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La protezione dei sistemi legacy nel settore manifatturiero: adottare un approccio multi-livello per proteggere l’Industria 4.0

La digitalizzazione migliora l’efficienza e la produttività nel settore manifatturiero. Ma in ambienti produttivi sempre più connessi aumenta anche la frequenza e la gravità degli attacchi informatici, come dimostrano diverse ricerche sull’evoluzione dei trend della cyber security. La crescente complessità richiede strategie di sicurezza informatica avanzate, come l’approccio Zero Trust e l’integrazione di tecnologie emergenti quali l’intelligenza artificiale.

Pubblicato il 09 Dic 2024

OEE e fermo impianto


Man mano che entriamo nell’era dell’Industria 4.0, la digitalizzazione del settore manifatturiero rappresenta un elemento chiave del progresso. Maggiore efficienza, maggiore produttività, agilità e miglior controllo della qualità sono solo alcuni dei numerosi vantaggi derivanti dall’integrazione della tecnologia digitale nei processi industriali.

Accanto a questi evidenti vantaggi, tuttavia, c’è anche un significativo inconveniente. Una recente ricerca di IBM ha rilevato che il settore manifatturiero è stato quello maggiormente bersagliato dagli attacchi informatici in tutto il mondo nel 2023 e vittima di oltre un quarto degli incidenti di sicurezza informatica tra i primi 10 settori industriali maggiormente colpiti da attacchi analizzati nel report.

Ancora di più a rischio sono risultate le aziende manifatturiere in Europa, vittime di quasi un terzo (32%) di questi attacchi. La sicurezza non può essere considerato un aspetto secondario da parte delle aziende manifatturiere, che sono la linfa vitale dell’economia mondiale. Un attacco informatico è potenzialmente in grado di mettere in ginocchio i sistemi e bloccare la produzione generando potenzialmente perdite di milioni.

L’evoluzione dello scenario della sicurezza informatica nell’Industria 4.0

Negli ultimi decenni abbiamo assistito alla fortissima evoluzione e alla sempre crescente importanza della sicurezza informatica in tutti i campi dell’economia. Con il passare del tempo e la crescente espansione della connettività Internet, la sicurezza informatica è diventata una questione di interesse fondamentale per ogni tipo di azienda, grande o piccola che sia.

Tutti i settori hanno dovuto affrontare una serie di nuove minacce e anche i tradizionali settori “offline” come quello manifatturiero sono diventati vulnerabili agli attacchi informatici a seguito della crescente adozione di software e della connettività.

La natura della difesa contro le minacce informatiche è cambiata in modo radicale, passando da rudimentali firewall e sistemi di protezione degli endpoint a complessi sistemi di protezione integrata di impianti OT/industriali, protezione contro l’ingegneria sociale e il phishing, sistemi di rilevamento automatizzato delle minacce e riconoscimento di modelli basato sull’intelligenza artificiale.

Tale evoluzione dimostra che la sicurezza informatica non è solo una questione di disporre delle tecnologie più recenti, bensì di adottare strategie olistiche e processi volti a realizzare una struttura di difesa globale dei propri dati, verosimilmente l’asset più prezioso di qualsiasi azienda.

Il problema dei macchinari legacy nel settore manifatturiero

Il termine Industria 4.0 evoca immagini di futuristici impianti pieni di robot e macchinari all’avanguardia anche se per la maggior parte dei casi il vero riferimento riguarda una rete di sistemi incredibilmente sofisticati e interconnessi che vanno ad affiancarsi a macchinari legacy che continuano a svolgere un ruolo vitale nell’ambito del processo di produzione.

Tali macchinari di vecchia generazione sono con tutta probabilità antecedenti alle tipologie di minacce alla sicurezza di stampo moderno, il che li rende vulnerabili ad attacchi qualora siano connessi al sistema IT di un’azienda manifatturiera.

