Un percorso attraverso 115 robot da compagnia e due laboratori educativi per raccontare il passaggio da robot, una semplice macchina da lavoro, a “Robotto” che è un termine che si può considerare “kawaii”, che in giapponese che vuole dire carino, amabile, che investe l’automa di un ruolo sociale ben preciso, quello di intrattenere. È questo il senso di Io, Robotto, la mostra che fino al 29 gennaio 2020, negli spazi della Fabbrica del Vapore di Milano, racconterà la storia e l’evoluzione della robotica di intrattenimento.
“Il robot nasce per intrattenere e divertire l’uomo – spiega il curatore, Massimo Triulzi, nel manifesto della mostra – per suonare strumenti musicali, servire il tè o giocare a scacchi. Inteso come semplice giocattolo meccanico o reale traguardo tecnologico, creato per soddisfare le differenti esigenze sociali e culturali del lontano oriente, studiato come ausilio medico nella cura dell’autismo o come sostituto di quell’animale domestico impossibile da ospitare, immaginato come un gigante combattente per la protezione del genere umano. L’uomo ha progressivamente investito la macchina di un nuovo ruolo: quello di robot da compagnia, con cui intrattenersi, interagire e comunicare. Inseguendo l’utopia di un’intelligenza artificiale con cui confrontarsi”.
Indice degli argomenti
115 robot da intrattenimento in 17 aree tematiche
L’esposizione, curata dal giornalista Massimo Triulzi, esperto di tecnologia e appassionato di robotica, e coprodotta dal Comune di Milano, racconta la storia e l’evoluzione della robotica di intrattenimento con 115 automi presenti in 17 diverse aree tematiche. Si tratta della prima mostra al mondo guidata da un’Intelligenza Artificiale. Alexa, l’assistente virtuale di Amazon, è infatti programmata per conoscere ogni contenuto della mostra e accompagnare il visitatore lungo tutto il percorso espositivo rispondendo alle curiosità degli utenti.
“La mostra nata come percorso espositivo di natura prevalentemente storica e tecnologica – spiegano gli organizzatori nella presentazione – si è dimostrata, nello specchio dei suoi visitatori, una mostra sulla centralità dell’uomo. Un percorso sul sogno dell’uomo di replicare la vita e creare un suo doppio in grado prima di duplicarne le movenze, di comunicare con lui e infine di sviluppare un’intelligenza artificiale con cui confrontarsi. Un’esperienza umanistica sul rapporto tra l’uomo e la macchina, a indagare ogni argomento dello scibile umano, dalla letteratura alla biomeccanica”.
Il robot e.DO protagonista dei laboratori Comau
La mostra ospita insieme a Comau due laboratori educativi, basati sulla piattaforma didattica e.DO Experience, progettata da Comau Academy che favorisce modalità di apprendimento innovative. Utilizzando il robot e.DO, piccolo, flessibile, modulare e open-source, e.DO Experience promuove un approccio non-convenzionale alla didattica, scolastica ed extra-scolastica. Progettata per tutte le età, il robot stimola la creatività e la partecipazione attiva degli allievi durante l’apprendimento di materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) o può affiancare chiunque voglia esplorare e approfondire il mondo della robotica, acquisendo in modo nuovo e divertente competenze d’utilizzo o di programmazione di un robot.
Tra le Experience progettate da Comau ci sono
- e.DO Learning Center, un ambiente di apprendimento innovativo nel quale gli studenti approfondiscono le materie STEM;
- e.DO Learning Lab, un laboratorio educativo sviluppato per aiutare gli insegnanti ad utilizzare la Robotica per condurre in autonomia lezioni coinvolgenti;
- e.DO Robotics Licenses, un insieme di percorsi formativi che danno l’opportunità di ottenere un Patentino della Robotica riconosciuto a livello internazionale (Certificato di Programmazione e Uso di Robot industriali);
- e.DO Programs, che ha una marcata focalizzazione su Competenze Digitali, Soft Skills e Cultura industriale; e.DO™ Events, una serie di programmi di edutainment.