L’Europa investe un miliardo di euro nei super computer

Pubblicato il 11 Gen 2018

High-Performance_Computing


L’impegno era stato preso lo scorso marzo a Roma, in occasione del Digital Day dell’UE, dai sette Stati membri (Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna) che avevano firmato la dichiarazione EuroHPC (High Performance Computing) condividendo la necessità di costruire un’infrastruttura di supercalcolo integrata. Ai sette primi firmatari si sono aggiunti nei mesi seguenti Belgio, Slovenia, Bulgaria, Svizzera, Grecia e Croazia. Oggi la Commissione europea ha presentato un piano finalizzato a investire 486 milioni di euro per la realizzazione di questa infrastruttura. Una somma analoga sarà investita dagli Stati membri e dai paesi associati. Complessivamente entro il 2020 sarà investito in totale circa un miliardo di euro, cui si andranno ad aggiungere contributi in natura da parte delle imprese private che aderiscono all’iniziativa.

L’impresa comune EuroHPC punta ad acquisire due sistemi con prestazioni di livello pre-esascala (cento milioni di miliardi, vale a dire 1017, di operazioni di calcolo al secondo) di fascia alta e altrettanti sistemi di fascia media per fornire e gestire l’accesso ai supercomputer a soggetti pubblici e privati.

Secondo obiettivo di EuroHPC è sostenere un programma europeo di ricerca e innovazione sul calcolo ad alte prestazioni che favorisca lo sviluppo della tecnologia europea di supercalcolo, compresa la prima generazione di tecnologia europea per microprocessori a basso consumo energetico, e la co-progettazione di macchine europee con prestazioni a esascala e per promuovere le applicazioni, lo sviluppo delle capacità e un più ampio utilizzo del calcolo ad alte prestazioni.

L’impresa comune EuroHPC opererà nel periodo 2019-2026. L’infrastruttura in progetto sarà proprietà comune dei membri che hanno firmato la dichiarazione EuroHPC, che la gestiranno anche congiuntamente, e dai privati aderenti del mondo accademico e del settore industriale. Altri soggetti potranno associarsi alla cooperazione in qualsiasi momento, a condizione di fornire un contributo finanziario.

Perché i supercomputer sono un asset strategico

I supercomputer sono necessari per elaborare quantità sempre maggiori di dati e apportare benefici in molti settori della società, dalla sanità e dalle energie rinnovabili fino alla sicurezza dei veicoli e a quella informatica.

“I supercomputer –  ha dichiarato Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea responsabile per il Mercato unico digitale – sono il motore per alimentare l’economia digitale. La concorrenza è accanita e oggi l’UE sta rimanendo indietro: nessuno dei nostri supercomputer figura nella classifica mondiale dei primi dieci. L’iniziativa EuroHPC mira a dotare, entro il 2020, i ricercatori e gli imprenditori europei di capacità a livello mondiale in questo settore, al fine di sviluppare tecnologie come l’intelligenza artificiale e creare le applicazioni quotidiane del futuro, ad esempio nei settori della sanità, della sicurezza o dell’ingegneria”.

La decisione odierna – sottolineano dalla Commissione – è fondamentale per la competitività e l’indipendenza dell’UE nel campo dell’economia dei dati. Oggi, sempre più spesso gli scienziati e le industrie europei elaborano i propri dati al di fuori dell’UE, in quanto i tempi di calcolo disponibili nell’UE non soddisfano le loro esigenze. Questa mancanza di indipendenza minaccia la vita privata, la protezione dei dati, i segreti commerciali e la proprietà dei dati, con particolare riguardo alle applicazioni sensibili.

Una nuova struttura legale e di finanziamento, l’impresa comune EuroHPC, acquisirà, creerà e implementerà in tutt’Europa un’infrastruttura di calcolo ad alte prestazioni (HPC) all’avanguardia e sosterrà anche un programma di ricerca e innovazione per sviluppare le tecnologie e le macchine (hardware), nonché le applicazioni (software) destinate ai supercomputer.

“I supercomputer – ha commentato Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali – sono già al centro di notevoli progressi e innovazioni in molti settori che interessano direttamente la vita quotidiana dei cittadini europei. Possono aiutarci a sviluppare una medicina personalizzata, a risparmiare energia e a contrastare i cambiamenti climatici in modo più efficiente. Un’infrastruttura di supercalcolo europea più potente racchiude un grande potenziale per la creazione di posti di lavoro ed è un fattore fondamentale per promuovere la digitalizzazione del settore industriale e per incrementare la competitività dell’economia europea”.

I benefici del supercalcolo

Il calcolo ad alte prestazioni è uno strumento essenziale per comprendere e rispondere alle grandi sfide scientifiche e sociali, quali la diagnosi precoce e il trattamento delle malattie o lo sviluppo di nuove terapie basate sulla medicina personalizzata e di precisione. Il calcolo ad alte prestazioni è inoltre utilizzato per prevenire e gestire disastri naturali su vasta scala, in particolare per prevedere la direzione degli uragani o per simulare terremoti.

Grazie all’infrastruttura EuroHPC il settore industriale europeo, in particolare le piccole e medie imprese, potrà accedere più facilmente ai supercomputer per sviluppare prodotti innovativi. L’utilizzo del calcolo ad alte prestazioni ha un impatto crescente su vari settori e sulle aziende, in quanto riduce considerevolmente i cicli di progettazione e di produzione, accelera la progettazione di nuovi materiali, minimizza i costi, aumenta l’efficienza delle risorse, e accorcia e ottimizza i processi decisionali. Ad esempio, i supercomputer permettono di ridurre i cicli di produzione delle automobili da 60 a 24 mesi.

Il calcolo ad alte prestazioni è essenziale inoltre per la sicurezza e la difesa nazionali, ad esempio per sviluppare tecnologie di cifratura complesse, per individuare l’origine e rispondere agli attacchi informatici e per dotare la polizia di metodi di indagine scientifica efficienti o per effettuare simulazioni nucleari.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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