Ci sono anche i temi dell’industria 4.0 e dell’innovazione tra gli 11 punti racchiusi nell’accordo siglato tra il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, il suo omologo francese del Medef, Pierre Gattaz, e Lugi Abete, presidente di Febaf, la federazione che riunisce banche, assicurazioni e finanza, in occasione del primo Forum economico italo-francese.
Un appuntamento che ha voluto rinsaldare la collaborazione “tra due economie collegate – è spiegato nel documento sottoscritto – che devono rispondere alle aspettative dei propri cittadini, alle incertezze riguardo al proprio lavoro, allo sviluppo delle nostre regioni, alla sostenibilità del nostro modello sociale, al futuro dei nostri figli”.
Per le imprese francesi e italiane “la risposta risiede nella nostra capacità di adattare le nostre nazioni alle richieste di un mondo aperto, in cui le sfide della digitalizzazione, del cambiamento climatico o della demografia, stanno forzando cambiamenti nella nostra società. Solo così Francia e Italia potranno creare nuovi posti di lavoro e ridurre i livelli di indebitamento”.
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Impegni comuni per i due paesi
Partendo da queste sfide i due paesi devono “impegnarsi a rendere l’altro un partner nella propria trasformazione, per rafforzare realmente e moltiplicare la solidarietà, favorendo così la convergenza economica all’interno di un’Europa basata sulla prosperità, sulla protezione dei cittadini e dell’interesse strategico. Siamo convinti – prosegue l’intesa – che questa collaborazione debba basarsi sulla cooperazione già esistente in materia di innovazione e industria nonché su azioni più mirate nel campo dell’istruzione e della ricerca”.
Rafforzandosi a vicenda, Italia e Francia rafforzeranno anche l’eurozona e l’Unione stessa, contribuendo a rendere il 2018 un anno utile per i nostri due Paesi e per l’Europa.
Lanciate le 11 proposte operative
Medef e Confindustria, quindi, in un momento di crescita, chiedono di non rallentare i processi di riforma in atto nei due Paesi perché questo è il momento di ripartire da ciò che ha reso possibile il progetto europeo fin dall’inizio: la cooperazione economica. “Noi industriali di Francia ed Italia – prosegue il documento – crediamo fermamente, in linea con quanto dichiarato nel settembre scorso dal Presidente Macron e dal Premier Gentiloni, che il momento di agire non possa più essere rinviato”.
L’Europa, spiegano, dovrà dotarsi sempre di più di politiche e strumenti adeguati, per assicurare le migliori condizioni alle imprese, in un contesto di forte concorrenza internazionale e per questo motivo gli industriali di Francia e Italia lanciano 11 proposte operative. Temi che spaziano dall’Unione monetaria alla tassazione, dalla competitività alle infrastrutture, dalla Difesa ai rapporti con i paesi dell’Africa ai mercati finanziari.
Le sfide di industria 4.0 ed economia digitale
Tra i temi trattati dagli 11 punti c’è grande attenzione, ovviamente, per le sfide del digitale, una vera rivoluzione industriale che sta portando grandi progressi in tecnologie quali big data, intelligenza artificiale e robotica. “L’internet of things e l’elaborazione ad alte prestazioni – sottolineano – hanno un impatto sulla natura stessa del lavoro e della società nel suo complesso. Le industrie francesi e italiane stanno già attivamente contribuendo al lavoro in corso di cooperazione trilaterale su Industria 4.0, lanciata da Germania, Italia e Francia, per dimostrare l’impegno delle tre grandi economie europee a unire le forze per sostenere la trasformazione digitale dei loro settori manifatturieri”.
Le richieste di Confindustria e Medef
- Sviluppare competenze digitali in entrambi i Paesi. I giovani devono essere attrezzati per contribuire allo sviluppo di tecnologie e forme di lavoro future, e la nostra forza lavoro deve essere pronta a sfruttare al massimo la trasformazione digitale;
- Continuare a rafforzare la collaborazione per l’implementazione del piano UE per la “Digitalizzazione dell’Industria europea”. In quest’ambito, rientrano: il supporto alla creazione di una Rete Europea dei Digital Innovation Hubs (DIHs) volta a sostenere le imprese nell’accesso alle competenze necessarie per digitalizzare i loro prodotti e servizi; la promozione di una forte cooperazione interregionale tra DIH italiani e francesi per irrobustire il collegamento tra player industriali basati in territori con specializzazioni produttive complementari;
- Avanzare rapidamente nell’iter di approvazione del pacchetto sulla cyber security pubblicato dalla Commissione il 13 settembre 2017, inclusa la proposta di una “legge sulla sicurezza informatica”, che prevede un mandato più forte per l’ENISA e propone un sistema volontario di certificazione a livello UE;
- Lavorare insieme per identificare gli standard rilevanti, allineare le attività di standardizzazione e trovare modi per integrare le PMI nel campo della standardizzazione, che sta plasmando sempre più il nostro futuro digitale.
Ricerca e innovazione per far crescere la competitività
“La ricerca e l’innovazione sono fattori chiave – sottolinea il documento – per la creazione di posti di lavoro, per la crescita economica e per la competitività in Europa. Sono i principali pilastri della rinnovata strategia di politica industriale dell’UE. Soprattutto nell’economia della conoscenza digitale, massicci investimenti su scala europea sono fondamentali per consentire alle società europee di stare al passo con la concorrenza globale.
Il finanziamento pubblico e privato a svolge un ruolo chiave nella creazione di un ecosistema pro-innovazione ed è fondamentale per stimolare finanziamenti anche per l’innovazione rischiosa e le nuove tecnologie. L’Europa ha eccellenti risultati di ricerca in molte aree tecnologiche che, direttamente o indirettamente, contribuiscono allo sviluppo di un’industria intelligente, innovativa e sostenibile.
Ecco le misure che Confindustria e Medef ritengono necessarie
- Promuovere maggiori investimenti europei nel campo della ricerca e dell’innovazione, realizzando pienamente un’economia basata sulla conoscenza;
- Assicurare che il futuro Programma Quadro per R&I mantenga un forte focus sulla dimensione industriale e sulle principali questioni sociali, come i cambiamenti climatici, il trasporto sostenibile e le energie rinnovabili, e sia basato su una dotazione di bilancio all’altezza delle sfide.