Nadella (Microsoft): “Usiamo l’intelligenza artificiale per fare entrare più persone nel mondo del lavoro”

L’ad del colosso di Redmond: l’AI può aiutare a creare più posti di lavoro anche tra persone che hanno disabilità, potenziandole

Pubblicato il 02 Nov 2017

Satya Nadella, ad Microsoft (foto: Wikipedia)

In quello che nel sottotitolo del suo libro, Hit Refresh, indica come “un futuro migliore per ciascuno”, Satya Nadella, il terzo amministratore delegato nella storia di Microsoft, assegna un ruolo centrale all’intelligenza artificiale. Il volume, che descrive anche la sua strategia per avvantaggiare il colosso di Redmond nella corsa ai business del futuro, affronta “l’arrivo della più eccitante e dirompente oda di tecnologia che l’umanità abbia mai sperimentato: intelligenza artificiale, realtà mista e computer quantico”.

Il lavoro

Nadella ha ribadito l’importanza dell’AI nei giorni scorsi, intervenendo al New Establishment Summit organizzato dalla rivista Vanity Fair a Los Angeles. “Dovremmo avere una visione chiara di ciò che l’automazione fa alla disoccupazione e dovremmo andare in quella direzione, ma una delle cose in cui io altresì spero è che noi possiamo avvantaggiarci dell’AI per far entrare più persone nel mondo del lavoro”, ha detto Nadella.

Un aiuto in più

Secondo l’ad di Microsoft, l’intelligenza artificiale potrà dare le stesse opportunità di carriera a persone che hanno disabilità, ad esempio nell’ascolto e nella vista. Recode riferisce che il manager ha spiegato come la app di Microsoft Seeing, da installare sulla fotocamera di uno smartphone, descrive ciò che osserva a chi ha problemi di vista o è cieco. “Questo sta permettendo a chi lavora oggi in Microsoft di poter partecipare più appieno all’attività. Ci sono un sacco di cose come questa che possiamo fare per dare più opportunità alle persone”, ha aggiunto.

Il controllo

Nadella è convinto che i timori manifestati da big del mondo della tecnologia e della scienza, come Elon Musk e Stephen Hawking, sulla possibilità che l’intelligenza artificiale sorpassi l’uomo e lo domini, sono infondati. Alla presentazione del suo libro a Londra, l’ad di Microsoft ha detto: “Stephen Hawking si chiede: ‘Cosa succederebbe se l’AI diventasse più intelligente di noi e non potessimo più controllarla?’. Il mio unico rimarco è rivolto a noi stessi: come possiamo approcciare questo settore con una serie di principi di progettazione che ci permettano di controllare ciò che l’AI crea?”

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Luca Zorloni

Cronaca ed economia mi sono sembrate per anni mondi distanti dal mio futuro. E poi mi sono ritrovato cronista economico. Prima i fatti, poi le opinioni. Collaboro con Il Giorno e Wired e, da qualche mese, con Innovation Post.

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