Ciò presenta uno scenario complesso per i produttori, con una fitta rete di apparecchiature, sensori e dispositivi connessi appartenenti ad epoche tecnologiche diverse, ciascuno dei quali rappresenta un potenziale punto di ingresso. Dispositivi in precedenza isolati sono ora interconnessi, dando vita a un impianto di produzione digitale espanso. Questo fronte di attacco ampliato offre agli hacker l’opportunità di individuare le vulnerabilità di qualsiasi dispositivo connesso. Proteggere un ambiente così eterogeneo senza compromettere l’efficienza operativa diventa un’impresa quasi impossibile.

A complicare ulteriormente le cose, i confini tra sicurezza fisica e digitale stanno diventando sempre più labili. Un attacco mirato a un sensore apparentemente innocuo potrebbe ora sabotare un’intera linea di produzione.

Per farci un’idea, pensiamo a un edificio altamente sicuro con una finestra aperta. Questa singola vulnerabilità diventa un punto di accesso che consente agli hacker di aggirare il sistema di protezione principale e compromettere un intero impianto. La minaccia è ulteriormente aggravata dalla presenza di apparecchiature legacy, spesso più difficili da proteggere.

L’approccio multi-livello

La natura complessa e interconnessa dell’Industria 4.0 richiede una strategia di sicurezza informatica multi-livello incentrata su un’architettura di tipo Zero Trust. Tale approccio tratta tutti i dati su una rete con sospetto, il che significa che richiede costantemente l’autenticazione di qualsiasi persona o sistema che richieda l’accesso.

Dati e workload vengono confinati in piccole aree sicure all’interno della rete. Ciò separa i workload mission-critical, come i sistemi di automazione, da funzioni meno importanti quali programmi di e-mail o software amministrativo. Tale segmentazione limita i danni nel caso in cui un singolo punto venga compromesso.

Per applicazione manifatturiere avanzate e ad alte prestazioni, le reti private sicure 5G campus con protocolli di sicurezza integrati offrono una soluzione affidabile e flessibile. I workload più importanti vengono eseguiti su reti private dedicate, il che li isola da minacce più ampie.

L’implementazione di funzionalità di edge computing on-premise può inoltre ridurre al minimo l’esposizione dei dati e ridurre la necessità di connettere i dati a servizi cloud esterni. Altre tecnologie emergenti, come l’Intelligenza artificiale e l’Apprendimento automatico, possono analizzare accuratamente i dati e il comportamento degli utenti per individuare possibili attacchi informatici prima che si verifichino danni.

La realtà delle cose è che i sistemi legacy non possono assolutamente essere ignorati. Anche se una totale modernizzazione del sistema potrebbe non essere fattibile, l’upgrade dei sistemi di sicurezza e la valutazione delle vulnerabilità possono mitigare molti dei rischi associati alla connessione di macchinari meno moderni.

Piattaforme che si integrano perfettamente con l’infrastruttura esistente possono semplificare l’implementazione di tale soluzione. Associato ad un’opera di costante monitoraggio e adattamento, tale approccio può consentire alle aziende manifatturiere di affrontare in modo sicuro la trasformazione digitale.

Proteggere la trasformazione: la sicurezza informatica nell’era di Industria 4.0

L’Industria 4.0 segna indubbiamente un progresso per le aziende manifatturiere, ma è necessaria una rigorosa vigilanza per far fronte alle sempre nuove minacce alla sicurezza informatica. Comprendere queste vulnerabilità è il primo passo per proteggere i sistemi interconnessi e salvaguardare le attività operative nell’era digitale.

Lo scenario in costante evoluzione delle minacce informatiche richiede un approccio proattivo alla sicurezza nel settore manifatturiero. Una strategia di sicurezza olistica dovrebbe essere un elemento centrale di qualsiasi progetto di trasformazione digitale e non una scelta di ripiego.

La formazione continua è d’importanza critica. Restare informati, aggiornare i protocolli e collaborare con specialisti della sicurezza informatica garantirà che la propria strategia di sicurezza informatica sia solida e preparerà le aziende ad un successo a lungo termine.

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Rolf Wener

SVP e Head of Europe, Nokia.

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