il profilo della generazione di nuovo valore per le imprese e per la società.
Sono questi i temi che hanno animato l’evento internazionale dedicato all’industria manifatturiera, il World Manufacturing Forum (WMF) di Cernobbio che, giunto quest’anno alla sua nona edizione, ha riunito attorno ad un tavolo esperti provenienti da istituzioni internazionali di alto livello, aziende, università e centri di ricerca con l’intento di contribuire al dibattito globale in merito alle sfide da adottare per una transizione green virtuosa e sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico (in altri termini ESG). Oltre 3150 partecipanti tra pubblico in presenza a Villa Erba, utenti collegati in streaming da tutto il mondo, e partecipanti ai 17 eventi organizzati nell’ambito della World Manufacturing Week (dal 18-22) ottobre.
Per una trattazione più approfondita, rimandiamo al servizio pubblicato su Innovation Post.
Indice degli argomenti
L’industria è pronta alla transizione green, ma servono politiche ancorate alla realtà
La prima giornata è stata caratterizzata dalla presentazione dei risultati di Back to the Future, progetto che ha riunito nove focus group – composti da esponenti del mondo industriale o accademico provenienti da tutto il mondo – con l’obiettivo di elaborare proposte su come affrontare con resilienza questioni strategiche per il futuro del manifatturiero alla luce dei recenti shock che hanno minacciato le value chains globali.
Quello che è emerso, è che l’industria è al centro di questo processo di trasformazione sostenibile ed è pronta a ripensare modelli organizzativi e i processi produttivi. C’è un però “spetta alle istituzioni indicare la strada da percorrere”. Infatti, come spiega Francesco Buzzella, Presidente di Confindustria Lombardia e della WM Foundation “Il mondo si sta muovendo verso la decarbonizzazione ma le varie aree economiche lo stanno facendo in tempi e modi molto diversi. L’Europa, pur rappresentando meno del 10% delle emissioni globali, si pone obiettivi sfidanti che però possono avere ripercussioni pesanti su cittadini e imprese se non ancorate alla realtà, col rischio di penalizzare la competitività dell’industria europea nei confronti di aree del mondo quali USA e Cina”.
I requisiti per il passaggio ad una manifattura circolare
Al centro della seconda giornata del WMF, il Report Digitally enabled circular manufacturing, studio che ha analizzato la diffusione dell’economia circolare, le applicazioni delle tecnologie digitali a supporto e i fattori abilitanti per la produzione circolare, presentato dal palco di Villa Erba da Marco Taisch, Scientific chairman del WMF.
“La transizione alla produzione circolare è una priorità per molti governi a livello globale. Le strategie regionali e nazionali per promuovere la circolarità variano per ambizione e approccio, oltre che per fattori abilitanti. Per le aziende i fattori abilitanti includono la domanda di prodotti sostenibili, tecnologie digitali e competenze circolari. Al livello delle catene del valore, è necessario migliorare la condivisione dei dati, potenziare l’infrastruttura e le reti e standardizzare i requisiti. Per i consumatori, invece, i fattori abilitanti includono la consapevolezza ambientale, l’aumento della fiducia e della trasparenza in relazione ai fornitori di servizi, la convenienza e l’accessibilità dei prodotti sostenibili e l’alfabetizzazione digitale”.
Anche quest’anno il Comitato Scientifico ha individuato, nell’ambito del WMF Report, dieci raccomandazioni per guidare le aziende e i governi verso una transizione sostenibile di successo.
- Promuovere una mentalità aziendale che abbracci le opportunità della circular economy e il ruolo abilitante delle tecnologie digitali;
- Guidare la circolarità attraverso la responsabilità del consumatore, proattività, e un processo decisionale consapevole;
- Favorire la cooperazione tra gli stakeholders rilevanti nella costruzione delle catene del valore circolari;
- Promuovere modelli di business e value propositions che abbraccino la circolarità;
- Implementare politiche globali che riconoscano le tecnologie digitali come principali abilitatori del manifatturiero circolare;
- Promuovere misure economiche che guidino la transizione all’economia circolare e l’adozione di tecnologie abilitanti;
- Formare la forza lavoro per il manifatturiero circolare abilitato dal digitale;
- Fare leva sui dati per supportare la transizione circolare nel settore manifatturiero;
- Supportare le PMI nella loro transizione alla produzione circolare;
- Affrontare il possibile impatto negativo delle tecnologie digitali.